San Marino e le prime ammissioni sull’evasione fiscale

 L’ultima relazione che la Banca Centrale di San Marino ha provveduto a consegnare al governo è stata finalmente improntata al realismo. Sono due, in particolare, le ammissioni che si notano maggiormente nel testo: anzitutto, il fatto che si cominci ad ammettere che l’economia locale riesce a sopravvivere in buona parte grazie all’evasione fiscale e, inoltre, che questa stessa evasione è da considerarsi come reato anche nella piccola repubblica. In questo modo verrebbe meno uno dei cavilli su cui si basa la magistratura sanmarinese per respingere le diverse rogatorie internazionali, vale a dire il fatto che non sia reato rubare su tasse e tributi. Il documento porta la firma di Luca Papi, il banchiere su cui il governo ha puntato molto per sostenere l’immagine e la credibilità internazionale di San Marino. Appare ovvia la pubblicazione di questo rapporto in un momento simile: la piccola repubblica, infatti, avverte sempre più il fiato sul collo del fisco italiano, col ministro Giulio Tremonti che ha posto in essere una vera e propria unità per indagare sui contribuenti italiani che hanno finora prediletto l’off-shore. Ma anche prima dell’intervento italiano, c’era stata l’operazione della procura di Forlì, con numerose indagini sulle banche sanmarinesi.

 

Niente fermo contabile per sospendere il rimborso Iva

 Nel caso venga presentata un’istanza di rimborso ai sensi del Dpr 633 del 1972, il Fisco non può avvalersi dell’istituto del “fermo contabile” (lo strumento amministrativo introdotto dal Regio decreto 2440 del 1923), visto che la disciplina relativa all’Iva impone alcune garanzie nei confronti dell’Erario per proteggerlo da eventuali indebiti rimborsi d’imposta. Questa disposizione è quanto si evince dall’ordinanza che la Cassazione ha provveduto a pubblicare lo scorso 1°luglio. La sentenza si riferisce a un ricorso presentato contro la sospensione del rimborso del credito Iva relativo al 2005; la Commissione tributaria ha accolto il ricorso esulla stessa linea di pensiero si è “schierata” anche la sentenza dei giudici di appello, motivando il tutto con la violazione dell’articolo 69 del Regio decreto. La Cassazione ha invece respinto lo stesso ricorso prendendo a riferimento il fatto che in tema di rimborsi, esistono specifiche garanzie nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, una condizione, dunque, che preclude il ricorso all’istituto del fermo amministrativo.

 

Irlanda: nuovi accordi per combattere le pratiche fiscali dannose

 La lotta che l’Irlanda ha posto in essere nei confronti delle pratiche fiscali nocive connesse ai fenomeni di evasione internazionale è davvero molto intensa; la strategia delle autorità del paese britannico è quella di prevenire tali fenomeni mediante l’utilizzo di strumenti normativi che siano in grado di svelare le pratiche fiscali in quei paesi che, a causa di un regime tributario particolarmente conveniente, sono i più “adatti” ad operazioni artificiose come quelle sopracitate. È indubbio che in questo momento la lotta ai paradisi fiscali sia giunta in una buona fase e continui ad attirare sempre più consensi. I mezzi usati finora si riferiscono soprattutto alla diplomazia e alla cooperazione internazionale. Gli ultimi trattati che l’Irlanda ha provveduto a firmare in questo senso consentiranno di ottenere maggiori informazioni, in particolare con riferimento alle indagini bancarie: il numero delle intese è ora giunto a otto, dopo la conclusione degli accordi con le Isole Cayman e Gibilterra (giugno 2009), Guernsey e Jersey (marzo 2009) e con le Isole di Man. La lotta riguarda anche i fenomeni di dividend washing e dividend stripping.

 

Eurofisc: regole comuni in Ue per contrastare le frodi

 In questi giorni é stata presentata dalla Commissione Ue una proposta articolata di riforma della disciplina sulla cooperazione nel settore Iva. La novità della riforma è la creazione di Eurofisc: una struttura operativa comune in grado di supportare gli Stati membri a una più efficiente comunicazione e una rapida azione di contrasto alle frodi Iva intracomunitarie.

Nell’odierna situazione economica è più importante che mai contrastare le frodi fiscali con effettività ed una cooperazione amministrativa tra le Amministrazioni Fiscali pienamente funzionante è lo strumento principe in argomento – ha affermato Laszlo Kovacs, Commissario europeo per la Fiscalità e le Dogane. Il mio obiettivo è di assicurarmi che le Autorità Fiscali abbiano tutti gli strumenti operativi e giuridici idonei per operare contro le pervasive frodi comunitarie Iva e che ciascuna Amministrazione possa efficacemente collaborare.

Le liste dell’Ocse si svuotano, ma per ora non hanno effetti sull’Italia

 L’attività di adeguamento agli standard internazionali imposti dall’Ocse in materia di trasparenza fiscale prosegue a gonfie vele. In effetti, risale a pochi giorni fa l’annuncio, da parte della stessa organizzazione, di un altro importante risultato, vale a dire il raggiungimento di 12 convenzioni relative allo scambio di informazioni anche per quel che riguarda le Isole Cayman e le Isole Vergini, e la conseguente cancellazione dei due stati dalla cosiddetta black list. La “lista bianca”, ovvero quella che raggruppa i paesi maggiormente trasparenti, comprende ora 46 nazioni, con una progressiva riduzione dei paradisi fiscali più accaniti. Per quel che riguarda gli altri paesi che mirano ad uscire dalla lista nera, salvo i casi di Antigua e Barbadua e Antille Olandesi (le quali hanno già stipulato sette accordi), la maggior parte risulta ancora molto lontana dall’obiettivo.

 

La nuova legge svedese eviterà la doppia imposizione fiscale sui redditi

 Sono ormai passati due mesi da quando il governo svedese ha presentato una proposta di legge molto interessante dal punto di vista fiscale: se infatti vi sarà l’approvazione, tale legge andrà a introdurre i cosiddetti Apa, acronimo che sta per Advance Princing Agreements nell’ordinamento tributario del paese scandinavo. Si tratta di una novità rilevante, in quanto fino ad oggi i contribuenti svedesi hanno dovuto anzitutto provveduto a determinare il metodo di calcolo dei prezzi di trasferimento transnazionali, al fine di evitare la doppia imposizione economica sui loro redditi. In questo caso, si è fatto riferimento al modello Ocse di convenzione fiscale dedicato alla Mutual Agreement Procedure, già presente in molti altri trattati sottoscritti dalla stessa Svezia. Cosa si intende per Apa? Sostanzialmente, si tratta di un’intesa tra il contribuente e il fisco, la quale consente di fissare il metodo di determinazione del prezzo di libera concorrenza in relazione alle transazioni oggetto dell’accordo.

 

I papers del Fmi: effetti e soluzioni fiscali legati alla crisi

 I papers pubblicati di recente dal Fondo Monetario Internazionale hanno inteso mettere in luce quelli che sono stati gli effetti prodotti dalla crisi finanziaria sulle entrate delle amministrazioni fiscali, ma anche i metodi da utilizzare per porre un freno alle operazioni maggiormente elusive. Come ha sottolineato lo stesso Fondo, con la congiuntura economica negativa e il peggioramento delle condizioni finanziarie, le agenzie del fisco sparse in molti paesi hanno dovuto affrontare nuove sfide, legate soprattutto alla crescita del rischio di compliance (il quale ha coinvolto molte questioni tributarie) e le perdite riportate dalle imprese. Questo paper è stato intitolato “Collecting Taxes during an economic Crisis: challenges and policy options”. Il suo obiettivo è quello di esaminare molte tematiche di rilievo internazionale, tra cui la riscossione delle imposte durante la crisi, gli strumenti a disposizione del fisco per contrastare la stessa crisi e i rischi per il settore finanziario. Riguardo, poi, alla questione delle operazioni potenzialmente elusive ed evasive, il paper dell’Fmi ha concentrato la propria attenzione soprattutto sulla disciplina del riporto delle perdite e delle operazioni cross-border.

 

Il Belgio propone agevolazioni fiscali anche per i non residenti

 Il Belgio sta per offrire delle nuove opportunità fiscali per i cittadini non residenti: infatti, anche coloro che non risiedono nello Stato dal punto di vista del Fisco, ma che comunque svolgono attività d’impresa potranno beneficiare della deduzione sui redditi derivanti da brevetti. L’interessante sconto fiscale si presta però a manovre artificiose, relative soprattutto alla quantificazione dei prezzi di trasferimento infragruppo. È proprio per tale motivo che le disposizioni sono state pensate anche per scongiurare questo rischio; i redditi che si riferiscono a soggetti esteri non sottoposti a tassazione in Belgio, non possono essere ammessi allo stesso modo all’agevolazione in questione. La normativa belga prevede, in effetti, una deduzione sui redditi che derivano dall’uso di brevetti, vale a dire i diritti di sfruttamento delle nuove invenzioni che possono essere applicate nel settore industriale.

 

Fisco britannico: le novità in materia di transfer pricing

 Lo scorso 23 aprile lo Special Commissioner of Income Tax, il primo grado della giustizia tributaria britannica, aveva pubblicato una storica sentenza circa il transfer pricing, anche se, bisogna sottolinearlo, l’interesse valica i confini dello stesso Regno Unito. Si tratta di una questione fondamentale, che concerne la determinazione dei prezzi di trasferimento infragruppo e dei cosiddetti prezzi “comparables. Quale caso è stato al centro di questo confronto? La Dsg Retail Ltd, tra i maggiori distributori britannici per quel che riguarda i beni di largo consumo e i prodotti elettronici, era finita sotto l’attenzione del fisco del Regno Unito per i premi pagati tra il 1996 e il 2004 ad entità residenti nell’Isola di Man; in particolare, come già accennato in precedenza, la questione rilevante si riferiva alla determinazione dei prezzi di trasferimento.

 

La Corea del Sud diventa sempre più “verde” con i nuovi incentivi fiscali

 L’esecutivo della Corea del Sud si è prefisso un obiettivo alquanto ambizioso: è infatti in fase di studio la promozione di investimenti nelle industrie cosiddette “a crescita verde”, anche ricorrendo alla leva fiscale, oltre all’ampio utilizzo di fonti di finanziamento destinate alle industrie del settore. Anche altri paesi dell’economia asiatica hanno deciso di puntare i loro sforzi sul potenziamento delle misure volte a ridurre gli effetti del gas serra; un esempio molto interessante in questo senso è fornito dalla Cina, la quale ha di recente annunciato un piano di investimenti (dovrebbe concludersi entro il 2020) per 15 miliardi di dollari al fine di sviluppare le energie alternative. Ma il presidente sud coreano, Lee Myung-bak è andato oltre: la sua idea è quella di rendere maggiormente disponibili le fonti di finanziamento del settore, creando appositi fondi di investimento, e, soprattutto, concedendo incentivi fiscali alle piccole e medie imprese che si impegneranno in tali progetti. La leva fiscale verrà innalzata dai 2 trilioni di won che sono disponibili quest’anno a circa 2,8 trilioni nel 2013; a questa cifra deve poi essere aggiunto il finanziamento che verrà elargito da Korea Development Bank. L’altra direttrice operativa lungo la quale il governo coreano intende mettere a punto i suoi programmi è quella della certificazione per la convalida dell’uso di tecnologie verdi e di progetti ecocompatibili.

 

Tremonti prosegue la stretta offshore sulle tasse

 Una delle novità introdotte con le ultime misure anti-crisi firmate dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, potrebbero rovinare i sonni tranquilli di molti imprenditori che hanno deciso di sviluppare una fitta rete di società in paesi europei vantaggiosi dal punto di vista fiscale. Infatti, vengono estese a tutti i paesi stranieri le regole che sono attualmente previste per i paradisi fiscali veri e propri. Per fare un esempio, se una società controllata da soggetti italiani, ma con sede all’estero, pagasse localmente meno tributi rispetto a quello che succederebbe in patria, allora dovrà provvedere a versare la differenza al suo fisco nazionale. Qual è l’intento della norma? Sostanzialmente si vogliono limitare al massimo gli arbitraggi fiscali, vale a dire la scelta di collocare la sede di un’impresa in un paese che consente di pagare meno tasse. Sarà ora compito delle banche documentare che gran parte delle fonti di finanziamento e dei ricavi sono nate nel territorio di insediamento.

Il Fisco cinese rafforza i controlli sui prezzi di trasferimento

 La State Administration of Taxation, il fisco della Cina, ha provveduto a potenziare e rafforzare i controlli sulle principali operazioni relative alla disciplina del transfer pricing. Si tratta di una disciplina che, negli anni recenti, ha avuto considerevoli sviluppi e che può contare su disposizioni normative molto variegate tra loro. In particolare, quando si parla di prezzi di trasferimento, si prendono a riferimento soprattutto il PRC Income Tax Law for Foreign-Invested Enterprises and Foreign Enterprises e i Guoshuifa numero 114 e numero 2 del 2008 e 2009. Molto importante è anche il Guoshuifa numero 85, sempre del 2009, il quale tratta dell’accertamento e della ripresa del reddito imponibile del contribuente, per quel che concerne, appunto, l’applicazione della disciplina del transfer pricing. L’obiettivo che si vuole perseguire con questa disciplina è quello di intensificare il controllo sulle operazioni di evasione fiscale: in questo senso, investimenti, operazioni societarie, transazioni e dati riportati nelle dichiarazioni dei redditi vengono sottoposti a verifica in caso di audit.

 

Iai e lotta alle frodi fiscali: è il turno della presidenza italiana

 Dallo scorso 16 giugno l’Italia è alla presidenza della Iai, acronimo che sta per Iniziativa Adriatico Ionica: il mandato italiano scadrà a maggio 2010 ed è immediatamente successivo a quello tenuto in precedenza dalla Grecia. La Iai è stata istituita con la conferenza sullo Sviluppo e la Sicurezza nel mare Adriatico e Ionio del 2000 ed ha il fine ultimo di rafforzare e migliorare la cooperazione regionale tra le due sponde, soprattutto in ambito economico e fiscale, per agevolare l’avvicinamento dei paesi dei Balcani all’Europa. Si tratta comunque di un progetto tutto italiano, maturato sin dal 1989: tale cooperazione regionale ha il compito di coordinare i settori della sicurezza, il contrasto al crimine organizzato e all’immigrazione irregolare, anche e soprattutto intensificando la lotta alle frodi fiscali. Col tempo, poi, le finalità si sono ampliate e ora molti altri settori sono ricompresi nella sfera d’azione dell’iniziativa. Anche l’operato congiunto con le università e i centri di ricerca e sviluppo dei paesi del bacino dell’Adriatico e dello Ionio ha rafforzato le relazioni economiche.

 

Ubs e Fisco Usa: c’è l’accordo per evitare altre multe

 La vicenda che sta coinvolgendo Ubs, una delle principali banche svizzere, e il Fisco statunitense è ormai chiara ai più: il governo americano ha infatti accusato l’istituto elvetico di aver agevolato un numero molto alto di frodi ed evasioni fiscali, ma è comunque in vista un importante accordo tra le parti. L’ipotesi che era stata paventata nei giorni scorsi, vale a dire una nuova maxi multa nei confronti della banca, è stata scongiurata in cambio dell’ottenimento di 5.000 nominativi dei clienti americani di Ubs (il totale ammonta a circa 52.000). Berna e Washington non hanno finora confermato nulla, ma è soprattutto la stampa svizzera a insistere su queste voci. Era stato il giudice di Miami, Alan Gold, a presentare una proposta di intesa: multa per l’istituto elvetico e fornitura di un numero ridotto di nomi. Ora invece starebbe diventando concreta l’eliminazione della sanzione pecuniaria, in quanto la consegna dei nominativi potrebbe avvenire nel pieno rispetto del segreto bancario che vige in Svizzera; si punterà molto sulla maggiore collaborazione riguardo la lotta all’evasione fiscale posta in essere di recente dall’accordo tra i due governi in tema di doppia imposizione.