Lo Stato italiano non può certo essere catalogato come un buon pagatore in questo preciso momento storico: anzi, i versamenti fiscali, ma non solo, vengono effettuati in costante ritardo da parte delle nostre amministrazioni finanziarie. In effetti, secondo quanto rilevato da un’indagine di Krls Network of Business Ethics per contro di Contribuenti.it, il tempo necessario per il rimborso di tasse e imposte è addirittura superiore ai quattordici anni (14,1 per la precisione), di gran lunga superiore alla media che viene invece registrata nel Vecchio Continente (dodici mesi). La classifica in questione non fa certo onore al nostro paese, il quale occupa la prima posizione dei paesi più lenti per quel che concerne i rimborsi tributari appunto; seguono a ruota altre nazioni, tra cui possiamo elencare la Turchia (4,2 anni), la Grecia (3,8 anni) e la Spagna (2,3 anni), mentre stati importanti come la Francia, l’Inghilterra e la Germania sono senz’altro più virtuosi, visto che sono in grado di pagare gli indennizzi, rispettivamente, in 1,6, 1,2 e 0,8 anni.
Tributi
Giordania e Algeria, la leva fiscale per calmare le proteste
Algeria e Giordania sono due nazioni piuttosto vicine in questo momento, soprattutto se si effettua un ragionamento prettamente tributario: in effetti, gli stati in questione sono accomunati da un utilizzo strategico della cosiddetta “leva fiscale”, la quale può consentire di affrontare in maniera migliore la crisi finanziaria, oltre al rincaro di materie prime, generi alimentari e quant’altro. Si tratta di un indicatore dell’intensità della politica fiscale adottata, calcolato attraverso la misura dell’impatto della stessa sul livello del reddito. Ebbene, i governi di Algeri e di Amman hanno pensato bene di sfruttare a fondo tale opportunità, visto che le tensioni sociali e politiche continuano a riempire le loro piazze. Partendo dalla nazione africana, c’è da dire che di fronte all’incremento delle tariffe di beni come olio e farina si è intervenuti sospendendo i diritti doganali, le tasse e i tributi relativi a olio e zucchero, una misura che rimarrà in vigore almeno fino al prossimo 31 agosto.
La flat tax conquista anche il neonato Sudan meridionale
Il continente africano si è arricchito di una nuova nazione: si tratta della Repubblica del Sudan del Sud, nome provvisorio che potrebbe essere mutato in Imatong o Kusch, con capitale a Juba. È una vera e propria costola del Sudan, una costola fortemente voluta dal popolo, visto che il 98,8% dei votanti ha deciso di costituire uno stato nuovo di zecca. Le novità andranno a riguardare soprattutto il versante del fisco, visto che il Sudan meridionale si appresta ad adottare a breve la cosiddetta flat tax, con tutti i benefici che tale sistema tributario comporta. La scelta del nuovo governo è andata in questa direzione per diversi motivi. Risale anzitutto a quattro anni fa il Personal Income Tax Act, un provvedimento che è volto a definire quelle che sono le modalità di tassazione dei redditi dei contribuenti, ma anche le varie questioni che potrebbero sorgere in tal senso.
Equitalia: tributi, riscossione +15% nel 2010
Lo scorso anno in Italia la riscossione dei tributi è balzata del 15% rispetto al 2009, a quota 8,9 miliardi di euro. A darne notizia in data odierna, mercoledì 2 marzo 2011, è stato il Gruppo Equitalia nel sottolineare, inoltre, come la riscossione dai cosiddetti “grandi debitori” sia balzata del 17%; a livello regionale, i maggiori incassi sono stati ottenuti dalla Regione Campania, Lombardia e Regione Lazio. Gli 8,9 miliardi incassati, in particolare, riguardano tutte quelle imposte, quei contributi e quelle tasse che, dovute ai rispettivi Enti creditori, i contribuenti non hanno pagato. E sulle morosità rilevanti, il Gruppo Equitalia con una nota ufficiale ha fatto presente come i risultati sopra indicati siano stati ottenuti anche grazie ad un maggiore affinamento delle attività di riscossione frutto delle sinergie che sono state messe in campo ed in atto in collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps), con la Guardia di Finanza e con l’Agenzia delle Entrate.
Bollo auto: Toscana, un sms per evitare le multe
In Toscana l’Amministrazione regionale ha attivato online, dal sito Internet istituzionale, un servizio grazie al quale via sms il possessore di un’auto può ricevere l’avviso di scadenza del bollo auto da pagare. Il servizio di alert è gratis a fronte dell’inserimento del numero di targa del veicolo e di un numero di cellulare di un telefono abilitato alla ricezione degli sms; il tutto a patto che la registrazione da parte dell’utente avvenga almeno 20 giorni prima dalla scadenza del pagamento del bollo al fine di poter ricevere l’sms alert. Il servizio si può chiaramente disattivare in qualsiasi momento fermo restando che la mancata ricezione, per qualsiasi ragione, dell’sms di avviso di scadenza di pagamento, non esonera chiaramente il proprietario del veicolo nell’assolvere ai propri obblighi tributari.
Tasse locali: ecco dove si paga di più
Nel nostro Paese i Comuni italiani dove si pagano più tasse locali si trovano nella Regione Lazio. A rivelarlo è un Rapporto a cura dell’Ufficio Studi della CGIA di Mestre da cui è in particolare emerso come nella classifica nazionale, a valere sul 2010, ai primi cinque posti, per pressione tributaria pro-capite, ci siano ben cinque comuni laziali. Nel dettaglio, a fronte di una media pro-capite di pressione tributaria, su scala nazionale, pari ad oltre 1.200 euro, il Comune di Rieti svetta con ben 1.934 euro pro-capite; al secondo posto troviamo Latina con 1.899 euro e Frosinone sul gradino più basso del podio con 1.823 euro pro-capite di tasse locali pagate in media da ogni cittadino residente. Il Comune di Roma occupa, sempre su scala nazionale, la quinta posizione con 1.758 euro pro-capite dietro al Comune di Viterbo, dove la media è di 1.803 euro a contribuente.
Fisco e tributi: in Toscana più rigore e più equità
Un Fisco che sia da un lato rigoroso, e dall’altro più equo e più amico. E’ questo l’obiettivo, in Toscana, da parte dell’Amministrazione regionale che dopo i buoni dati sul recupero dei tributi evasi ora vuole puntare alla revisione dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente. Questo è quanto ha dichiarato il Governatore Enrico Rossi nel cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro che, a partire dalla Guardia di Finanza e passando per l’Assessorato regionale competente, hanno assicurato un forte incremento del recupero da evasione tributaria nel corso dell’anno appena conclusosi. E’ stata infatti registrata una crescita del recupero da evasione tributaria pari ad oltre il 45% senza tener conto degli incassi una tantum. Includendoli la somma, al novembre 2010, sale a 141 milioni di euro con un incremento del 62,33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Trattandosi di dati che non includono lo scorso mese di dicembre, l’Amministrazione regionale non esclude che si possa arrivare a 150 milioni di euro complessivi di tributi recuperati, ovverosia ben 60 milioni di euro in più rispetto alle previsioni.
Equitalia: cartelle di pagamento, come annullare il debito
Come può un cittadino chiedere ed eventualmente ottenere l’annullamento parziale o totale di un debito tributario indicato in una cartella di pagamento? Ebbene, quando un cittadino riceve a casa una cartella, e ritiene che la pretesa tributaria da parte dell’ente creditore non sia dovuta, deve rivolgersi proprio a quest’ultimo al fine di poter chiedere quello che viene definito come lo “sgravio“; in questo modo, infatti, l’ente creditore va a verificare se le somme iscritte a ruolo siano effettivamente dovute, o se in effetti la cartella di pagamento, e quindi il debito, debba essere annullata in tutto o in parte. Questa procedura si può attivare attraverso la cosiddetta “richiesta di autotutela” presentata dal cittadino; nel caso in cui la cartella venga annullata in tutto o in parte, l’ente creditore dovrà poi comunicare lo sgravio all’agente della riscossione.
Tia: secondo la Corte dei Conti non va soggetta ad Iva
Francamente si sente ancora il bisogno di un chiarimento preciso e dettagliato in merito alle considerazioni da fare sulla Tia, la Tariffa di Igiene Ambientale; si tratta, nello specifico, del sistema di finanziamento adottato dai comuni italiani per gestire i rifiuti e sostituire in maniera progressiva la Tarsu. Ebbene, mentre il dipartimento delle Finanze si è mostrato convinto a più riprese circa la necessità dell’Iva in questo senso, la Corte dei Conti si è invece espressa in modo contrario, linea di pensiero che è emersa soprattutto da un recente parere della sezione piemontese. Secondo l’organo statale, infatti, la tariffa deve essere considerata alla stregua di una entrata tributaria e per tale motivo l’Imposta sul Valore Aggiunto non ha ragione di esistere; in particolare, sarebbero elementi come il prelievo, l’assenza di sinallagma tra le parti e il collegamento ai presupposti economicamente rilevanti a inquadrare la Tia come tributo, mentre la Corte ha escluso qualsiasi rilevanza per quel che concerne la definizione introdotta dal Codice dell’ambiente.
Equitalia: riscossione, aumenta recupero grandi debitori
A fronte di un aumento delle rateazioni, per venire incontro ai contribuenti, c’è un corrispondente calo delle ipoteche ed un contestuale miglioramento dell’assistenza ai cittadini. Sono questi alcuni dei risultati comunicati da Equitalia nel sottolineare inoltre come in materia di riscossione fino ad ora nel 2010 siano stati recuperati ben 7,3 miliardi di euro, con un buon 20% di questi importi provenienti dai grandi debitori. Con una nota ufficiale Equitalia ha inoltre sottolineato come la riforma del 2005, che ha riportato in mano pubblica le attività inerenti la riscossione, abbia portato a risultati tanto insperati quanto inimmaginabili in materia di recupero da evasione tributaria, fiscale e contributiva; inoltre, contestualmente c’è stato sia un miglioramento del rapporto con i contribuenti, sia un taglio dei costi a carico della collettività. Il percorso di semplificazione, ottimizzazione e razionalizzazione tra l’altro continua visto che dalle 38 società operative quando è nata Equitalia si è arrivati adesso alle attuali 17; ma presto, ed in particolare entro il prossimo anno, queste si ridurranno addirittura solo a tre.
Russia: dal 2011 una tassa su videocamere, computer e Gps
Il 2011 comincerà con una innovazione fiscale di rilievo in Russia: il governo di Mosca ha infatti deciso di introdurre, a partire dal prossimo 1° gennaio, una tassa che andrà a colpire personal computer e altri dispositivi elettronici, aumentandone di fatto il costo di un punto percentuale. L’obiettivo è quello di tutelare il diritto d’autore relativo all’utilizzo personale di questi strumenti tecnologici, visto che cd, dvd e videocamere saranno i supporti maggiormente coinvolti in questo senso. Si tratta di un decreto che già vanta la firma del premier Vladimir Putin, mentre già si è a conoscenza che i fornitori di contenuti multimediali saranno i maggiori beneficiari dei nuovi canoni. Una tassa dell’1%, dunque, che va ad aggiungersi a un’altra iniziativa simile intrapresa dalla stessa Russia, la quale conferma l’interesse per l’imposizione tributaria nei confronti della tecnologia.
Congresso commercialisti 2010: proposte fiscali per le aziende
Tutelare il contribuente ed evitare il ricorso facile ai condoni, sul credito alle pmi, le società professionali e i fallimenti delle persone fisiche, questi i punti del prossimo programma del secondo congresso dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che parte oggi, giovedì 21 ottobre, e chiuderà i battenti sabato 23 a Napoli. Tre giornate di dibattito su economia, federalismo, green economy e riforma delle libere professioni. Politici ed esperti nazionali e internazionali si riuniranno nel congresso ‘Per un Paese migliore’, questo il titolo dell’evento, con chiara volontà della categoria di avanzare proposte concrete per la fuoriuscita dall’attuale crisi.
Corea del Sud, a breve nuova disciplina sul transfer pricing
Risale ormai allo scorso 23 agosto l’avvio di un provvedimento davvero importante per quel che concerne il campo fiscale in Corea del Sud: il ministero per la Strategia e la Finanza del paese asiatico ha infatti varato una riforma molto ampia dell’imposizione diretta e indiretta, la quale comprenderà, nel 2011, imposte come la Corporate Income Tax e la Tax Incentive Limitation, mentre gli interventi sul transfer pricing (analisi e documentazioni relative a beni, servizi e utilizzo della proprietà) andranno a modificare in pratica l’International Tax Coordination Law. Questa specifica disciplina tributaria esiste ormai da oltre quattordici anni ed è contenuta proprio nel testo normativo appena citato; le ispirazioni provengono direttamente da quanto stabilito dall’Ocse (la Corea è uno dei principali membri dell’organizzazione parigina) in merito al cosiddetto “arm’s length principle”.
Intollerabile evadere tasse e ostentare lusso, parola al clero
Parlare di tasse è sempre un argomento che scalda gli animi in Italia. L’evasione, secondo le ultime rilevazioni del Centro Studio Confindustria, si aggira oggi intorno ai 125 miliardi di dollari. Valori molto alti, nonostante i buoni risultati della lotta all’evasione. L’economia sommersa risulta così pari al 20% del Pil. Uno studio del Centro sulle scienze sociali di Berlino ha messo in relazione la fedeltà fiscale con il patriottismo dei cittadini. Secondo Kai A. Konrad e Salmai Qari i due fattori vanno di pari passo e sono direttamente proporzionali. Sembra che i paesi che sono riusciti a coltivare l’attaccamento alla patria, soprattutto gli Stati Uniti, sono anche quelli in cui il fenomeno dell’evasione e del sommerso sono meno diffusi, quindi meno ostentata. E su questo argomento ha voluto dire la sua, il presidente dei vescovi, card. Angelo Bagnasco.