Chi poteva immaginare che perfino il cibo spazzatura divenisse oggetto dell’imposizione fiscale? La realtà ha invece superato la fantasia e ancora una volta l’Ungheria si è segnalata per questa novità: a conti fatti, però, sono in molti che storcono il naso al solo pensiero di una tassa simile, la quale andrebbe a coinvolgere diversi cibi, come ad esempio, il caffè, i formaggi e le bevande, ma soprattutto due tipici alimenti spazzatura, vale a dire gli hamburger e le patatine fritte. Vita dura per i più golosi? La cosiddetta “hamburger tax” potrebbe trovare terreno fertile a Budapest e dintorni già nei prossimi giorni, una sorta di compensazione nei confronti di tutto quel denaro che viene stanziato per le cure sanitarie di malattie collegabili al cibo: diabete e obesità sono dunque visti come troppo costosi e il nuovo tributo non è altro che la soluzione finale. Tra l’altro, la produzione in questione comporta sprechi eccessivi di acqua e allevamenti fin troppo intensivi.
Tasse
Il Congo riduce le tasse sulle importazioni alimentari
Il Congo ha deciso di essere piuttosto drastico per quel che concerne il proprio versante tributario: in effetti, il ministero delle Finanze della Repubblica Democratica ha appena varato un provvedimento che prevede una vera e propria revisione fiscale in relazione alle importazioni di prodotti alimentari. Nel dettaglio, il paese africano applicherà dei tagli compresi tra il 5% e l’8% su una lunga serie di beni, così come ha anche precisato il titolare di questo dicastero, Jean Marie Bulambo, il quale ha individuato nella farina, nel latte e nell’olio i tre cibi su cui intervenire con maggiore urgenza da tale punto di vista. Quali obiettivi intende perseguire il governo di Kinshasa? Le tariffe alimentari necessitano di un calo importante, in particolare si è compreso che questo traguardo può essere conseguito in maniera più rapida ed efficace grazie all’eliminazione di alcune imposte sull’import in questione.
Australia: la Business Council rispolvera la Carbon Tax
La Carbon Tax torna nuovamente di moda, almeno nel continente oceaniano: la Business Council of Australia, l’organismo che rappresenta i cento amministratori delle più importanti compagnie del paese, ha fatto sapere di voler introdurre e implementare questa imposta in maniera graduale, a partire da una quota di dieci dollari australiani per ogni tonnellata equivalente, in modo da limitare l’impatto finanziario sulle famiglie e sulle imprese. Il gruppo in questione, il quale ricomprende anche colossi come Bhp Billiton e Rio Tinto Limited, è convinto che le compagnie dovrebbero inizialmente ricevere una compensazione totale per quel che concerne il tributo, così da assicurare alla politica australiana di prezzare le emissioni di gas e impedire a queste ultime di influenzare negativamente il commercio e gli investimenti. La proposta è già stata presentata al governo di Canberra e ora si dovrà attendere un’approvazione formale.
Studenti temono il caro tasse
Non é sufficiente il timore per le bocciature e i debiti formativi che potrebbero alienare gli studenti, anche il caro tasse é un incubo che potrebbe presto concretizzarsi. Anche quest’anno gli ultimi giorni di lezione saranno contrassegnati dalle contestazioni studentesche, in particolare dalle associazioni che tutelano i ragazzi delle scuole superiori ed universitari. La polemica scoppia sul nuovo ‘tetto’ del 25 per cento di assenze introdotto dal Miur, sulla conferma dei debiti formativi, che dovrebbero riguardare almeno il 20-25 per cento di studenti per finire al caro-tasse accademiche, che ogni anno trova posto tra i fardelli più pesanti per gli studenti.
La Russia aumenta le tasse sull’export di benzina
L’inflazione russa è senza dubbio una delle più alte d’Europa in questo preciso momento storico: è proprio per questo motivo che il governo di Mosca sta tentando in tutti i modi di contenere il livello dei prezzi al consumo, ad esempio con l’applicazione di tetti alle tariffe di determinati beni, soprattutto alimentari, ma in questi ultimi giorni è il versante fiscale a prendere sempre più piede. In effetti, la benzina per autotrazione rappresenta il prodotto su cui ci sta focalizzando maggiormente. La situazione è comunque altalenante: i prezzi di riferimento sono sì scesi, ma poi i produttori si sono visti costretti a vendere all’estero, provocando quindi un deficit di non poco conto per la vasta nazione dell’Europa orientale. Tra l’altro, le esportazioni in questione hanno assunto un nuovo appeal per i continui rialzi del petrolio in tutto il mondo. La produzione complessiva risulta però inalterata, molto vicina ai nove milioni di tonnellate.
Tasse sul cibo spazzatura per risolvere obesità e fame del mondo
Mentre in alcune zone del mondo si lotta contro l’obesità, in altre si combatte contro la vita e la morte a causa della fame. Si tratta di due questioni paradossali contrapposte, se nel Nord il cibo sovrabbonda, altri Paesi del Sud non sono ancora abbastanza evoluti tanto da sfamare l’intera popolazione a causa della scarsità di proventi dello stato, che non può finanziare opere che potrebbero migliorare la situazione; ma anche a causa dell’oppressione delle regioni da parte dei paesi sviluppati non é da sottovalutare.
Nel nord del mondo si mangia troppo e male – ha sottolineato Andrea Boltho, durante un seminario Barilla Center for Food & Nutrition, docente di economia internazionale e Emeritus Fellow della University of Oxford – per scoraggiare il consumo di alimenti nocivi per la salute bisognerebbe introdurre un’imposta sul cibo spazzatura, come si fa gia’ per le sigarette.
Federalberghi: serve un regolamento per la tassa di soggiorno
Federalberghi, la federazione che raggruppa le catene alberghiere del nostro paese, ha deciso di esprimere la propria opinione in merito alla ormai celebre tassa di soggiorno: il giudizio proviene direttamente dal presidente dell’associazione, Bernabò Bocca, il quale non ha usato mezzi termini per definire questa misura fiscale come insufficiente e inopportuna nella sua conformazione attuale. Secondo Bocca, il governo avrebbe già dovuto provvedere a introdurre una serie di regole per una più corretta e comprensibile applicazione. In effetti, l’esecutivo poteva convocare le associazioni di settore e gli enti locali negli scorsi due mesi, ma il passaggio in questione è stato completamente saltato. La mancanza del regolamento sta provocando, come principale conseguenza, un’autonomia totale da parte dei Comuni, i quali sono chiamati a decidere praticamente da soli su come agire in tal senso: sarebbe dunque stato sufficiente indicare con precisione quali finalità si pone il gettito, come deve essere riscossa tale tassa e, in particolare, fissare un tributo uguale per tutti i casi e le realtà.
Equitalia: le maggiori riscossioni in Lombardia e nel Lazio
I contribuenti lombardi e laziali possono ragionevolmente sentirsi i più vessati d’Italia: in effetti, come è emerso da una recente indagine della Cgia di Mestre (la confederazione che raggruppa gli artigiani e le piccole imprese), Equitalia si scaglia soprattutto contro queste due regioni, ma il risultato deve essere contestualizzato in maniera migliore. La spa romana, partecipata al 51% dalla nostra amministrazione finanziaria e per il restante 49% dall’Inps, opera come è noto nell’ambito della riscossione dei tributi, ma il fatto che sia più attiva in alcune zone piuttosto che in altre dipende da diversi fattori. Ad esempio, bisogna considerare che la Lombardia vanta il maggior numero di abitanti nel nostro paese: questo vuol dire che vi sono molti più contribuenti che altrove, i quali tra l’altro percepiscono i salari migliori dello stivale, e pertanto non ci si deve stupire più di tanto se il gettito tributario in questione è molto vicino ai due miliardi di euro (per la precisione, 1,8 miliardi).
Tassa di soggiorno: anche il comune di Grosseto dice di no
L’elenco di sindaci che non sono del tutto convinti o contrari all’introduzione della cosiddetta tassa di soggiorno si allarga ancora: stavolta è il turno del comune di Grosseto, con il sindaco Emilio Bonifazi che ha proposto un’alternativa del tutto diversa a questo tributo così tanto discusso sin dalla sua introduzione. In effetti, tutte le municipalità che fanno parte della provincia toscana dovrebbero, secondo l’idea di Bonifazi, beneficiare di un’area libera da vincoli fiscali, una zona “tax free” in grado di rendere davvero attuale la questione turistica all’interno delle varie amministrazioni. Il sindaco grossetano ha voluto anche interpretare il pensiero della classe imprenditoriale locale: quest’ultima, infatti, sarebbe più propensa a nuove opportunità di investimento nel comparto in questione, ma soprattutto dei servizi pubblici degni di questo nome e una imposizione tributaria non eccessiva.
Ungheria: l’Alta Corte annulla la tassa sulla liquidazione
L’Alta Corte di Budapest ha deciso di annullare nel corso della giornata odierna la tassa imposta in modo retroattivo dal governo ungherese sulla liquidazione del settore pubblico: si tratta della seconda volta che tale imposta, la quale prevede un’aliquota del 98%, subisce questa sorte, anche se altre modifiche controverse dal punto di vista tributario (soprattutto in relazione alle pensioni) sembrano improbabili. Il periodo a cui ha fatto riferimento questa sentenza è il quinquennio che va dal 2005 al 2009 e si sa già che chi ha versato il relativo contributo dovrà essere rimborsato. Da quanto emerge, inoltre, l’applicazione della tassa sui redditi del 2010 sarebbe stata possibile soltanto mediante un’apposita legislazione; in assenza di essa, non c’è alcun motivo di introdurre il tributo, mentre gli effetti continueranno a essere prodotti per tutta la durata del 2011. Il partito magiaro Fidesz si è già scagliato contro la pronuncia in questione, affermando che quest’ultima è contraria agli interessi nazionali.
Svizzera: duty free esentasse anche per i passeggeri in arrivo
È ormai imminente l’introduzione in Svizzera di un’importante norma che andrà a regolare i duty free presenti all’interno degli aeroporti elvetici: a partire dal 1° giugno, infatti, sarà allargato anche ai passeggeri in arrivo l’acquisto esentasse dei prodotti di questi specifici esercizi commerciali, così come è stato espressamente previsto dal Consiglio Federale del paese europeo. Dunque, i principali scali nazionali, tra cui possiamo annoverare Zurigo, Berna, Basilea, Ginevra e Lugano, saranno interessati da questa innovazione di carattere tributario. Cosa succederà esattamente? L’esenzione fiscale in questione ha ragione di esistere solamente quando le merci vengono comperate in un negozio che si trova in una zona franca (quale appunto l’aeroporto), con una conseguente esportazione dal territorio doganale; la legislazione si riferisce a prodotti come alcool e tabacco, sui quali non viene in pratica applicata l’Imposta sul Valore Aggiunto.
Il Regno Unito è pronto a intervenire sulla tassa aeroportuale
La Gran Bretagna è pronta a seguire l’esempio di Grecia e Irlanda per quel che riguarda la cosiddetta “airport tax”, la tassa aeroportuale: si tratta di una misura che si è ormai resa necessaria per sostenere adeguatamente il turismo, in particolar modo il settore in questione, così duramente colpito dalla crisi economica e dal conseguente calo dei passeggeri. È proprio per questi motivi che molte nazioni stanno provvedendo a ridurre, se non ad eliminare, questo specifico tributo. In altri casi, invece, gli interventi sono stati improntati al rialzo. Volendo essere più precisi, c’è da dire che la Grecia ha adottato tale restrizione fiscale da circa un mese e che il provvedimento rimarrà in vigore per tutta la durata del 2011. In Germania, invece, è stato l’ambiente a giustificare l’intervento, visto che l’Aviation Tax Act rappresenta un’imposta turistica finalizzata a contrastare gli effetti dell’inquinamento del trasporto aereo (si va da una tariffa minima di otto euro fino a un massimo di quarantacinque).
I sindacati chiedono meno tasse per lavoratori e pensionati
Portare qualche soldo in più nelle tasche dei lavoratori è una proposta che potrebbe diventare realta? Cgil, Cisl e Uil, per questo Primo Maggio, Festa dei lavoratori, a 150 anni dall’unità nazionale viene ripreso il valore storico che il mondo del lavoro, come sancisce l’articolo 1 della Costituzione italiana, libero e democratico. I tre segretari generali provinciali Luigi Bresciani per la Cgil, Ferdinando Piccinini della Cisl e Marco Cicerone della Uil, insieme, dalla piazza del Primo Maggio a Bergamo faranno partire, ancora una volta, le richieste e le proposte unitarie che Cgil, Cisl e Uil avanzano da mesi al Governo e alla classe politica e dirigente anche locale: la riduzione delle tasse sui redditi dei lavoratori e da pensione, spostando il carico più sulle rendite e i patrimoni.
Basilicata: la regione impugna la tassa sulle disgrazie
La particolare denominazione di “tassa sulle disgrazie” è stato affibbiato a uno dei tanti provvedimenti che sono stati inseriti nel cosiddetto Decreto Milleproroghe: nello specifico, questa imposizione fiscale prevede che le accise sui carburanti vengano aumentate nell’ipotesi di una calamità naturale (da qui il nome così curioso ma anche incisivo). La scelta del governo sembra andare contro le esigenze più naturali dei cittadini, e quindi non deve stupire più di tanto l’ultima iniziativa adottata a tal proposito dalla Regione Basilicata. In effetti, la regione meridionale ha impugnato questo stesso tributo di fronte alla Corte Costituzionale, adducendo come motivo principale la violazione di ben quattro articoli della nostra Costituzione. L’associazione tra la tassa e la Basilicata è dovuta al fatto che lo scorso 1° marzo si è verificata proprio in questa zona una forte alluvione, la quale ha provocato danni considerevoli per tutto il metapontino.