Accise e Iva sui carburanti: facciamo i conti in tasca ai benzinai

 Chi ha una stazione di servizio può facilmente arricchirsi? La benzina ha raggiunto costi davvero esorbitanti e non di rado si sente qualcuno affermare che i distributori di carburante fa parte di un settore che risente meno della crisi. In realtà quando aumenta il prezzo della benzina, non é assolutamente detto che cresca anche il guadagno del benzinaio. Chi viaggia per lavoro o chi in questi giorni partirà per le vacanze avrà brutte sorprese: chilometri e chilometri in autostrada percorsi a oltre 1,70 euro al litro. Lo sapevate che su cinquanta euro di benzina meno di 1,50 rappresentano il guadagno dei benzinai?

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Iva al 23% partirà da settembre 2012

 Sta facendo discutere molto l’aumento dell’IVA al 23%: l’imposta era già stata aumentata di un punto percentuale a settembre di quest’anno, posto in essere dal governo Berlusconi e ora il nuovo premier ha pensato di rincarare la dose. La grande distribuzione ha in genere ammortizzato questo punto percentuale e non ci sono stati grandi sconvolgimenti, ma un IVA al 23% é di più ampio spessore ed é al centro delle polemiche di vari settori, nonchè dei cittadini. L’IVA passerà dal 21% al 23% dal primo settembre 2012 e c’è da precisare, per stemperare almeno un po’ gli animi, che la misura entrerà in vigore solo se necessaria per coprire la delega fiscale del governo precedente.

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Patrimoniale calibrata meglio di aumento IVA

 Non manca di intervenire nella discussione “Iva o non Iva” anche il quotidiano dei Vescovi ‘l’Avvenire’, il quale non risparmia suggerimenti al governo Monti in merito al pacchetto di misure che il Governo varerà lunedì, puntando alla successiva approvazione parlamentare in due settimane. Sembra quasi che i preti ne sappiano di più dei governatori e nel contesto attuale, fatto di incertezze e volatilità non ci sarebbe da stupirsi. Fatto sta che dalla Cei arriva una proposta più calmierata, che potrebbe essere la soluzione per molti, forse.

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Iva al 23%, quale impatto sui consumi?

 L’aumento dell’aliquota dell’Iva potrebbe essere una delle prime misure adottate dal governo Monti per cercare di aiutare le finanze dello Stato. Un Paese in piena crisi con un debito pubblico che ha raggiunto livelli troppo alti. Sono quasi certe anche la reintroduzione dell’Ici (che prenderà il nome di Super Imu) e la revisione delle rendite catastali degli immobili. Le famiglie a causa del periodo di crisi economica che il nostro Paese sta attraversando, tendono a evitare o almeno rimandare l’acquisto di beni, e questo ulteriore aumento potrebbe ancora rimandare l’acquisto di beni di consumo durevoli, come automobili o elettrodomestici, e il settore del credito al consumo ovviamente ne viene danneggiato.

Legge di Stabilità: aumentati i limiti dei versamenti dell’Iva

 Anche il legislatore può sbagliare, fortuna che si è intervenuti in tempo e che la svista è stata risolta: il riferimento va all’ambito fiscale, visto che la Legge 183 dello scorso 12 novembre ha rivisto in maniera piuttosto dettagliata alcuni valori da collegare all’Imposta sul Valore Aggiunto. Nello specifico, sono state incrementati i limiti relativi alla liquidazione e al versamento da porre in essere per quel che concerne l’imposta trimestrale, ovviamente senza far venire meno il pagamento degli interessi, i quali ammontano a un punto percentuale. Quali sono queste nuove soglie a cui i contribuenti interessati devono far riferimento?

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Iva: richiamo formale dell’Ue su due direttive

 Un nuovo richiamo formale dell’Unione Europea ha visto come protagonista principale l’Italia: per quale motivo si è reso necessario l’intervento di Bruxelles nei confronti del nostro paese? La Commissione Europea ha invitato in maniera formale a conformarsi a quanto previsto dalla legislazione comunitaria in merito al sistema comune di imposta sul valore aggiunto e al contrasto dell’evasione fiscale collegata alle importazioni. In pratica, la richiesta esplicita è andata nella direzione dell’adozione e della comunicazione delle misure nazionali che hanno come obiettivo questi due argomenti. Sono due anche i riferimenti che valgono dal punto di vista normativo.

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Iva al 21%: come evitare errori e sanzioni

 La nuova aliquota dell’Iva (21%) ha debuttato ormai da un mese: quali disposizioni e accorgimenti bisogna ricordare per non incorrere negli errori più comuni e, di conseguenza, pagare sanzioni piuttosto salate? Secondo quanto stabilito dalla nostra amministrazione finanziaria due settimane fa, è necessario seguire alcuni passaggi fondamentali. Ad esempio, la correzione delle fatture che sono state poste in essere a partire dallo scorso 17 settembre con l’aliquota del 20% avrà un termine più lungo, in modo da consentire a una platea più ampia possibile di non pagare le relative multe. Nello specifico, le scadenze fiscali che vanno tenute bene a mente sono il 27 dicembre 2011 e il 16 marzo 2012, le quali si riferiscono, rispettivamente, all’acconto dell’imposta in questione e alla sua liquidazione annuale.

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Iva e operazioni rilevanti: chiarimenti su clienti e fornitori

 Si attendevano da tempo i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate in merito alle operazioni Iva di importo superiore ai tremila euro: i quesiti in questione si riferivano infatti al cosiddetto spesometro, lo strumento su cui molti operatori professionali e associazioni del settore avevano nutrito qualche dubbio. In particolare, si potrà fare affidamento sul software completamente gratuito, il quale è fondamentale per la compilazione di questa stessa lista; inoltre, non bisogna dimenticare che la scadenza fiscale in questione ha già subito un rinvio al prossimo 31 dicembre, mentre inizialmente si era pensato di fissare la data al 31 ottobre.

Cassazione: i prestanome pregiudicano la detrazione dell’Iva

 La Corte di Cassazione non poteva essere più chiara e la sua crociata contro i prestanome potrà ora beneficiare di un nuovo punto a favore: gli “ermellini” di Piazza Cavour sono infatti entrati nuovamente nel merito fiscale, stabilendo che la detrazione relativa all’Imposta sul Valore Aggiunta non può essere concessa in alcun modo quando il contribuente ha acquistato la merce da una società che rappresenta di fatto il prestanome del fornitore vero e proprio (il cosiddetto “imprenditore occulto” come si suole definirlo). La motivazione è presto detta, visto che le fatture tributarie che vengono poste in essere in questi casi sono destinate a operazioni che non esistono dal punto di vista soggettivo, quindi perché pensare a qualcosa di concreto come questa agevolazione fiscale? La pronuncia in questione risale a quattro giorni fa, ma ha una rilevanza fondamentale.

L’apertura di Partite IVA é in calo in Italia

 Non é facile al giorno d’oggi intraprendere un’attività di impresa. La triste congiuntura economica non é certo favorevole e gli operatori economici non sono ancora in grado di prevedere con più precisione quando “il vento” tornerà a soffiare favorevolmente per la nostra economia. A questo si aggiunge l’altissima tassazione in Italia, per la quale il futuro é ancora meno roseo: di quanto aumenterà la pressione fiscale italiana, nei prossimi anni? A questa domanda Confesercenti risponde che la salita sarà di 2,2 punti percentuali, portando il prelievo al 44,8% già nel 2013, e l’indagine ha compreso anche il taglio alle agevolazioni fiscali.

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Iva, scatta da oggi l’aumento di aliquota al 21%

 La giornata odierna è a dir poco campale dal punto di vista tributario: la tanto discussa e tormentata manovra finanziaria comincia già a produrre i suoi primi effetti e il primo in assoluto sarà quello relativo all’aumento dell’Imposta sul Valore Aggiunto. Da oggi, infatti, l’aliquota fiscale in questione non sarà più pari al 20% bensì al 21%, un provvedimento che avrà dunque un’applicazione immediata. Le altre due aliquote di riferimento, vale a dire quella del 4% e quella del 10%, restano, anche se solo per il momento, intatte. Non c’è pericolo che si crei qualche situazione ambigua e confusa? Il principio che è valido in tal senso prevede che, nell’ipotesi di consegne commerciali che recano la data del 17 settembre, allora l’aliquota rimane quella del 20%. Il punto percentuale aggiuntivo, invece, sarà valido per quelle fatture che saranno emesse a partire da oggi: c’è stato tempo per adeguarsi e ora bisognerà soprattutto abituarsi ai tariffari nuovi di zecca dei beni e delle principali prestazioni, nonostante molte associazioni dei consumatori si siano scagliate contro il provvedimento.

Contribuenti minimi: il caso dell’impresa familiare

 Le recenti modifiche approntate al regime dei contribuenti minimi dal Decreto 98 di quest’anno non sono state l’ultimo aggiornamento da questo punto di vista: in effetti, anche la Fondazione dei Consulenti del Lavoro ha espresso un parere a tal proposito giusto quattro giorni fa, mettendo in evidenza una casistica molto diffusa. Nello specifico, quando si è titolari di un’impresa di tipo individuale, l’accesso al regime è consentito persino nell’ipotesi di un’impresa familiare. La pronuncia si era resa necessaria dopo una espressa richiesta di un imprenditore, il quale aveva provveduto a iscrivere la propria consorte all’Inps come collaboratrice. Quindi, questo vuol dire che una iscrizione simile ai fini previdenziali non rappresenta assolutamente un ostacolo al far parte del novero dei minimi.

Depositi Iva: dal 12 settembre vi saranno delle restrizioni

 I depositi fiscali dell’Iva sono saliti agli onori della ribalta per la prima volta quattordici anni fa: era infatti il 1997 quando fu istituita questa particolare agevolazione tributaria, la quale va a riferirsi direttamente agli scambi commerciali che avvengono a livello intracomunitario. Quali vantaggi offrono di preciso? Il versamento dell’imposta in questione subisce un differimento temporale quando si tratta di estrarre le merci che sono state depositate. Ebbene, una novità di rilievo sta per riguardare proprio tali depositi. In effetti, manca ormai pochissimo all’introduzione di specifiche restrizioni sulla garanzia. La certezza si è avuta poco più di un mese fa, quando l’Agenzia delle Dogane ha provveduto a pubblicare un’apposita nota: tale documento ha messo in luce come l’innovazione diventerà una realtà concreta a partire dal prossimo 12 settembre, quindi tra undici giorni esatti.

Scheda carburanti, la scadenza fiscale è fissata per il 31 agosto

 Una settimana esatta: è questa la distanza temporale che separa i contribuenti dalla prossima scadenza relativa alla scheda carburanti. Che cos’è di preciso questa scheda? Si tratta di un documento molto utile ai fini fiscali, in quanto permette di documentare nel dettaglio quali sono stati gli acquisti di un qualsiasi tipo di carburante (quindi non si fa alcuna distinzione tra le tipologie più diffuse, vale a dire la benzina, il gasolio, il metano e il gpl); gli acquisti in questione devono essere stati realizzati negli impianti stradali da parte dei soggetti passivi Iva al momento del compimento di un lavoro autonomo o di un’attività d’impresa.