Canone Rai 2011: tassa o abbonamento?

 Il cosiddetto “canone Rai” è una tassa, precisamente la tassa di possesso del televisore, ragion per cui basta il televisore in casa per far scattare il pagamento anche se magari, ad esempio, l’utente televisivo, a puro titolo d’ipotesi, non vedesse mai alcuna trasmissione in onda sulla televisione di Stato. Eppure, in accordo con quanto riporta l’Associazione Contribuenti.it, per voce del suo Presidente, Vittorio Carlomagno, è la stessa Rai che continua sulle proprie reti a promuovere il pagamento della tassa come se si trattasse di una sorta di “abbonamento”. Questo secondo il Presidente Carlomagno altro non fa che disorientare i contribuenti a fronte di un “canone Rai” che è una tassa e che, come tale, va pagata.

Tassare top manager per aiutare i giovani

 Togliere ai ricchi per dare ai poveri é la celebre attività di un eroe popolare inglese che, nella moderna versione della leggenda, appunto ruba ai ricchi per dare ai poveri. Sembra  anche il motto della nuova proposta Fisac-Cgil: tassare al 5% i redditi di top manager, allo scopo di istituire un fondo che raccolga 8,4 miliardi di euro da destinare al finanziamento di un piano triennale per l’occupazione giovanile. Si cercherà in questo modo di incentivare la stabilità del lavoro per circa 300mila giovani, cercando anche premiare le imprese che assumono con lavoro stabile e contratto nazionale.

I porti europei varano una serie di novità fiscali

 I porti dell’Unione Europea si apprestano a vivere un 2011 ricco di novità e innovazioni dal punto di vista tributario: Germania e Spagna, in particolare, sono le maggiori beneficiarie in questo senso, visto che le strutture di Brema e Barcellona sono pronte a introdurre una riduzione di circa dieci punti percentuali relativa ai propri diritti, un’agevolazione del 14% per quel che concerne la tassa sulle merci e un altro taglio del 7% in relazione alle imposte di ancoraggio. Le tariffe in questione, dunque, subiranno delle modifiche rilevanti, ma si tratta soltanto delle prime due esperienze che serviranno poi come esempio anche per le altre capitali del Vecchio Continente. Come mai si è deciso di focalizzare l’attenzione fiscale sul trasporto e sul commercio marittimo?

Tasse più odiate: la top ten dell’Associazione Contribuenti Italiani

 E’ l’aggio esattoriale la tassa più odiata dagli italiani. A rivelarlo è Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani, in accordo con uno studio a cura di Krls Network of Business Ethics realizzato proprio su commissione da parte dell’Associazione nella prima settimana del corrente mese di gennaio. L’indagine, in particolare, è stata effettuata prendendo a riferimento un campione casuale di cittadini residenti in Italia che sono stati intervistati telefonicamente. Al secondo posto di questa speciale classifica c’è quella che secondo Contribuenti.it, così come messo in evidenza da tempo, è la tassa più evasa nel nostro Paese; stiamo parlando del canone rai, mentre al terzo posto tra le tasse più odiate c’è il bollo auto. Al quarto poco ci sono le accise sulla benzina, sull’energia elettrica e sul metano che contribuiscono a zavorrare le bollette di luce e gas unitamente al pieno di benzina alla pompa.

Cassazione: nessuna imposta di successione per l’edificio storico

 La storia della tassa di successione non è poi così lontana nel tempo: tale imposizione fiscale ha subito una svolta importante verso la fine degli anni Novanta, con delle franchigie ovviamente fissate in lire, poi alcune importanti novità hanno fatto tornare alla ribalta il tributo nel 2006 e nel 2007. La tassa in questione è stata esaminata a fondo da una delle ultime ordinanze della Corte di Cassazione (per la precisione, si tratta della numero 25366), visto che si è ritenuto necessario comprendere la sua applicazione nei casi di immobili di interesse storico e culturale. Ebbene, secondo la Suprema Corte, l’imposta di successione non rientra nel caso di specie, una ipotesi che rimane valida perfino quando il contribuente non indica nella relativa dichiarazione la categoria dell’edificio. Tutto è nato da un ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro una sentenza della Ctr della Sardegna.

Italia lontana dal federalismo: 80% tasse va allo Stato

 Il federalismo fiscale permette di instaurare una proporzionalità diretta fra le imposte riscosse in una determinata area territoriale del paese (ad esempio le regioni e i comuni) e le imposte effettivamente utilizzate dall’area stessa attraverso per esempio, l’erogazione di servizi. Tale sistema, di cui si discute in Italia ormai da tempo non é stato ancora attuato, nel nostro Paese infatti, circa l’80% delle tasse versate annualmente dai cittadini finiscono nelle casse dello Stato. Sono i dati rilevati dal “Centro Studi Sintesi” di Venezia per verificare il grado di decentramento fiscale nei principali Paesi europei. Lo studio ha focalizzato l’obiettivo su due Paesi federali (Germania e Spagna) e due non federali (Francia e Italia). In Italia è emerso che il 79,1% delle entrate tributarie si riferisce alle amministrazioni centrali, mentre il rimanente 20,9% è costituito dai tributi che sono propri di Regioni ed enti locali: Irap, Ici, addizionale Irpef, tassa automobilistica, tassa asporto rifiuti.

Tasse locali in crescita, ogni italiano paga 1.200 euro

 1.233 euro all’anno per ogni cittadino. È la somma dei tributi che ogni cittadino italiano paga in termini di tasse locali. È il dato emerso da uno studio della Cgia di Mestre in base a un’analisi del suo ufficio studi sulla pressione tributaria locale, ovvero la somma delle entrate che sono versate a Comune, Provincia e Regione in rapporto ai residenti di quel territorio. Gli studi evidenziano che sono i Comuni appartenenti alla regione Lazio a pagare più tasse locali, in quanto l’addizionale regionale Irpef e l’aliquota dell’Irap sono state portate ai valori massimi stabiliti dalla legge.

Usufrutto: i nuovi coefficienti saranno adeguati agli interessi

 I diritti di usufrutto subiranno delle modifiche fiscali rilevanti in questo nuovo anno: la novità si deve soprattutto alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto ministeriale che risale allo scorso 23 dicembre, il quale ha sancito l’applicazione ufficiale del nuovo saggio legale degli interessi. Che cosa vuol dire questo specifico aggiornamento? I tassi in questione sono aumentati dall’1% all’1,5% da quattro giorni, dunque occorre un adeguamento in tal senso. Il riferimento normativo più importante è sicuramente la legge 662 del 1996 (“Misure di razionalizzazione della finanza pubblica”): il testo, infatti, prevede che il ministero delle Finanze adegui il calcolo dei diritti di usufrutto (vale a dire il godimento di un bene di proprietà altrui) a vita e delle pensioni nell’ipotesi in cui gli interessi cambiano in dimensioni ed è questo il caso di specie.

Lettonia: molte novità fiscali nella Finanziaria del 2011

 Risale ormai a un mese fa la decisione del parlamento della Lettonia di approvare la legge Finanziaria per il 2011: si tratta di un testo normativo piuttosto importante per l’ex repubblica sovietica, visto che a partire da quest’anno ci saranno delle novità di rilievo in merito ai redditi delle società, all’imposizione fiscale da riservare alle persone fisiche e alla tassazione dei beni immobili. Cerchiamo meglio di comprendere quali sono le intenzioni del governo di Riga. Anzitutto, bisogna precisare che è da questa estate che il ministero delle Finanze aveva pensato a degli appositi investimenti da tradurre in crediti di imposta, suddivisi in diverse voci, tra cui figurano fabbricati industriali e attrezzature per la produzione tecnologica, una operazione da dieci milioni di lats (circa 14 milioni di euro) e da completare entro il 2013.

Riscossione coattiva penalizza famiglie ed imprese

 Le procedure di riscossione coattiva penalizzano sia le famiglie, sia le imprese, ed in particolare quelle che sono in difficoltà economiche tali che è molto alto rischio di cadere nelle mani degli usurai. A farlo presente è stato il presidente dell’Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, dopo che da uno studio, che Contribuenti.it ha commissionato a KRLS Network of business ethics, è emerso come anche nel 2011 purtroppo, si registrerà per l’usura un vero e proprio boom. La situazione al riguardo secondo Contribuenti.it potrebbe farsi più grave quest’anno attorno al mese di giugno del 2011, quando le famiglie ed ancor di più le imprese saranno chiamate al versamento delle tasse a valere sui redditi e sui compensi percepiti nel 2010. Di conseguenza Contribuenti.it, rivolgendosi al Governo, è tornata a chiedere la moratoria sul pagamento delle imposte a favore di quelle imprese e di quelle famiglie che risultano essere assistite dalle Fondazioni antiusura.

La proposta di Bersani: tassa sulla rendita al 20%

 Pier Luigi Bersani, leader del Partito Democratico, potrà festeggiare il Natale con una piccola soddisfazione, l’approvazione alla Camera di una mozione sulla riforma fiscale: in pratica, la proposta del politico emiliano è quella di portare fino al 20% l’aliquota relativa all’imposta sui redditi da capitale, una operazione che però non dovrebbe coinvolgere anche i titoli di Stato. Al contempo, lo stesso Bersani ha ipotizzato una riduzione alla medesima percentuale del primo scaglione dell’Irpef. L’idea del segretario del Pd è quella di allocare nel migliore dei modi questo prelievo tributario, puntando soprattutto su tre fattori, vale a dire i controlli, la tracciabilità dei contribuenti e l’aumento della fedeltà fiscale degli stessi. L’impegno è dunque molto serio e coinvolgerà il governo già a partire dal 2011, quando si andranno a revisionare molte aliquote intermedie, a tutto vantaggio, come emerge dalla proposta dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, dei redditi più bassi.

Brasile: Lula chiede nuove tasse per finanziare il settore sanitario

 Il mandato presidenziale di Luiz Inacio Lula da Silva è praticamente agli sgoccioli in Brasile (Dilma Rousseff subentrerà il 1° gennaio del 2011), ma anche le ultime iniziative sono di rilievo: il leader della nazione sudamericana è infatti intenzionato a rinvenire nuove fonti fiscali in modo da finanziare in maniera adeguata il settore sanitario interno, venendo incontro, in particolare, alle esigenze dei più poveri. L’annuncio è giunto ieri direttamente dallo stesso Lula, intervenuto nel corso di una cerimonia a Brasilia:

Visto che mi accingo a lasciare a breve la presidenza della Repubblica, posso affermare che non c’è alcuna alternativa valida per il miglioramento della sanità brasiliana se non con l’aumento delle tasse.

Il discorso, riportato per intero da Agencia Brasil, collima con le precedenti politiche adottate dall’ex sindacalista di Caetes.

Krls Network: prevista una crescita delle tasse locali nel 2011

 Oltre sette punti percentuali di incremento: ammonta a tanto la crescita che le tasse e le imposte locali del nostro paese faranno registrare nel corso del 2011 (per essere più precisi, bisogna precisare che l’aumento sarà pari al 7,2%). In effetti, in base a quanto emerge dall’ultimo studio del Krls Network of Business Ethics, ci sono delle importanti novità per il nuovo anno fiscale del nostro paese. Il network interprofessionale appena citato, composto in larga misura da professionisti e specialisti del settore, ha condotto l’indagine per conto dell’Associazione Contribuenti Italiani, un rapporto che dovrebbe essere illustrato a breve e nel dettaglio da Contribuenti.it. In particolare, queste stime parlano chiaro: le tasse locali subiranno una crescita sostanziale, passando da 111,8 a 119,9 miliardi di euro, mentre l’andamento al rialzo da parte delle imposte statali sarà più sostenuto, ma comunque interessante (+3,6%).

I Lombardi sono disposti a pagare più tasse

 Ebbene sì, mentre sindaci ed enti governativi passano le giornate a cervellarsi per trovare un metodo che consenta di far quadrare conti e bilanci senza toccare i portafogli dei cittadini, arriva la risposta di un sondaggio di Ipsos: il 56% è disponibile a nuovi sacrifici per mantenere l’offerta dei Comuni. Secondo il sondaggio condotto da Ipsos per conto di Anci Lombardia, i cittadini sarebbero disposti a pagare anche più tasse pur di avere i servizi garantiti. Poco più della metà dei lombardi, il 56%, dichiara che preferirebbe pagare tariffe più alte e vedere però che il livello dei servizi aumenta piuttosto che vedersi tagliare i servizi essenziali offerti dalla loro città: come il trasporto pubblico, l’assistenza sociale, gli asili nido o la pulizia delle strade.