Oristano rappresenta senza dubbio uno dei comuni sardi più gettonati dai turisti, per le sue risorse del territorio, il suo splendido golfo e le attrazioni storico-culturali: in città, quindi, sono nati a un buon ritmo Bed & Breakfast volti ad ospitare questo flusso di visitatori, in modo da offrire prezzi accessibili a tutti, ma è proprio questa tipologia di alloggio che è stata coinvolta in una vasta operazione condotta dall’Agenzia delle Entrate. Che cosa è successo esattamente? In realtà, si trattava nello specifico di alloggi informali soltanto dal punto di vista della presentazione, mentre concretamente le strutture erano dei veri e propri alberghi che disponevano di qualsiasi tipo di comfort. L’ubicazione prescelta era quella nei pressi del litorale sardo: i servizi erano davvero svariati, lavanderie, cassaforte, bus-navetta, pensioni complete e anche idromassaggi, per un totale di ricavi non dichiarati al Fisco pari a circa 270.000 euro.
News Fiscali
La Corte dei Conti lancia l’allarme Fisco: conti troppo instabili
L’appello lanciato ieri dalla Corte dei Conti mette in evidenza la situazione non troppo rosea del Fisco del nostro paese: secondo quanto affermato in un’audizione alla Camera da Luigi Giampaolino, numero uno dell’organo giurisdizionale italiano, non si può certo rimanere ottimisti nel leggere i risultati del Dpef (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria), visto che i risultati in materia di politica fiscale e tributaria non sono quelli auspicati. Che cosa è emerso dunque da questa disamina della Corte? Il quadro economico di base che sta attualmente caratterizzando l’Italia presenta fin troppi rischi di finanza pubblica, oltre che un andamento a rilento dell’economia interna rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea. In particolare, il prodotto interno lordo risulta essere in crescita nelle nazioni principali del Vecchio Continente: in Germania esso è cresciuto di quattro punti percentuali, mentre in media si è assistito a un incremento del 2%.
L’Olaf dà il via ai propri seminari antifrode in Italia
La sigla Olaf contraddistingue l’Office européen de Lutte Anti-Fraude (si tratta in pratica dell’Ufficio europeo per la lotta anti frode, istituito nel 1999 dalla Commissione Europea): l’obiettivo di tale ente, come si può evincere già dal nome, è quello di contrastare nel modo più efficace possibile la corruzione e le frodi finanziarie, ovviamente anche dal punto di vista fiscale ed è proprio in quest’ottica che sono stati avviati ormai da due giorni degli appositi seminari-lezioni nel nostro paese. L’Olaf ha scelto nello specifico undici tappe e undici regioni diverse per fornire la propria formazione e diffondere le relative informazioni nel campo in cui opera: per essere più precisi, il riferimento deve andare al programma denominato Hercule II 2007-2013, il quale poi ricomprende un altro progetto, il “Programma di azione comunitaria per promuovere attività nel campo della protezione degli interessi finanziari della Comunità”.
Ocse, sedici paesi membri utilizzano gli sms del Fisco
Il cellulare squilla, il tipico trillo di un messaggio ricevuto: in gran parte delle nazioni che fanno parte dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) a questa operazione quotidiana viene associata una informazione fiscale di primaria importanza, visto che è sempre più sviluppato in queste amministrazioni tributaria l’utilizzo del sistema di sms (il noto acronimo che identifica lo Short Message Service) per comunicare ai contribuenti la scadenza di un pagamento o la mancata indicazione di qualche dato nella dichiarazione dei redditi. L’ultima indagine dell’organizzazione parigina ha messo in luce come siano svariate decine di milioni i soggetti dell’area che ricevono messaggi telefonici di questo tipo, un servizio nuovo e che sta subendo un’importante fase di potenziamento. L’obiettivo in questo senso è abbastanza chiaro, vale a dire la riduzione della tempistica degli adempimenti e anche delle spese necessarie per le operazioni in questione.
Alcol, raddoppiando tasse ridotte le morti
Raddoppiare le tasse su vino, birra e liquori potrebbe salvare la vita di tante persone, precisamente una su tre. Secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Public Health imporre un aumento a carico dei consumatori sarebbe la mossa più efficace per limitare il consumo di alcol e quindi la mortalità correlata all’abuso di bevande alcoliche. Gli studiosi sottolineano che nessun programma di dissuasione avrebbe gli stessi effetti, hanno analizzato 50 anni di ricerche scientifiche dedicate alle statistiche della mortalità alcol-correlata.
Incrementare del 100% le imposte – scrivono i ricercatori dell’Università della Florida – porterebbe ad una riduzione di un terzo (-35%) delle morti totali, dell’11% delle vittime della strada, senza contare la riduzione di un altro 3,4% degli episodi di criminalità e violenza domestica e del 6% delle malattie sessuali. Abbiamo esaminato 340 statistiche che coprono circa mezzo secolo di studi, scoprendo che regolando le aliquote di imposta, come già si fa per parametrarle all’inflazione, si potrebbero salvare migliaia di vite e risparmiare miliardi di dollari in costi legali e sanitari.
Liste Ocse, aumenta la trasparenza fiscale con le Isole Cook
Come è noto ormai da qualche tempo, l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) è impegnata in un’ampia opera volta ad allargare il più possibile la trasparenza in ambito fiscale: tutto ciò viene reso possibile attraverso le liste che lo stesso ente parigino ha approntato per i suoi paesi membri, suddividendo in base ai colori (bianco, grigio e nero) le caratteristiche della fiscalità. I risultati fino a questo momento sono stati piuttosto lusinghieri, l’obiettivo è quello di rinfoltire in modo continuo la lista bianca, vale a dire l’elenco in cui sono ricomprese le nazioni che si impegnano a sottoscrivere accordi e convenzioni tributarie: il totale è cresciuto recentemente a 76 unità, grazie al fondamentale ingresso di un nuovo stato che ha deciso di venire incontro agli standard internazionali. Lo scorso 3 settembre, infatti, in base a un documento della stessa Ocse, è stata messa in luce una situazione ben precisa.
Il Fisco irlandese svela il profilo tipico dei propri evasori
L’economia irlandese è in crisi, anzi no, i dati ancora non lo dimostrano: le difficoltà che gli analisti incontrano attualmente nel valutare la situazione della nazione nordeuropea sono dettate soprattutto dal fatto che la crisi è effettivamente cominciata, ma ancora non si riesce a percepirla in maniera effettiva. È il fronte contabile, in particolare, quello che risente maggiormente di tale situazione, con i bilanci delle principali aziende che ormai si stanno quasi abituando a un intenso colore rosso. Tra l’altro, nemmeno gli investimenti esteri e il comparto immobiliare possono dare una mano in questo senso. Ciò che ha stupito di più, però, è stato il mancato varo di una manovra fiscale da parte del governo di Dublino: il livello di tasse e imposte è rimasto agli stessi livelli da troppo tempo a questa parte e non si può negare che questo sia un fattore condizionante in negativo.
Evasione fiscale: 11 anni prima che bussi l’ispettore
Nel nostro Paese il 15% delle grandi società di capitali dichiara redditi inferiori al livello dei 10 mila euro, ovverosia meno di un impiegato; ma analizzando i bilanci delle imprese dal 2005 al 2008, considerando sempre le società di capitali, circa 800 mila nel nostro Paese tra società per azioni e società a responsabilità limitata, metà di queste non pagano le imposte sui redditi in quanto dichiarano, anche per più anni consecutivi, dei bilanci in rosso. Questo è, tra l’altro, quanto mette in evidenza l’Associazione Contribuenti.it nel sottolineare come a livello statistico il tempo che passa affinché il Fisco bussi alla porta di un evasore fiscale sia pari a ben 11 anni. Questo per dire che è praticamente impossibile ogni anno andare a stanare tutti gli evasori fiscali proprio perché ci sarebbe bisogno di un vero e proprio esercito di funzionari preposti a scovare i furbi. In base alle stime elaborate proprio dall’Associazione Contribuenti.it, lo scorso anno il Fisco ha effettuato controlli su meno del 10% dei potenziali evasori, da cui si evince come la probabilità di incontrare l’ispettore per un evasore fiscale sia di una ogni 11 anni.
Attività agricole connesse: ecco i beni collegati al Tuir
La pubblicazione che è stata effettuata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 10 settembre ha avuto una rilevanza notevole dal punto di vista fiscale e tributario, in particolare per quel che concerne l’ambito del settore primario: in effetti, un apposito testo normativo, il Decreto dello scorso 5 agosto (si tratta di una legge appositamente individuata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha provveduto a indicare nel dettaglio quali sono i beni che possono diventare oggetto delle cosiddette “attività agricole connesse” (come recita espressamente l’articolo 2135 del codice civile, queste attività sono quelle che sono poste in essere dall’imprenditore agricolo e che sono dirette alla conservazione, manipolazione, trasformazione e commercializzazione di un determinato fondo).
Riscossione: Equitalia, precisazioni su Maradona
Diego Armando Maradona è stato un grande calciatore, ed è ancora molto amato dai tifosi, ma questo non lo pone in una posizione diversa dagli altri contribuenti che devono compiere nei confronti del Fisco il proprio dovere. E’ questa la posizione ufficiale di Equitalia a seguito dell’ipotesi del ritorno a Napoli di quello che da molti viene considerato il più grande giocatore di tutti i tempi. Ma Equitalia è intervenuta anche a seguito delle dichiarazioni fatte da Salvatore Bagni, ex calciatore, il quale, in accordo con quanto riportato dalla stampa, avrebbe dichiarato che “in passato gli hanno confiscato orologi e orecchino quando è venuto in Italia, vorrà dire che stavolta non li porterà con sé“. Equitalia, in merito a tali dichiarazioni, constata come nel nostro Paese sia necessario un cambiamento culturale visto che proprio certi comportamenti in Italia non hanno fatto altro che favorire l’evasione.
Usa: no agli sgravi fiscali ai ricchi
Obama non ha dubbi: a fine anno dovranno decadere le riduzioni d’imposta a favore dei contribuenti con reddito superiore ai 250.000 dollari annui, i cosiddetti Paperoni d’Oltreoceano. Quegli sgravi erano stati voluti da Bush, e sono stati ereditati dalla legislatura attuale. Obama risponde con un secco no alla continuità di tale agevolazione: il presidente degli Stati Uniti è fermamente contrario all’estensione oltre quest’anno dei tagli alle tasse per i cittadini più benestanti. Il piano del governo prevede un taglio di tasse per i nuclei famigliari con un reddito inferiore ai 250.000 dollari per le coppie e sotto i 200.000 per le persone sole. Stiamo parlando del 98% degli americani, quindi solo il 2% va al di là di questo tetto. Per queste persone, l’amministrazione vuole riportare la tassazione ai livelli precedenti al 2001.
Expo di Shanghai: Cina ed Ue intensificano i rapporti doganali
L’incontro internazionale che si sta attualmente svolgendo a Shanghai, in Cina, fa parte integrante dell’Esposizione Universale che sta caratterizzando la più popolosa città dell’ex Impero Celeste: al centro dei dibattiti, tra le altre questioni, sono stati inseriti argomenti di stretta attualità riguardanti gli scambi commerciali e gli aspetti fiscali ad essi collegati. L’intento principale dei negoziati è proprio quello di intensificare questi flussi, in modo da offrire una adeguata protezione ai cittadini; in particolare, la conferenza in questione si sta soffermando sui rapporti che contraddistinguono la stessa Cina e l’Unione Europea, beneficiando, tra l’altro, della presenza di Algirdas Semeta, commissario europeo per la Fiscalità e l’Unione Doganale. C’è subito da precisare che il rispetto delle norme delle dogane viene considerato fondamentale per quel che concerne la sicurezza degli scambi commerciali, garantendo in tal modo la libera circolazione delle merci tra i vari partner.
Svizzera, la riforma fiscale comprende anche le bevande
Le ultime riforme normative approntate dalla Svizzera riguardano molto da vicino alcuni rilevanti aspetti fiscali: il riferimento, infatti, va alle cosiddette bevande “spiritose” e all’alcool. In particolare, nel primo caso si provvederà a semplificare enormemente il sistema e i controlli tributari del relativo mercato, mentre la seconda novità si riferisce alla separazione degli interessi fiscali da quelli più prettamente sanitari. Cerchiamo ora di comprendere cosa vuole ottenere la nazione elvetica con questi due testi. I principali benefici che si potrebbero ricavare dalla nuova legge sull’alcool sono sostanzialmente una rinnovata efficacia della politica federale nel comparto in questione e un raggruppamento significativo delle relative disposizioni di tipo commerciale. Le politiche appena citate sono soprattutto quelle volte a tutelare i consumatori più giovani di bevande alcoliche, assoggettando il commercio a delle disposizioni che tengano conto degli effetti nocivi che sono compresi in questo caso.
Rinascono i consigli tributari: ecco i dubbi dei Comuni
Mancano pochi giorni ormai alla vera e propria rinascita dei Consigli Tributari: ma di cosa si tratta esattamente? I Comuni italiani si affidano con grande fiducia al loro operato, soprattutto in vista di una più intensa lotta all’evasione fiscale e dell’Erario, ma in molti nutrono dubbi circa la struttura e la reale efficacia. Bisogna subito precisare che questi specifici organismi esistevano già qualche tempo fa, più precisamente nel corso degli anni Settanta, quando vi furono delle esperienze non troppo felici in tal senso; ora, con l’introduzione della cosiddetta manovra correttiva, si vuole provvedere a rendere più solida la collaborazione tra l’Agenzia delle Entrate, la Guardia di Finanza e l’Inps. L’obiettivo principale, piuttosto utopistico, sarebbe quello di reintrodurre i consigli entro la fine di questo mese, in modo da aumentare il premio per gli stessi comuni, ma non si comprende ancora bene la vera utilità di questi enti.