Carte di credito: niente spesometro nei negozi

 Il classico metodo di pagamento con cui hanno a che fare ogni giorno gli esercizi commerciali è quello delle carte di credito: sono proprio queste operazioni che devono essere monitorate con la massima attenzione dal punto di vista fiscale. In effetti, prendendo alla lettera sia il Decreto Sviluppo che la recente manovra estiva del governo non si possono includere nel cosiddetto spesometro tutti i movimenti effettuati in questo modo. Per quale motivo? I pagamenti tramite carte di credito, carte di debito e prepagate sono di fatto esonerati dagli obblighi di comunicazione elettronica di quelle operazioni che sono almeno pari a tremila euro netti (3.600 euro se si vuole includere anche l’Imposta sul Valore Aggiunto); l’obiettivo principale di questi provvedimenti è quello di rendere ancora più proporzionale il sistema tributario, cercando di scongiurare, per quanto possibile, che i contribuenti paghino degli oneri finanziari inutili e senza alcuna giustificazione.

Manovra finanziaria 2011: l’Iva nel mirino

 Dopo l’approvazione della nuova manovra finanziaria, da ben 45 miliardi di euro, tra i partiti di centrodestra, ed in particolare all’interno del Pdl, sono spuntati i “ribelli”. Trattasi, nello specifico, di parlamentari pronti a ritirare l’appoggio favorevole alla manovra finanziaria nel caso in cui non vengano effettuate, in sede di discussione del Decreto, delle opportune modifiche. Tra le possibili modifiche c’è quella relativa all’eventuale aumento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva). Trattasi, tra l’altro, di una misura caldeggiata da Confindustria; ma cosa succederebbe con l‘aumento dell’Iva? Ebbene, il rischio reale in tal caso sarebbe quello di un aumento dell’inflazione anche per effetto di eventuali “arrotondamenti” speculativi che farebbero aumentare ancor di più i beni di prima necessità, a partire dai generi alimentari. E non a caso, su una misura del genere sindacati come la Cgil sono fermamente contrari.

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Praticantato professionale: l’imposta sostitutiva del 5%

 Delle tante norme che fanno parte della manovra estiva di cui tanto si parla in questi giorni, ve n’è una in particolare che disciplina il cosiddetto praticantato professionale: si tratta, come è noto, del rapporto lavorativo che viene svolto per poi entrare a far parte di un determinato ordine professionale, come ad esempio avviene per gli avvocati o anche i giornalisti. Ebbene, come previsto dalla stessa legge, tale periodo di formazione professionale, il quale viene svolto in forma obbligatoria, non può che rappresentare una semplice continuazione dell’attività stessa, quindi quando viene posto in essere non invalida l’accesso dei soggetti al regime dei “super minimi”. Quest’ultimo termine si riferisce a una semplificazione tributaria piuttosto accentuata, visto che l’imposta sostitutiva che viene adottata è pari al 5%, una possibilità che rimane comunque valida anche per quei contribuenti che hanno esercitato questa attività (non ha importanza se la forma è stata autonoma o in qualità di lavoratori dipendenti).

Agenzia delle Dogane: a settembre nuova procedura per le indagini

 Ancora due mesi e l’Agenzia delle Dogane potrà finalmente avviare la propria procedura telematica per condurre le indagini finanziarie: questa determinazione è comunque cominciata pochi giorni fa, quando Giuseppe Peleggi, direttore dell’agenzia stessa, ha approvato le regole in questione. Il regolamento, per l’appunto, include informazioni, notizie e altri documenti che diventano necessari per capire come si è svolta effettivamente l’operazione. Tra l’altro, questi controlli sono davvero molto utili in quanto si possono accertare in maniera accurata e dettagliata se vi sono state delle violazioni per quel che riguarda l’Imposta sul Valore Aggiunto e gli scambi che avvengono a livello intracomunitario. Qualche regione ha già potuto sperimentare il servizio e i risultati lusinghieri hanno spinto le Dogane ad ampliare il tutto all’intero territorio nazionale. Come funzionerà questa specifica procedura nel dettaglio?

Agevolazioni chiusura partite Iva inattive

 90 giorni massimi di tempo per chiudere la partita Iva inattiva, a partire dalla data di riferimento del 6 luglio del 2011; in questo modo il contribuente se la cava con una sanzione molto bassa, pari ad appena 129 euro. Altrimenti, ha reso noto in data odierna l’Agenzia delle Entrate, in futuro per le partite Iva inattive, oltre alla chiusura d’ufficio, scatterà anche una sanzione pecuniaria che potrà arrivare fino ad un massimo di 2.065 euro. La regolarizzazione/chiusura delle partite Iva inattive con le sanzioni minime applicate fa seguito ad un Decreto Legge, il numero 98 del 2011 che agevola quindi le chiusure a costi minimi. Mettersi in regola è tra l’altro abbastanza semplice visto che, in accordo con quanto reso noto dall’Amministrazione finanziaria dello Stato, basta munirsi di F24.

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Romania: il fornitore diventa debitore dell’Iva

 La normativa che disciplina l’Imposta sul Valore Aggiunto assumerà una nuova forma in Romania: secondo quanto stabilito dal Consiglio dell’Unione Europea, infatti, il regime comunitario è stato formalmente derogato, quindi i contribuenti della nazione dell’Europa orientale dovranno attendersi delle novità a breve. Che cosa è successo esattamente? Dopo la richiesta formale avanzata dal governo di Bucarest, l’autorizzazione comunitaria è stata concessa in via ufficiale: in pratica, quando si presenterà una situazione in cui è coinvolta appunto l’Iva, il debitore dell’imposta in questione diventa in automatico il soggetto che fornisce i prodotti agricoli che non sono stati sottoposti ad alcuna trasformazione. Cosa implica tutto questo?

Riforma fiscale: Cgil, aumento Iva sarebbe sbagliato

 In questo periodo si parla sempre più di una riforma fiscale che sposti il prelievo dalle persone alle cose, e quindi con un conseguente aumento delle aliquote Iva; l’ipotesi, in particolare, sarebbe quella di aumentare specifiche aliquote sui beni di massa di uno o al massimo due punti percentuali, mentre nel contempo l’Irpef verrebbe abbassata. Ma quali vantaggi fiscali reali ci sarebbero da una riforma fiscale di questo tipo? Ebbene, secondo la Cgil, per voce del Segretario Confederale Danilo Barbi, si tratterebbe di una scelta/decisione alquanto sbagliata, per diverse ragioni. La prima è quella per cui in Italia ci sono milioni di persone incapienti che dall’abbassamento dell’Irpef non trarrebbero alcun vantaggio, mentre andrebbero a pagare di più sul mercato i beni di consumo non durevoli. Inoltre, secondo il più grande Sindacato italiano con l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto si andrebbe a creare un effetto depressivo sull’economia in quanto andrebbe a colpire il consumatori con redditi medio/bassi, e non i contribuenti con redditi alti.

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Iva operazioni rilevanti: i chiarimenti delle Entrate

 In data odierna, lunedì 30 maggio 2011, l’Agenzia delle Entrate è nuovamente tornata sul tema relativo alle comunicazioni Iva per le cosiddette operazioni rilevanti, ovverosia quelle dai tremila euro in su. E lo ha fatto emanando un’apposita Circolare, la numero 24/E che, in accordo con una nota emessa sempre oggi dall’Amministrazione finanziaria dello Stato, fa il punto e chiarisce su chi, su cosa ma anche su come e quando occorre inviare le operazioni rilevanti. Tutto nasce dal Decreto Legge numero 78 del 2010, ovverosia dall’ultima manovra dell’attuale Governo in carica, che introduce questi nuovi adempimenti anche alla luce di un provvedimento dell’Amministrazione finanziaria dello Stato datato 22 dicembre del 2010, e poi modificato con un altro provvedimento, quello del 14 aprile del 2011.

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Cgia Mestre: gli scontrini sono inutili e superati

 Gli scontrini e le ricevute fiscali non destano più l’interesse degli artigiani della Cgia di Mestre: la richiesta della confederazione è stata esplicita, questi mezzi tributari vengono ritenuti inutili, in particolare quando si tratta di contrastare l’evasione del fisco. Come ha spiegato il numero uno della stessa associazione, Giuseppe Bortolussi, nei sette anni compresi tra il 2001 e il 2007 i controlli messi in atto dalla Finanza sono stati quasi totalmente negativi. Ciò vuol dire che la categoria in questione, rappresentata idealmente da baristi, falegnami, commercianti e molti altri lavoratori, emettono in larga parte dei casi scontrini o ricevute, mentre soltanto il 20% degli esercenti ha dovuto far fronte a delle sanzioni per questo motivo. Quale alternativa c’è allora? La Cgia ha parlato espressamente di una netta preferenza in favore degli studi di settore, i quali sono peraltro già utilizzati in questo campo e rendono quindi gli stessi scontrini uno strumento obsoleto e insensato, visto che ormai le tasse relative al versamento vengono fissate dall’Agenzia delle Entrate.

Iva: seconda edizione per la guida alla territorialità

 I principali problemi relativi alla territorialità dell’Iva potranno forse essere risolti in maniera più concreta grazie alla guida pubblicata dalla nostra amministrazione finanziaria: nel dettaglio, si tratta della seconda edizione della pubblicazione di cui si è resa protagonista la Direzione Regionale della Liguria, la quale si è avvalsa della preziosa collaborazione di Spediporto, la maggiore associazione italiana attiva in ambito portuale nel campo delle spedizioni, e della Camera di Commercio di Genova. Che cosa contiene esattamente questa guida? Quest’ultima vuole essere di aiuto agli operatori economici, in primis i cosiddetti spedizionieri, che hanno a che fare con l’Imposta sul Valore Aggiunto, soprattutto nelle applicazioni di tutti i giorni.

VIES: nuovi controlli sulle operazioni intracomunitarie

 L’Iva intracomunitaria potrà beneficiare quest’anno di una novità di sicuro interesse, una innovazione che andrà a riguardare il cosiddetto sistema Vies: l’acronimo in questione identifica il Vat Information Exchange System e prevede uno scambio automatico di informazioni tra le amministrazioni finanziarie dei paesi membri dell’Unione Europea. Ebbene, una recente circolare dell’Agenzia delle Entrate (per la precisione la 21/E dello scorso 18 maggio) prevede nuovi profili per questo settore, in particolare per quel che concerne la prestazione dei servizi e il sistema comune contro le frodi intracomunitarie. Volendo essere più precisi, bisogna spostare l’orizzonte temporale al periodo d’imposta 2010. In effetti, è dall’anno appena menzionato che i contribuenti coinvolti da tale disciplina devono presentare gli elenchi intracomunitari che riepilogano i servizi che sono prestati e quelli acquisiti da soggetti passivi Iva: in aggiunta, sono state apportate delle opportune integrazioni, le quali vengono poste in essere proprio grazie ai dati del Vies.

Importazioni: niente Iva ridotta per gli animali vivi

 Una delle ultime controversie risolte dai giudici comunitari avrà valenza specifica in molti paesi, tra cui il nostro: in particolare, è stata coinvolta l’Imposta sul Valore Aggiunto e la direttiva 112 del 2006 (il sistema comune della tassa in questione). Più precisamente, il riferimento principale è andato a quegli articoli che contemplavano lo scambio di beni e servizi e le aliquote fiscali da applicare in tal senso. La questione, inoltre, ha visto contrapposte l’Unione Europea, da una parte, e la Germania, dall’altra. Come si sono svolti esattamente i fatti? Il pomo della discordia è stato rappresentato dall’interpretazione delle norme appena elencate da parte del governo di Berlino; in pratica, non si sono trovati punti di contatto per quel che riguarda l’importazione di animali da commercializzare per fini non alimentari, come possono esserlo, ad esempio, i cavalli. La Germania, infatti, aveva adottato un’aliquota Iva ridotta per queste importazioni, giustificando il suo atteggiamento con il principio di neutralità fiscale: secondo l’amministrazione finanziaria teutonica, l’agevolazione tributaria ha senso anche quando lo scopo dell’importazione è differente da quello consueto.

Rimborsi Iva 2011: i chiarimenti delle Entrate

 In materia di rimborsi sull’imposta sul valore aggiunto (Iva), l’Agenzia delle Entrate in data odierna, venerdì 6 maggio 2011, ha emanato un’importante Circolare, la numero 17/E, con la quale si forniscono importanti chiarimenti. I chiarimenti, nello specifico, riguardano i rimborsi Iva e la presentazione della garanzia, necessaria per l’ottenimento del credito. Ebbene, al riguardo l’Amministrazione finanziaria dello Stato con la Circolare ha precisato come la mancata presentazione della garanzia non allunghi i tempi dell’accertamento. Questo perché la presentazione della garanzia non rientra tra quei documenti ufficiali che risultano essere necessari ai fini della verifica dell’esistenza del credito; nella Circolare al riguardo l’Agenzia delle Entrate sottolinea infatti come la presentazione della garanzia rappresenti solo ed esclusivamente una richiesta con la quale vengono salvaguardati gli interessi dell’Erario, e quindi quelli delle casse dello Stato, qualora il contribuente abbia fruito in maniera indebita del rimborso sull’imposta sul valore aggiunto.

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Compensazioni Iva: Entrate attiva canale Pec

 E’ sempre più orientato al Web il dialogo tra i contribuenti e l’Amministrazione finanziaria dello Stato. In data odierna, martedì 19 aprile 2011, non a caso, l’Agenzia delle Entrate ha alzato il velo su un’altra “novità digitale“, l’ennesima, rappresentata in questo caso dall’attivazione di una casella Pec, di posta elettronica certificata, appositamente dedicata ai quesiti degli operatori in materia di operazioni di compensazione dell’imposta sul valore aggiunto (Iva). Trattasi quindi, in tutto e per tutto, dell’attivazione di un nuovo canale di dialogo per i contribuenti e per gli intermediari abilitati, con l’Agenzia delle Entrate. Inoltre, con un’apposita Circolare, la numero 16/E pubblicata proprio oggi, l’Agenzia delle Entrate, al fine di riparare in materia di compensazioni Iva sia agli errori, sia alle dimenticanze, ha fornito alcune importanti indicazioni.

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