Federalismo fiscale: occasione da non perdere

 Rete Imprese Italia” esprime il suo apprezzamento sulla legge n.42 del 2009, quella che contiene i principi guida in materia di federalismo fiscale; questo tenendo conto anche del fatto che quello attuale deve essere il momento giusto per ridurre la pressione fiscale che oramai ha raggiunto livelli insostenibili, sia per le imprese, sia per i cittadini. Secondo quanto dichiarato da Ivan Malavasi, il presidente di Rete Imprese Italia, durante un’Audizione sullo di attuazione della legge delega, il federalismo fiscale può permettere di raggiungere, in termini di riqualificazione della spesa, e di riduzione della stessa, obiettivi ambiziosi a fronte della contestuale riorganizzazione e razionalizzazione della spesa delle Regioni e degli Enti locali.

Avvocati: l’iscrizione all’albo è a carico dell’amministrazione

 Siete degli avvocati e dipendete da un ente pubblico? Ebbene, da quest’anno c’è un motivo in più per esultare, in particolare se si tratta di parlare di tasse e imposte: in effetti, secondo quanto stabilito da alcuni mesi dal Consiglio di Stato, la tassa che ogni anno bisogna versare per iscriversi all’albo di riferimento dovrà rimanere un obbligo a carico dell’amministrazione e non del contribuente. Le motivazioni per una tale scelta si trovano nel parere 678/2010, il quale era stato espressamente richiesto dal Ministero dell’Interno a seguito di un ricorso straordinario. Che cosa è successo esattamente?

Carbon Tax, nuove discussioni in Australia

 L’Australia vive ancora con fervore il dibattito relativo alla cosiddetta “carbon tax”: come è noto, si tratta della misura fiscale volta a colpire le risorse energetiche più inquinanti, un argomento molto sentito nella nazione oceaniana. Talmente sentito che una alleanza industriale sta preparando nel dettaglio il lancio di una campagna di svariati milioni di dollari, in modo da scoraggiare il premiere Julia Gillard dall’introdurre questa imposta. La spaccatura è dunque profonda, da una parte c’è il governo con le sue ambiziose politiche green, dall’altra la Australian Trade and Industry Alliance, la quale è composta dalla Minerals Council nazionale, dall’Australian Food and Grocery Council e dall’Australian Coal Association, tutte pronte a difendere gli interessi dei loro settori.

Superbollo 2011, nuova tassa per i SUV

 Arriva una nuova tassa promossa dal Governo, ribattezzata da molti come “superbollo 2011” sta suscitando parecchie polemiche tra coloro che possiedono un SUV. Proprio in questi giorni è stata proposta questa nuova tassa dedicata ai SUV e, in generale, alle “auto potenti”, ovvero quelle che hano una una potenza superiore a 170 Cv (o 125 kW, come si legge nella bozza). Ciò significa che non saranno colpiti solo i SUV, sappiamo benissimo che esistono diversi veicoli di grossa cilindrata che saranno comprese in questa categoria.

Georgia: bloccato l’aumento della Gas Tax

 Nathan Deal, governatore della Georgia, ha deciso di affidarsi a un ordine esecutivo per bloccare l’aumento (+1,6%) che era stato deciso per la tassa sul gasolio: secondo le ultime indiscrezioni, questo tributo avrebbe dovuto partire dal prossimo 1° luglio, ma ora non vi sarà più bisogno di date. Dato che il prezzo del gas fluttua in maniera più che frequente e che è molto diverso da distributore a distributore, lo stato federale americano stabilisce delle tariffe pari al 4% delle vendite almeno due volte l’anno, solitamente a gennaio e luglio. Se, però, questo stesso prezzo medio subisce delle modifiche di venticinque punti percentuali o anche superiori, allora si provvede a un nuovo calcolo ad interim.

La Tobin Tax torna nuovamente di moda?

 Chissà se in quel lontano 1972 l’economista americano James Tobin si sarebbe immaginato che la tassa che poi ha preso il suo nome avrebbe mantenuto la propria popolarità per molti anni: di certo, la Tobin Tax coinvolge ancora le discussioni a livello internazionale dal punto di vista del fisco, con il suo intento di colpire ogni transazione sui mercati valutari in modo da ottenere una vera e propria stabilizzazione. Questo tributo, però, contiene ancora troppe contraddizioni e aspetti paradossali. In effetti, nonostante sia stato riconosciuto che si tratti della misura più efficace per migliorare la finanza moderna, sono in molti ad opporsi ad essa. Per quale motivo? Da una parte ci sono quei governi che intendono sostenerla con forza, dall’altra chi invece vuole solamente proteggere il settore, adducendo motivi spesso inconsistenti per non applicare l’imposta.

Fondi comuni di investimento: le novità della tassazione

 La riforma fiscale dei fondi comuni di investimento è finalmente realtà. L’operatività piena di queste nuove regole si avrà a breve, più precisamente il prossimo 1° luglio, quando i prodotti finanziari del nostro diritto beneficeranno di un trattamento tributo simile a quello che si può riscontrare all’interno della Comunità Europea: la conferma è giunta da Assogestioni, la quale ha voluto sottolineare come la proficua collaborazione con l’Agenzia delle Entrate abbia prodotto questo importante risultato. Di quali novità si tratta esattamente? Il preambolo di questa innovazione era stato rappresentato dal recente Decreto Milleproroghe, approvato in Senato lo scorso 16 febbraio; da quel momento in poi si è pensato a questa sorta di rivoluzione degli investimenti.

Hedge fund: le Isole Cayman introducono a sorpresa una tassa

 Nessuno si aspettava una scelta simile da un territorio come quello delle Isole Cayman: il piccolo arcipelago del Mar delle Antille, possedimento britannico nonché uno dei più celebri paradisi fiscali a livello internazionale, adotterò a breve una tassa di registro relativa al mondo della finanza, quella che può essere definita una vera e propria Tobin Tax. Ricordiamo anzitutto che quest’ultima è l’imposta che mira a colpire i mercati valutari in modo da stabilizzarli. In pratica, il tributo in questione andrà a colpire in maniera meticolosa i gestori e gli operatori globali, ma una interpretazione più chiara ancora non è possibile. Coloro che amministrano gli hedge fund e gli altri fondi comuni trovano pane per i loro denti nelle Cayman, viste le regole che vigono in tal senso dal punto di vista fiscale; la tassazione è stata dunque un optional negli ultimi anni, con i fondi hedge a farla da padrona.

Tasse universitarie salate, diminuiscono i fuori sede

 La tassazione per gli studenti universitari è calcolata in base al modello ISEE, il cosiddetto “riccometro”. Quanto costa ogni anno agli studenti l’università? Sono delle soglie accettabili oppure non permettono l’accesso allo studio? In vari atenei quest’anno si sono tenute manifestazioni contro il livello delle tasse universitarie, per molti troppo alte tanto da diventare un limite per chi desidera continuare a studiare. La crisi  che  ha toccato il budget delle famiglie, l’aumento del costo degli studi, hanno contribuito ad alimentare il malcontento tra studenti e famiglie. La sesta indagine Eurostudent, promossa dalla Fondazione Rui in collaborazione  con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca  ha tracciato il profilo degli universitari italiani, evidenziando che gli studenti fuori sede sono in calo.

Pronti i ricorsi al Tar contro la tassa di soggiorno

 Tassa di soggiorno e albergatori, le distanze che si sono create sono ormai incolmabili. La tanto discussa imposta sul turismo continua a dividere e gli ultimi meeting delle categorie coinvolte parlano chiaro: in effetti, la Federalberghi Toscana ha ribadito il proprio no all’iniziativa fiscale, puntando più che altro sugli investimenti nella promozione. Il federalismo fiscale non viene visto di buon occhio e questo si deve a diversi fattori. Anzitutto, Roma è un esempio negativo: nella capitale la tassa in questione esiste da almeno un anno e l’applicazione ha provocato la perdita di oltre un quinto delle comitive di turisti. In aggiunta, bisogna considerare il tributo che riguarda i bus turistici, un altro elemento che ha purtroppo ridimensionato il volume d’affari del settore. È proprio per questo motivo che si è deciso di ricorrere ai tribunali amministrativi regionali, in primo luogo quello di Firenze, tentando di impugnare quanto prima le deliberazioni che saranno realizzate dai comuni del nostro paese.

In arrivo la tassa sullo smaltimento pneumatici

 Non basta il continuo rincaro del carburante, adesso arriva anche la tassa sullo smaltimento degli pneumatici. Ma dobbiamo ricrederci, non sarà un pesante e inutile balzello: la ratio della tassa ha uno scopo positivo, é prevista come “contributo ambientale” per il recupero degli pneumatici fuori uso che l’automobilista pagherà all’acquisto di un’auto nuova o di pneumatici nuovi. Nel caso di acquisto auto nuova i fondi verranno raccolti e gestiti dall’ACI e nel caso di pneumatici nuovi da Ecopneus, per questo occorre sottolineare che si tratta di “contributo ambientale”. Quando scatterà questo obbligo?

Pneumatici: in arrivo l’ecotassa sullo smaltimento

 Anche i pneumatici delle vetture andranno a caratterizzare una fattispecie di estremo interesse dal punto di vista fiscale. In effetti, non è un caso se a breve gli automobilisti si troveranno ad avere a che fare con l’ecotassa sullo smaltimento delle gomme fuori uso, una imposta espressamente prevista da un testo normativo di recente approvazione. Si tratta del Decreto 82 del 2011, promosso dal Ministero dell’Ambiente e volto a gestire al meglio queste situazioni, oltre che a recepire le disposizioni in ambito ambientale. Il tributo in questione diverrà una realtà concreta a partire dal prossimo 7 settembre, quindi ci sono ancora tre mesi di tempo per adeguarsi: come è stato previsto, al momento dell’acquisto di un pneumatico nuovo, la fattura che verrà consegnata a ogni contribuente sarà comprensiva anche di un nuovo addebito, il cui quantitativo esatto non è stato ancora svelato.

Louisiana: il governatore Jindal pone il veto sulla cigarette tax

 Bobby Jindal è il governatore della Lousiana dal 2008 e l’ambito fiscale rappresenta uno dei punti principali del suo programma governativo: talmente principale che è pronto un veto per quel che riguarda il rinnovo della cosiddetta “cigarette tax nei prossimi giorni, una vera e propria battaglia intrapresa contro le decisioni già adottate. In effetti, l’imposta in questione, la quale prevede un’aliquota del 4%, è stata approvata sia dalla Camera che dal Senato con una maggioranza di due terzi, la stessa di cui c’è bisogno per un annullamento e quest’ultima situazione non si verifica da almeno vent’anni nello stato americano. I sostenitori del rinnovo della tassa hanno comunque anch’essi il loro bel daffare.

Bossi: Tremonti deve trovare modo per ridurre tasse

 Occorre delineare le imposte valutando il loro impatto sulle famiglie, sui loro redditi, specialmente se da lavoro dipendente, e sui redditi realmente disponibile. Una denuncia che trova conferma nei risultati emersi da una analisi elaborata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre: ogni paga annualmente 7.359 € di tasse. In pratica ogni italiano lavora solo per il fisco per 155 giorni all’anno e solo dopo inizia a lavorare solo per se. E anche dal fronte delle imprese le cose non vanno meglio, sono le attività italiane quelle che pagano una tassazione maggiore in Europa. Lo sottolinea l’indagine Confindustria-Deloitte sulla tassazione delle imprese nel Vecchio Continente, “Imposizione societaria, regimi fiscali a confronto“. Facendo un esempio pratico: una società italiana con 380 mila euro di utile netto ne avrebbe guadagnati ben di più, circa 600 mila, se avesse avuto sede a Madrid.