Contrasto evasione fiscale: aumentano le adesioni nei Comuni dell’Emilia-Romagna

 Sono sempre di più i Comuni italiani che hanno ufficialmente annunciato la propria collaborazione con l’Agenzia delle Entrate nell’ambito delle azioni di lotta e di contrasto all’evasione fiscale. Tempi duri, quindi, per chi non dichiara nulla o dichiara meno del dovuto e vive una vita agiata, magari con due/tre SUV intestati in famiglia; gli Enti locali, infatti, possono partecipare e compartecipare al recupero delle imposte evase in scia ad un accordo stipulato nell’ottobre scorso tra l’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, e l’Agenzia delle Entrate. Nel dettaglio, le amministrazioni locali hanno facoltà di poter incrociare, attraverso uno scambio informativo con i dati dell’anagrafe tributaria, i dati relativi, ad esempio, ai contratti di affitto, utenze di gas, acqua e luce, ma anche quelli di successioni e bonifici bancari. In Emilia-Romagna, intanto, c’è stato a partire dal 2009 un boom di adesioni proprio riguardo alla collaborazione con l’Agenzia delle Entrate nelle azioni di contrasto all’evasione fiscale.

Riscossione tributi: più efficienza per abbattere la pressione fiscale

 In Italia la pressione fiscale è oggettivamente troppo alta. Negli ultimi anni, nonostante i proclami dei vari Governi che si sono succeduti, la situazione non è affatto cambiata, anzi è accaduto che, anche a causa del fenomeno diffuso dell’evasione fiscale, i contribuenti onesti per far quadrare le casse dello Stato debbano pagare anche per chi fa il furbo. In sostanza, quindi, i contribuenti rimangono tartassati dal fisco con la conseguenza che ad essere i più penalizzati sono tutti i lavoratori che hanno le ritenute alla fonte, ovverosia i dipendenti, mentre sul fronte dell’imprenditoria e del lavoro autonomo, complice il fatto che in tal caso si paga solo in funzione di ciò che si dichiara, non mancano i casi in cui la Guardia di Finanza, con cadenza giornaliera, scopre evasioni di imposta per svariati milioni di euro. Il tutto, tra l’altro, è frutto di un sistema di riscossione dei tributi che, a causa di pastoie burocratiche, leggi e norme che allungano i tempi, non sempre è efficiente. Basti pensare agli oltre 5,2 miliardi di euro che l’Erario avrebbe dovuto incassare dal condono ma che stanno rientrando nelle casse dello Stato col contagocce.

Dalla PlasTax all’utilizzo di sacchetti biodegradabili

In Europa si consumano ogni anno circa 100 miliardi di sacchetti di plastica importati per la maggioranza da paesi asiatici come la Cina, Tailandia e Malesia – afferma in uno studio Coldiretti – . Tali sacchetti vengono dispersi nell’ambiente dove occorrono almeno 200 anni per decomporli. Un effetto inquinante sull’ambiente che si aggiunge alla emissione di gas a effetto serra destinato a influenzare negativamente il clima e al consumo di combustibile di origine fossile contro i quali l’Unione Europea si è impegnata a combattere con la firma del protocollo di Kyoto.

Ma in Europa arriva la soluzione: entro il prossimo 31 dicembre, secondo la direttiva europea EN13432, i sacchetti in polietilene verranno infatti sostituiti dai sacchetti biodegradabili. In alcuni Paesi d’Europa i sacchetti di plastica hanno già iniziato il loro declino, alcuni hanno introdotto tasse e tributi proprio per disincentivare l’uso del polietilene. Lo scopo preciso é quello di disincentivare l’uso dei sacchetti che tanto danneggiano il nostro ambiente. Chi ha iniziato questa lotta ai sacchetti é stata l’Irlanda, che in breve tempo si è imposta come modello per molti paesi europei.

Riscossione tributi: Equitalia attiva linee telefoniche per i terremotati

 Nella Regione Abruzzo, ed in particolare nei comuni colpiti dal terremoto, sono state “congelate” nei giorni scorsi le rate dei mutui, il pagamento delle bollette elettriche, ma anche il versamento dei contributi previdenziali all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, e tutti gli adempimenti fiscali. L’INPS, tra l’altro, ha provveduto a sospendere nei comuni colpiti anche le verifiche sulle pensioni di invalidità attualmente in corso, fino a fine anno, su tutto il territorio nazionale. Pur tuttavia, può capitare che per errore, o ritardi procedurali, possa comunque arrivare qualche avviso di pagamento anche ai cittadini colpiti dal sisma in Abruzzo; per questo, la società di riscossione Equitalia, controllata in via paritetica dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate, ha provveduto ad attivare due linee telefoniche dedicate per la popolazione dei comuni dell’Abruzzo colpiti dal terremoto cui dovessero essere recapitate delle cartelle di pagamento.

Barack Obama stravolge il sistema sanitario Usa: tassiamo i ricchi e curiamo i poveri

 Una specie di Robin Hood tax, quella pensata da Barack Obama: tassare i ricchi per curare i poveri. In occasione del bilancio da 3,94 trilioni di dollari che Barack Obama ha inviato al Congresso con l’obiettivo di sconfiggere la recessione e porre le basi per le ripresa economica, il presidente lancia anche la proposta che in realtà stravolgerebbe il sistema sanitario americano. Sistema basato prevalentemente sul settore privato, o comunque sulle assicurazioni poste in essere dai datori di lavoro. Se quindi si lavora per una grande impresa si godrà di una buona assicurazione, se invece si lavora per una piccola compagnia o si è lavoratori autonomi la situazione é molto diversa. I premi assicurativi da pagare sono realmente molto alti e non tutti possono permettersi di sostenere tale spesa. Sono quarantaquattro milioni i cittadini americani che non sono protetti da alcuna forma assicurativa perché non si possono permettere di pagare il premio o perché il loro rischio è così alto che nessuno li assicura.

No nuove tasse per la ricostruzione in Abruzzo

Abbiamo trovato un modo di rinunciare ad alcune spese e limitare gli sprechi – afferma il premier Berlusconi in Abruzzo – E venerdì prossimo, nel Consiglio dei ministri che terremo nel capoluogo, avremo pronto il piano, il decreto Abruzzo, con i fondi da investire per la ricostruzione. I finanziamenti li abbiamo, quindi non aumenteremo l’imposizione fiscale, visto che la filosofia del governo è diminuire e non aumentare le tasse. Non chiederemo soldi agli italiani, che se vorranno, potranno essere vicini agli abruzzesi anche con le donazioni.

Il presidente del Consiglio continuando, prova a infondere fiducia:

Dove la religione diventa abuso e sopruso: tasse in Asia per i cristiani

 Purtroppo a volte si fa della religione un fanatismo. Mentre qui in Italia possiamo liberamente professare la nostra religione, in altre parti del mondo questo é impedito, o addirittura vietato. La persecuzione dei cristiani non é solo storia, ma anche dura, attuale realtà. In quasi tutti gli stati dell’Asia dove il buddismo è maggioranza, infierisce la repressione religiosa che colpisce tutte le religioni che non siano il buddismo. Dal dipartimento di stato americano emerge che il Myanmar è classificato tra i sei peggiori oppressori al mondo della libertà religiosa. In un’altra classifica sulle persecuzioni dei cristiani stilata da Open Doors il Laos, altro stato buddhista é al terzo posto.

Ecco un ultimo avvenimento. La giunta militare ha costretto i cristiani di etnia kachin – nell’omonimo Stato, nel nord del Myanmar in Asia Sudorientale – a versare contributi per la festa buddista di Thingyan. Si tratta di una festa buddista che apre il nuovo anno birmano e si celebra nel segno dell’acqua e cade a metà aprile.

Studi di settore: benefici per molti contribuenti

 La Commissione di esperti per gli studi di settore (organo che vede raggruppati l’amministrazione finanziaria, la Società per gli studi di settore e le varie associazioni di categoria) ha dato il via libera per alcuni benefici di cui godranno circa 2.150.000 contribuenti sui 3.700.000 che usufruiscono di tale parametro: i benefici in questione riguarderanno alcuni correttivi in relazione ai periodi di imposta 2008 e 2009, i quali sono stati interessati da modifiche nel mercato a causa della persistente crisi economica. Per quanto riguarda i due periodi d’imposta sopracitati, il risultato degli studi di settore sarà accompagnato, in sede di accertamento, da alcuni elementi che saranno in grado di rafforzare la pretesa tributraria.

Camera approva art. 7 su federalismo fiscale

 L’art. 119 della Costituzione recita:

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio. La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.

L’interpretazione di questo articolo ha portato a formulare l’idea del federalismo fiscale, che é in realtà un principio decentrativo secondo il quale sarà superato il sistema di finanza regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento, in cui le risorse finanziarie di Regioni ed enti locali non sono stabilite e raccolte dagli enti stessi ma le risorse arrivano prima allo Stato e poi quest’ultimo le trasferisce alle Regioni.

Il giudice tributario precisa l’assoggettamento Irap ai professionisti

 Secondo una recente sentenza della Commissione tributaria regionale di Roma, annunciata lo scorso 20 gennaio, i soggetti professionisti sono soggetti all’Irap (l’imposta regionale sulle attività produttive) nel caso in cui la loro attività venga svolta attraverso l’ausilio di collaboratori e, inoltre, quando effettuano investimenti economici e adottano strutture informatiche: la Commissione ha ritenuto infatti che tale elementi, da soli, costituiscano una capacità contributiva e un valore aggiunto da tassare. Sempre secondo le parole dei giudici romani:

Dato che per le attività dei professionisti prevale l’apporto personale, ai fini dell’assoggettamento all’Irap dev’essere assegnato un valore e un significato autonomo al concetto di organizzazione del lavoro, il quale diviene così un fattore di produzione, creando un maggior reddito.

 

Sarkozy: No aumento tasse ricchi

 Dopo la proposta di Megale nel salotto di “Domenica in” che poneva al centro dell’attenzione i ricchi guadagni dei supermanager con il cui stipendio si paga l’equivalente della retribuzione annua di migliaia di persone persone tra impiegati e operai, Nicolas Sarkozy strizza il naso. Sono molti a insistere per una revisione della tassazione tale da prelevare più denaro dai contribuenti più ricchi, ma il presidente francese non pensa affatto di aderire con alcuna riforma tributaria.

L’idea è quella di aumentare il prelievo fiscale per i cittadini che guadagnano più di 300 mila euro all’anno. Una specie di Robin Hood Tax, atta a “togliere dai ricchi per dare ai poveri”. Un gesto di solidarietà nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, che sono quelle che maggiormente soffrono a causa della grave crisi economica in atto (ogni giorno migliaia di francesi perdono il proprio posto di lavoro, e il governo ha dovuto stanziare 2,6 miliardi di euro per frenare l’aumento della disoccupazione).

Segreto bancario e paradisi fiscali: il caso svizzero

 Il segreto bancario è un segreto professionale che vieta a chi lavora o ha lavorato in una banca di fornire informazioni a terzi. Alcuni pensano che le nazioni che adottano il segreto siano “paradisi fiscali“, ma questo non è necessariamente vero. Tale affermazione potrebbe trovare fondamento quando al segreto bancario si accompagnano normative fiscali volte ad attrarre investimenti stranieri. Ma queste ultime possono esserci senza che vi sia il segreto bancartio. Oggi, infatti, è assai diffuso il ricorso a tutti quei Paesi a regime tributario che hanno all’interno della propria legislazione, regimi fiscali speciali atti ad attrarre nuovi investitori stranieri.

In realtà quindi, il segreto bancario, se non accompagnato da adeguate misure di controllo interne e dalla volontà del sistema bancario di agire nella legalità, può favorire riciclaggio, associazione a delinquere, furto, frode fiscale, estorsione.

Evasione fiscale: Cisl propone patto con le imprese

 Sono circa 125,8 i miliardi di euro delle imposte sottratte all’erario nel 2008 in Italia. Effettuando alcuni calcoli quindi, l’imponibile evaso in Italia nel 2008 sarebbe pari a circa 331 miliardi di euro l’anno. Centinaia di miliardi non fatturati quindi. I risultati della stima sono stati resi noti ieri da Krls Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani – elaborando dati ministeriali, dell’Istat, della Banca d`Italia e dello Sportello del Contribuente. Rilevazione presentata ieri a Roma allapertura del convegno “Evasione fiscale: studio ed analisi del fenomeno in Italia“. Tra le grandi imprese, una su tre chiude il bilancio in perdita e non paga le tasse. Crisi? Non solo.

Nella guerra alla crisi economica c’è quindi un nuovo rivale: l’evasore fiscale. Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni propone ai commercianti riuniti dalla Confcommercio a Cernobbio un patto contro l’evasione fiscale. Il segretario riporta alla luce l’importanza di una profonda riforma del sistema fiscale, in particolare di quegli studi di settore (cioè i redditi presunti delle varie categorie produttive su cui si pagano le tasse anche se quei fatturati non vengono raggiunti) che spinge non pochi commercianti all’evasione.

Le società non quotate chiedono il rinvio dei termini per il bilancio

 In un periodo difficile, in cui la crisi economica e finanziaria tende ogni giorno di più a peggiorare, le società non quotate in Borsa stanno vagliando la possibilità di ampliare il termine per la convocazione dell’ assemblea a 180 giorni. La motivazione è presto spiegata: la redazione del bilancio relativo al 2008 è resa sempre più difficile dai diversi provvedimenti anti-crisi attuati nei giorni scorsi ed ancora più ardua risulta la valorizzazione delle poste dell’attivo (rimanenze, crediti…). Nel calcolo delle imposte di competenza della società, infatti, hanno una fondamentale influenza le novità fiscali introdotte dalla Finanziaria 2008: si passa dai limiti di deducibilità degli interessi passivi alle spese di rappresentanza, dalle nuove modalità per il calcolo della base imponibile dell’ Irap alla possibilità di non riconoscere l’impatto causato dalla modifica dei criteri di valutazione per gli ammortamenti. Tutti questi fattori stanno dunque inducendo le società non quotate a richiedere il rinvio della data di approvazione del bilancio a fine giugno, anche se tale eventualità è attuabile in rari casi da cinque anni a questa parte; è infatti necessario che l’impresa presenti una determinata struttura e oggetto (ad esempio, eventi esterni alla società non sono ritenuti idonei per il rinvio).