Enti non commerciali e società, in rete i software per Unico

 Tecnologia e fisco sono sempre più unite nel rendere la vita dei contribuenti italiani più semplice: i prodotti informatici si aggiornano in maniera costante e consentono un accesso migliore a queste versioni. Per quel che concerne i modelli Unico 2010, ci sono delle fondamentali novità in relazione ai software resi disponibili in rete dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate. In particolare, i soggetti interessati in questo senso sono le società di capitali e gli enti di tipo non commerciale, per quali vi sono da alcuni giorni i due documenti fiscali nei consueti pacchetti informatici che illustrano nel dettaglio le informazioni per una corretta compilazione; in effetti, si è deciso, a partire da questo periodo d’imposta, di far uso di una tecnologia di distribuzione maggiormente improntata all’attivazione delle applicazioni direttamente dal web, senza far ricorso alle procedure fin troppo complesse del passato. Come bisogna regolarsi in questo senso?

 

Elusione fiscale: Campania, Entrate recupera due milioni di euro

 Attraverso una intensa e minuziosa attività di intelligence, l’Agenzia delle Entrate, con la formula dell’accertamento con adesione, ha incassato due milioni di euro nell’ambito della scoperta di un disegno elusivo alquanto sofisticato che è stato scovato dall’Amministrazione finanziaria. A darne notizia è la Direzione Campania dell’Agenzia delle Entrate nel sottolineare come si siano recuperate le somme sopra citate in virtù di una verifica fiscale effettuata dall’Ufficio Grandi contribuenti a carico di un impresa operante nel settore del terziario. Il tentativo di eludere il fisco, in accordo con quanto rivela l’Agenzia delle Entrate con una nota, è stato messo in atto attraverso un’operazione avente carattere straordinario e rappresentata dalla cessione di quote azionarie attraverso delle fiduciarie.

Banche italiane tra tasse, fiscalità e regolamentazione

 La pressione fiscale in Italia non è opprimente solo per i lavoratori dipendenti, i liberi professionisti, i lavoratori autonomi, i commercianti e gli artigiani, ma anche per gli Istituti di credito. Non a caso, nel corso di un Workshop dell’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, è emerso come in base agli ultimi dati disponibili sulle dichiarazioni dei redditi, relative all’anno 2008, le banche italiane rispetto ai competitor europei siano in una posizione di svantaggio competitivo proprio per effetto di una pressione fiscale più elevata, con quella effettiva che, tra l’altro, nell’anno di riferimento è salita al 44%; in più, secondo l’Associazione Bancaria Italiana questo svantaggio competitivo potrebbe ulteriormente aggravarsi a seguito delle ultime proposte finalizzate a rivedere gli accordi di Basilea sul tema del patrimonio di vigilanza.

Scadenze fiscali: novità per le società di assicurazioni

 Martedì scorso, 18 maggio 2010, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, ed il direttore generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica, hanno firmato un provvedimento interdirettoriale con il quale vengono introdotte delle novità in merito alla comunicazione all’Amministrazione finanziaria della denuncia sull’imposta sulle assicurazioni da parte delle società del settore. In particolare, è stato predisposto per la comunicazione un modello dedicato il cui invio dovrà avvenire entro e non oltre la data del 31 maggio di ogni anno. E così, relativamente ai premi e accessori incassati lo scorso anno, le società di assicurazioni hanno tempo fino a lunedì prossimo, 31 maggio 2010, per la presentazione del modello.

Equitalia Polis e Confindustria Caserta, nuovo sportello riscossione

 Per gli imprenditori iscritti alla Confindustria di Caserta arriva un nuovo sportello dell’Agente della Riscossione direttamente presso la sede dell’associazione datoriale, ovverosia al numero 17 di via Roma. A darne notizia è stata Equitalia dopo che Pierpaolo Supino, Vice Presidente di Equitalia Polis, ed Antonio Della Gatta, Presidente di Confindustria Caserta, hanno siglato l’apposita convenzione per l’istituzione di uno sportello che permetterà in via esclusiva agli iscritti all’Associazione degli industriali di poter chiedere informazioni, richiedere la rateazione degli importi iscritti a ruolo e, tra l’altro, anche effettuare tutte le operazioni di pagamento con la formula del no-cash, ovverosia utilizzando gli assegni oppure la moneta elettronica, ovverosia il Bancomat.

Cassazione: anche gli interessi concorrono a formare il reddito

 Il fatto che gli interessi relativi a una mora di pagamento non siano stati percepiti quando si parla di crediti con società dello stesso gruppo, comporta, per il contribuente interessato, un onere nell’ipotesi in cui la mancata contabilizzazione sia evidentemente antieconomica: si tratta di una importante precisazione che è stata effettuata dalla Corte di Cassazione, mediante la pubblicazione di una sentenza dello scorso 7 maggio. La pronuncia della Suprema Corte si era resa necessaria alla luce di una contestazione, da parte della Guardia di Finanza, riguardo degli interessi su crediti nei confronti dei clienti. In quel caso, infatti, l’ufficio coinvolto aveva dovuto rettificare il maggior reddito all’impresa; il contribuente aveva vinto la sentenza di secondo grado, ma contro questa decisione si era opposta l’Agenzia delle Entrate, portando come motivazione la violazione del Tuir proprio in questo specifico ambito. Il comportamento antieconomico era dettato dal fatto che non veniva usato lo stesso criterio di addebito nei riguardi di una società del gruppo, un modus operandi che consentiva di ritenere tassabili gli interessi del caso.

 

Consob, comunicate le modalità di trasmissione dei dati finanziari

 Una delle ultime comunicazioni pubblicate dalla Consob (la Commissione Nazionale per la Società e la Borsa) ha riservato importanti notizie dal punto di vista fiscale: in effetti, è stata pubblicata nel sito internet della stessa Commissione la comunicazione che risale ormai allo scorso 26 aprile, documento che invita espressamente le società emittenti che sono quotate in Borsa alla trasmissione, mediante la modalità telematica, dei dati informativi e finanziari che sono presenti nelle varie relazioni finanziarie che si redigono ogni anno. Per essere più precisi, inoltre, l’invio in questione deve essere effettuato entro e non oltre la data del prossimo 20 maggio (non mancano quindi moltissimi giorni alla scadenza fiscale), in modo da avviare il sistema di trasmissione; Teleraccolta, il programma informatico appositamente ideato dalla Consob, sarà l’unico consentito in questo caso.

 

Ultimi giorni per la scelta del regime della tonnage tax

 Sono rimasti solamente dodici giorni ai contribuenti interessati per mettersi in regola per quel che riguarda il regime della cosiddetta tonnage tax (si tratta del regime opzionale, autorizzato dall’Unione Europea, di determinazione del reddito d’impresa per le imprese marittime che svolgono particolari attività); nello specifico, bisognerà comunicare all’Agenzia delle Entrate, entro il prossimo 31 marzo, l’opzione per tassazione Ires secondo questo regime fiscale. A tal proposito, il sito internet dell’amministrazione finanziaria mette proprio a disposizione il modello elettronico per la compilazione. A chi spetta questo regime agevolato? In particolare, il novero comprende le società per azioni, quelle a responsabilità limitata e in accomandita per azioni, ma anche le cooperative che risiedono nello Stato.

 

Libri sociali: entro il 16 marzo il versamento della tassa forfetaria

 Le società di capitali sono chiamate al pagamento della concessione governativa, relativa alla numerazione e bollatura dei libri sociali (ci si riferisce, in particolare, al libro dei soci, a quello delle obbligazioni e delle adunanze e al libro del consiglio di amministrazione): mancano esattamente due settimane alla scadenza fiscale in questione, visto che il prossimo 16 marzo sarà il termine ultimo per completare il versamento della tassa senza incorrere in sanzioni pecuniarie aggiuntive. Si tratta, nello specifico, di una tassa forfetaria e a cadenza annuale: sono soprattutto le spa, srl, le sapa, le società consortili a responsabilità limitata e i consorzi tra enti territoriali a dover provvedere in questo senso, vale a dire tutti quei soggetti che sono dotati di un capitale sociale o di un fondo di dotazione che ha per oggetto esclusivo un’attività commerciale. Anche le società in liquidazione ordinaria e quelle che sono sottoposte alle procedure concorsuali dovranno versare la relativa imposta. A quanto ammonta esattamente il tributo?

 

Svolta in Lituania: abolita la ritenuta sugli interessi

 Il Parlamento lituano ha approvato alcuni emendamenti relativi a leggi sulla tassazione delle persone fisiche e delle società: in particolare, molto importante in questo senso è risultata l’abolizione alla fonte sugli interessi da corrispondere alle società non residenti, una svolta fiscale davvero interessante. Tale operazione dovrebbe consentire di agevolare l’erogazione di finanziamenti alle società dell’ex repubblica sovietica, visto che si va sostanzialmente a rinunciare al 10% che è previsto di solito, mentre il paese del finanziatore vede inalterata l’imposizione su questo reddito. Ma bisogna anche precisare che l’agevolazione tributaria in questione ha valore solamente nel caso in cui la società che finanzia si trova in un paese dell’Europa o nello Spazio Economico Europeo. Tra l’altro, le società potranno anche dedurre i contributi previdenziali erogati in favore dei soci. Detto delle novità relative alle società, passiamo ora ad esaminare il caso delle persone fisiche; in particolare, verrà aperto in via temporanea il regime di tassazione dei cosiddetti fringe benefit.

 

L’ex socio che non comunica col Fisco rischia di pagare imposte e sanzioni

 La comunicazione col Fisco è da sempre un elemento fondamentale e imprescindibile: tale fattore è ora stato ancor più evidenziato da una sentenza della Corte di Cassazione (la 11548 dello scorso 19 maggio), la quale ha espressamente disposto che un socio che esce da una compagine aziendale è tenuto a pagare imposte, interessi e sanzioni nel caso non abbia comunicato all’Amministrazione Finanziaria la propria uscita dalla società. In questo caso, poi, a tale soggetto non è nemmeno consentito effettuare una rivalsa nei confronti della stessa azienda che lo ha inserito nella dichiarazione dei redditi anche dopo l’allontanamento. La sentenza della Cassazione si riferiva al caso di una richiesta di risarcimento proposta da un agente assicurativo verso un suo ex socio. Non è stato dunque possibile accettare la domanda di risarcimento del danno per l’erronea comunicazione dei dati fiscali: il Fisco ha precisato di non essere a conoscenza della cessazione dell’attività del soggetto, ed ha quindi ritenuto non fedele la dichiarazione di quest’ultimo, che aveva dichiarato un reddito nettamente inferiore. L’onere di comunicare all’Amministrazione la conclusione del rapporto di lavoro spettava solamente al socio, insieme all’impugnazione dell’erroneo accertamento del Fisco.

 

Trasparenza fiscale: solo la raccomandata A.R. porta al rinnovo dell’opzione

 Il rinnovo dell’opzione per quel che concerne la tassazione per trasparenza delle società di capitali deve sempre avvenire attraverso una raccomandata con ricevuta di ritorno; oltre a questa modalità non sono invece previste altre comunicazioni alternative, visto che solo lo strumento postale è l’unico in grado di dimostrare la reale volontà dei soci di aderire o meno a tale regime. In sintesi, questo è il contenuto della risoluzione 185/E che l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a pubblicare nella giornata di ieri, proprio per intervenire in merito all’opzione per trasparenza fiscale. L’intervento dell’Agenzia si è reso necessario dopo che alcuni soci avevano comunicato la propria volontà di rinnovo mediante una raccomandata a mano; questo, secondo la parte istante, avrebbe rappresentato uno strumento idoneo per esercitare correttamente l’opzione, in quanto in grado di informare in maniera preventiva la società partecipata. Questa stessa opzione, comunque, viene intesa come perfezionata in via definitiva quando ha luogo la trasmissione alle Entrate entro il primo dei tre periodi d’imposta vincolati al nuovo regime.

 

Un contribuente su due dichiara meno di 15 mila euro

 Per chi dice che il Pil italiano é diminuzione: certo, ci crediamo! E se annoverassimo nel conteggio del Pil anche tutta l’economia sommersa? Sicuramente i risultati del Pil lieviterebbero: un italiano su due dichiara al Fisco meno di 15mila euro lordi di reddito, uno su quattro tra i lavoratori autonomi. L’80% dichiara meno di 26 mila euro. I ricchi sono solo lo 0,2% della popolazione e denunciano al fisco un reddito superiore ai 200mila euro (43.006 lavoratori dipendenti e 20.061 autonomi).

I dati sono stati rilevati dalle prime elaborazioni statistiche che il ministero dell’Economia ha realizzato sulle dichiarazioni presentate da circa 41 milioni di italiani nel 2008 (si tratta quindi di redditi relativi al 2007). Italiani poverelli quindi, ma anche le imprese non sono da meno: dalle dichiarazioni delle società di capitale emerge che metà dichiarano di essere in perdita. Sono state circa 520 mila le società che hanno mostrato un utile, mentre sono state 419 mila quelle in perdita. Le società di capitali sono ormai quasi un milione, con una crescita del 2,9% rispetto all’anno precedente, oltre un quinto di esse risiede in Lombardia.

Le imprese italiane richiedono arbitraggi fiscali meno vincolanti

 Le imprese italiane chiedono a gran voce delle importanti modifiche per quel che riguarda gli arbitraggi fiscali: la richiesta è una conseguenza diretta di una disposizione della cosiddetta “manovra d’estate”, la quale ha esteso la disciplina sulle società controllate estere alle nazioni europee con un fisco più favorevole di quello italiano, una situazione, questa, che fa sentire queste stesse imprese molto più svantaggiate. Per entrare nel dettaglio della norma, infatti, c’è da dire che tale estensione comporterà una situazione di questo tipo: le holding industriali e le assicurazioni che si sono insediate in un paese dove pagano meno tasse di quanto sarebbero state costrette in Italia, rientrerebbero in maniera automatica nella disciplina delle Controlled Foreign Companies. Le imprese del nostro paese necessitano di quattro ordini di cambiamento. Anzitutto, a loro parere, dovrebbe essere cancellato il testo normativo che si riferisce al “mercato dello Stato di insediamento”; la seconda richiesta riguarda una definizione più ampia nell’ambito di individuazione delle costruzioni societarie “destinate a eludere l’imposta nazionale” (secondo la Corte Europea, non vi è abuso di diritto se si va ad usufruire di una legislazione fiscale più favorevole).