Le pensioni dei dipendenti pubblici subiscono una nuova inversione di rotta: il comma 11 dell’articolo 72 della legge 133 del 2008, dopo pochi mesi, ha infatti puntato verso una sorta di “svecchiamento” del pubblico impiego. Torna quindi in auge la pensione per i dipendenti pubblici al momento del raggiungimento dei 40 anni di anzianità contributiva. Si tratta di una novità contenuta nella cosiddetta manovra d’estate e che rende vana la riforma Brunetta dello scorso marzo, la quale aveva previsto il pensionamento dopo 40 anni di anzianità massima di servizio effettivo. La norma è dunque tornata nella sua versione originale: il fatto che non siano più necessari 40 anni di servizio effettivo significa che la platea di pensionati in questione sarà molto più ampia, visto che si conteggeranno anche i periodi precedenti all’assunzione, purché siano stati caratterizzati dal versamento dei contributi.