Assistenza fiscale imprese: Equitalia Esatri e Assolombarda siglano accordo

 Continuano le alleanze sul territorio tra Equitalia ed il mondo produttivo. L’ultimissimo accordo in merito è stato siglato nella giornata di ieri, mercoledì 16 febbraio 2011, tra Equitalia Esatri e Assolombarda con l’obiettivo di rendere alle imprese, associate operanti nel terziario e nell’industria, il Fisco più agevole. A darne notizia è stato l’Ufficio Stampa di Assolombarda nel precisare come l’accordo abbia una durata biennale, e come questo riguardi quelle imprese operanti nell’area di competenza dell’Associazione, ovverosia quelle di Monza e Brianza, Lodi e Milano. A firmare l’accordo sono stati da un lato Alberto Meomartini, e dall’altro Giancarlo Rossi, amministratore delegato di Equitalia Esatri, con l’obiettivo di andare ad attivare, a favore delle imprese associate, una corsia preferenziale in materia di adempimenti tributari attraverso l’attivazione di uno sportello telematico. In particolare, presso questo sportello i delegati di Assolombarda potranno segnalare con un’auto-dichiarazione i provvedimenti di sgravio o di sospensione che riguardano i tributi, ma anche istanze per quel che riguarda la rateazione dei pagamenti, richiedere appuntamenti e verifiche sulla situazione dei debiti iscritti a ruolo.

Eurofisc, a Parigi stabilite le linee guida del gruppo

 Il progetto Eurofisc è nato nel 2008 per merito del Consiglio dell’Unione Europea e su forte pressione della Francia: lo sviluppo di un sistema multilaterale volto a contrastare le frodi fiscali, il coordinamento nello scambio di informazioni e la diffusione di buone pratiche rappresentano i compiti principali in questo senso, i quali richiedono, come appare chiaro, una collaborazione molto stretta tra gli stati dell’Unione Europea. La Francia, e in particolare la capitale Parigi, sono ancora il centro nevralgico per le riunioni di questo progetto, visto che in questi giorni si è tenuta la riunione per fissare quelle che sono le linee guida operative in vista dei prossimi incontri. Non si è trattato di un semplice meeting, bensì del primo vertice di Eurofisc, il quale comincia così a farsi conoscere e a prendere una forma più concreta.

Recupero da evasione ai contribuenti onesti

 Nei giorni scorsi, congiuntamente, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), Equitalia e l’Agenzia delle Entrate hanno alzato il velo sui dati 2010, in crescita, inerenti il recupero da evasione fiscale, tributaria e contributiva. Ebbene, la CGIA di Mestre, nel complimentarsi con i tre Enti, ha comunque ricordato come nel nostro Paese l’evasione fiscale sia stimata in ben 100 miliardi di euro all’anno di imponibile non dichiarato. Inoltre, secondo Giuseppe Bortolussi, Segretario dell’Associazione degli artigiani mestrina, queste somme, comunque rilevanti, che sono state recuperate andrebbero restituite ai contribuenti che pagano le tasse, ovverosia quelli onesti. Secondo la CGIA l’evasione fiscale non si può contrastare e combattere solamente con delle azioni efficaci di contrasto; per l’Associazione, oltre ad una seria lotta alla criminalità, serve anche un abbassamento della pressione fiscale e tributaria che nel nostro Paese rimane molto alta.

Compensazione fiscale: firmato il Decreto sui ruoli

 Il cosiddetto Decreto “compensa ruoli” è stato firmato dal Direttore Generale delle Finanze. A darne notizia con un comunicato ufficiale è stato proprio il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), ragion per cui presto, in linea con le attese e l’orientamento dell’attuale Governo in carica, si potranno portare in compensazione nell’F24 anche le imposte erariali che sono iscritte a ruolo. In particolare, la partenza della nuova misura è subordinata sia alla pubblicazione del Decreto stesso sulla Gazzetta ufficiale, sia all’istituzione, da parte dell’Amministrazione finanziaria dello Stato, ovverosia l’Agenzia delle Entrate, dei codici tributo che dovranno essere utilizzati per effettuare i pagamenti tramite il modello F24. Il Decreto, in particolare, è stato firmato in attuazione del Decreto Legge numero 78 del 2010, ed nello specifico del comma 1 dell’articolo 31.

Fisco e Scuola: la prima tappa del 2011 è la Liguria

 È la Liguria la regione protagonista dei nuovi incontri di Fisco e Scuola, l’iniziativa che l’Agenzia delle Entrate ha riservato alle scuole italiane per l’educazione alla legalità fiscale: Pag e Tax, i due protagonisti delle lezioni andranno a farsi conoscere agli studenti nel corso di quattro giornate, la prima delle quali è stata proprio quella di ieri. Si tratta, per la precisione, della prima tappa del 2011 del progetto della nostra amministrazione finanziaria, intenzionata a ripercorrere il successo delle annate precedenti, soprattutto quella che si è appena conclusa. Fino al 18 febbraio, dunque, gli studenti della scuola media di Cengio (Savona), quelli dell’Istituto tecnico commerciale Carlo Rosselli di Sestri Levante e quelli della scuola elementare San Pier di Canne di Chiavari, oltre all’Istituto Boselli di Varazze, potranno visitare gli uffici tributari di Genova e apprendere informazioni molto utili sul mondo delle tasse.

Scontrino fiscale: un optional per gli evasori

 Nel nostro Paese il rilascio dello scontrino fiscale è un optional per gli evasori a fronte di un reddito imponibile complessivamente non dichiarato in Italia che è pari a ben il 54,5%. E’ questa la percentuale ricavata da un ultimissimo Rapporto commissionato da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, a KRLS Network of Business Ethics. Sul territorio italiano ci sono poi Regioni come la Campania dove, in base alle rilevazioni effettuate, ci sarebbero addirittura due commercianti su tre che non rilasciano lo scontrino. L’indagine che KRLS Network of Business Ethics ha effettuato prendendo a riferimento i dati che, riguardo ai singoli Paesi dell’Unione Europea, sono stati comunicati dalle polizie tributarie, rivela inoltre come l’Italia mantenga saldo il record percentuale di imponibile evaso, con il 54,5% come sopra accennato, visto che al secondo posto c’è la Romania, sensibilmente staccata, con il 42,4% di imponibile evaso.

Evasione fiscale: caso hollywoodiano a Treviso

 Vivere per dieci anni una vita da nababbo senza “preoccuparsi” nel frattempo di versare un solo euro di tasse. E’ questo il caso hollywoodiano, un redditometro da guinness dei primati, in accordo con quanto riporta l’Agenzia delle Entrate della Regione Veneto, che gli 007 del Fisco hanno scoperto a Treviso. Non denunciando redditi dal 1998 al 2007, il contribuente scoperto dal Fisco nel frattempo, in tutto questo ampio lasso di tempo, aveva svolto attività lucrose al punto che la Direzione provinciale delle Entrate di Treviso ha contestato la bellezza di 15,7 milioni di euro tra maggiori imposte di tutti i tipi: dall’Irap all’Irpef e passando per le addizionali comunali, quelle regionali e, chiaramente, anche le sanzioni sin qui maturate. L’indagine a carico del contribuente è partita da rilievi e rilevamenti nel campo delle compravendite immobiliari, con i funzionari del Fisco che hanno scoperto l’acquisto di un immobile ottenendo da banche mutui per somme ingenti.

Federalismo fiscale: rischio divario economico per un italiano su due

 Nel nostro Paese un italiano su due, per la precisione il 50,2% della popolazione, teme che l’entrata in vigore del federalismo fiscale contribuirà ad allargare il divario economico tra il Nord ed il Sud del Paese. A rilevarlo è il Censis nel sottolineare come le attese sulla riforma del fisco in senso federalista spacchino in due il Paese. Il Rapporto del Censis arriva tra l’altro proprio oggi, giovedì 3 febbraio 2011, quando da pochissime ore la Commissione Bicamerale, con un pareggio, 15 a 15, ha respinto il Testo sul federalismo fiscale proposto dall’attuale Governo in carica. In ogni caso,il Censis ha altresì rilevato, con una maggioranza al Nord, che poco più di quattro cittadini italiani su dieci ritengono che comunque il federalismo fiscale potrebbe portare nel nostro Paese ad una riduzione dello spreco di denaro attraverso una migliore gestione dei soldi pubblici.

Congresso Usa: anche il debito pubblico diventa una tassa

 Il Congressional Budget Office (Cbo) è l’ufficio della Camera statunitense che si occupa della gestione economica e del bilancio: l’ultimo studio che è emerso da questo organismo ha messo in luce l’esistenza di una sorta di “tassa occulta”, la quale va a colpire in maniera indiscriminata sia i lavoratori che le aziende, vale a dire le somme che vengo utilizzate per rifinanziare il debito pubblico a stelle e strisce. L’ammontare non è di poco conto, anzi, e si aggira attorno ai novemila miliardi di dollari, quantità che deve comunque essere riferita al solo capitolo pubblico e federale. Il futuro non promette niente di buono in questo senso ed è stato previsto persino un incremento; per il momento, però, i consumatori vedono assorbiti dalle loro tasche circa duecento miliardi di dollari, per la precisione 197.

Evasione fiscale: in Italia spopolano i ricchi nullatenenti

 Nel nostro Paese, mentre il debito pubblico aumenta inesorabile, crescono ancora di più sia i ricchi nullatenenti, sia i poveri possidenti che da un lato non dichiarano nulla o quasi al Fisco, e dall’altro vivono una vita agiata spendendo migliaia di euro. Al riguardo, infatti, Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, ha fornito un nuovo aggiornamento su coloro che vivono nel lusso pur non avendo “nulla da dichiarare“. In particolare, presso località rinomate come Roccaraso, Cortina, Abetone, Madonna di Campiglio, Corvara, Sestriere, Selva di Val Gardena, Courmayer, Passo del Tonale, Bormio, Passo del Tonale ed Aprica, ci sono pensionati con la social card e nullatenenti che hanno intestati beni di lusso facendo da veri e propri prestanome di facoltosi imprenditori che, di conseguenza, possono così evadere le tasse.

La Cina si prepara per una tassa sulle risorse naturali

 Introduzione di una tassa sull’uso delle risorse naturali: é la proposta della Cina per ridurre la dipendenza delle autorita’ locali a fronte della vendita di terreni. Il quotidiano China Daily ha sottolineato inoltre che il governo ha intenzione di rivedere anche al rialzo le tasse per le fasce ad alto reddito e introdurre una tassa fondiaria. La Cina, soprattutto nella zona del Nord Ovest è ricca di risorse naturali: i giacimenti di oro, argento, rame, stagno, nichel, platino, litio, manganese, alluminio, ferro, sale e borace sono ai primi posti nel paese.

L’Ocse boccia l’ordinamento fiscale di San Marino

 Ormai è un dato di fatto, tra l’Ocse e la Repubblica di San Marino è guerra aperta: l’organizzazione parigina ha infatti letteralmente bloccato il piccolo stato del Titano, lamentando le lacune presenti nell’ordinamento tributario, talmente gravi da non permette il pur minimo scambio informativo in campo fiscale. Gli standard dell’Ocse sono noti da tempo, così come la sua battaglia nei confronti dei paradisi offshore, dunque non deve sorprendere più di tanto se il rapporto su San Marino sia così poco lusinghiero. I lavori del Global Forum sono suddivisi in diverse fasi e in questo caso ci troviamo ancora alla Fase 1, visto che il passaggio alla fase successiva relativa alla trasparenza fiscale è stato interrotto proprio per i motivi appena citati, almeno fino a quando le carenze normative della Repubblica non saranno colmate.

Bollettino postale: impugnazione possibile in sede di Ctr

 Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha portato una ventata di chiarezza per quel che riguarda l’utilizzo dei bollettini postali del fisco: in particolare, la pronuncia è la numero 25591 dello scorso mese di dicembre ha messo in luce come sia possibile fare ricorso in Commissione Tributaria contro questo specifico mezzo di pagamento, il quale può quindi essere considerato come un vero e proprio atto impositivo con cui l’Agenzia delle Entrate pone in essere la propria pretesa fiscale. Si tratta, a conti fatti, di una vera e propria equiparazione con il consueto avviso di liquidazione, il quale svolge infatti le stesse funzioni appena elencate. Come si è arrivati alla sentenza della Suprema Corte?

Tunisia: l’evasione fiscale incide sui conti pubblici

 L’attuale situazione politica della Tunisia, come è ormai noto a tutti, non è delle migliori: ad aggravare questo quadro si è aggiunta dal carattere più prettamente economico, la quale ha messo in luce l’enorme disagio fiscale che sta vivendo la nazione africana. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dal Global Financial Integrity, infatti, il governo di Tunisi avrebbe perso addirittura 1,16 miliardi di dollari per quel che concerne il 2010 e i flussi di capitali illeciti. Le statistiche sono piuttosto eloquenti ed è emerso un calo netto dei capitali utili per il paese, i quali sono finiti all’estero e hanno gonfiato ancor di più il debito pubblico. L’evasione del fisco e il riciclaggio del denaro sono i due principali responsabili di questo disastro finanziario, come spesso accade nei casi di trasferimenti illeciti dei fondi.