Pagare le tasse con le opere d’arte é possibile

 Avete evaso le tasse ma anche lapidato il vostro patrimonio e ora il Fisco vi chiede di reintegrare la vostra posizione fiscale. Niente paura, se mancano i liquidi per pagare le tasse, il debito con il Fisco può essere saldato con un’opera d’arte. Lo consente la legge 512/1982, la cosiddetta “legge Guttuso” che permette di chiudere i conti con l’erario barattando il denaro con opere artistiche.

La legge ha così consentito ai debitori del Fisco di saldare la propria posizione versando allo Stato non denaro bensì opere d’arte: quadri, statue, souvenir, gioielli, reperti archeologici, libri antichi. La legge consente in questo modo allo Stato di acquisire dai privati il patrimonio storico e artistico in loro possesso, per garantirne la tutela e la fruibilità del pubblico.

Dall’IRPEF all’IVA, fino alla tassa sulle successioni e donazioni, per tutto si può far ricorso al dipinto della sala da pranzo.

Cartelle di pagamento: gli interessi di mora diventano più leggeri

 Buone notizie in futuro per chi dovrà pagare in ritardo le cartelle di pagamento. A partire dal prossimo mese di ottobre, infatti, scatta un taglio dell’1,5% sugli interessi di mora, che scendono così per i versamenti effettuati in ritardo al 6,8% calcolato su base annua; a darne notizia è l’Agenzia delle Entrate nel precisare che sulla notifica delle cartelle di pagamento gli interessi di mora diventano più leggeri grazie ad un provvedimento del Direttore pubblicato nella giornata di ieri dall’Agenzia delle Entrate. Nello specifico, gli interessi annui di mora sugli importi da pagare passano dall’8,4% al  6,8358% a partire dall’1 ottobre 2009; trattasi di una revisione degli interessi applicati, così come prevede l’articolo 30 del dpr 602/73, in funzione dei tassi bancari attivi comunicati da Bankitalia e determinati prendendo a riferimento i valori dello scorso anno.

Contribuenti IVA mensile: versamenti entro il 18 maggio

 Per i contribuenti mensili, si avvicina a grandi passi questo mese l’appuntamento con il versamento dell’imposta sul valore aggiunto relativa al mese di aprile 2009; a maggio, tra l’altro, ci sono due giorni in più per versare l’imposta. Il termine sarebbe infatti quello del 16 maggio 2009, ma cadendo di sabato il termine ultimo per mettersi in regola con l’IVA mensile aprile 2009, da pagare con il modello F24, codice tributo “6004“, slitta al 18 maggio 2009. Ma la data del 18 maggio 2009 è altresì importante anche per i contribuenti IVA “trimestrali”, ovverosia quelli che si avvalgono di tale regime in virtù del fatto che hanno volumi d’affari annui inferiori a determinate soglie. Di norma ad avvalersi del pagamento trimestrale dell’IVA sono i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e le ditte individuali che, anche grazie ad una contabilità semplificata, si limitano a versare l’imposta sul valore aggiunto ogni tre mesi con l’applicazione di una maggiorazione fissa dell’1%.

Versamento imposte: pochi i soldi in cassa. Persone fisiche e imprese “preferiscono” le sanzioni

 Tira brutta aria quest’anno per lo Stato in materia di entrate fiscali. La crisi finanziaria ed economica ha avuto già il suo impatto sui primi due mesi del 2009, con entrate fiscali per l’erario in calo di quasi il 7% su base annua, ma per i prossimi mesi è difficile che la tendenza al ribasso possa essere spezzata. Sia le persone fisiche, ovverosia liberi professionisti, ditte individuali e titolari di partita IVA in genere, sia un vero e proprio esercito di piccole e medie imprese strozzate dal calo delle commesse, dalle difficoltà di accesso al credito, e da conseguenti livelli, molto scarsi, di liquidità, si apprestano infatti, molto probabilmente, a pagare le tasse a rate con le relative sanzioni. A conti fatti, quindi, molti contribuenti con partita IVA provvederanno a predisporre il modello Unico 2009, ma si terranno ben lontani dal versare le tasse nel mese di giugno in un’unica soluzione; anzi, molti probabilmente a giugno “salteranno” il giro iniziando a pagare a rate, da luglio a novembre, in cinque mensilità e con l’applicazione delle relative sanzioni legate al pagamento in ritardo rispetto ai termini previsti.

Ravvedimento operoso: sanzioni ridotte con il Decreto anticrisi

 Molto spesso capita di dover pagare le tasse in ritardo. Non perché non si vuole regolarizzare la propria posizione, ma perché magari i committenti non hanno pagato puntualmente le fatture; la crisi economica ha tra l’altro contribuito ad allargare i tempi tra l’emissione della fattura ed il relativo pagamento, al punto che con il recente “Decreto anticrisi” è stato introdotto il cosiddetto meccanismo dell’ IVA di cassa per mezzo del quale l’IVA può essere versata solamente in corrispondenza dell’effettivo pagamento. Ma con il “Decreto anticrisi” il Governo ha altresì alleggerito le sanzioni per chi paga le tasse in ritardo avvalendosi del cosiddetto “ravvedimento operoso“, che può essere breve, se le tasse vengono saldate con un ritardo non superiore ai trenta giorni, oppure lungo se il ritardo supera i trenta giorni. In entrambi i casi le sanzioni sono state alleggerite con la conseguenza che l’importo accessorio da pagare unitamente alle tasse in ritardo, nel modello F24, si riduce sensibilmente. In particolare, per il ravvedimento lungo le sanzioni sono state dimezzate da 1/5 del minimo previsto a 1/10; alle sanzioni ridotte andranno aggiunti gli interessi legali, come prescrive la Legge, in ragione del 3% annuo.