Arriva in questi giorni dal Consiglio dei Ministri il via libera al decreto legge che chiude una volta per tutte Equitalia, la società di recupero crediti che per anni ha costituito il peggiore incubo di molti contribuenti italiani. Lo ha dichiarato il Governo nella lettura della legge di bilancio per il 2017 che ha ultimamente raggiunto un peso da 27 miliardi di euro.
La chiusura della scomoda agenzia, che, come è stato sottolineato anche in conferenza stampa era arrivata ad essere vessatoria per i cittadini, porterà un primo effetto positivo alla casse dello Stato. Farà infatti recuperare allo Stato e arrivare nelle casse dell’erario 4 miliardi di euro che saranno utilizzati per finanziare la Manovra stessa. Un’idea, questa, che era stata accarezzata già molte volte in passato, ma che solo con l’emanazione di questo ultimo decreto legge ha trovato concreta applicazione.
Dopo la chiusura di Equitalia chi deve pagare pagherà
La chiusura di Equitalia, tuttavia, non deve essere intesa come una generale sanatoria per i crediti inesatti o come un condono generale per coloro che hanno ancora conti in sospeso con il Fisco italiano. Il premier ha assicurato che la chiusura non deve essere intesa in tal senso ma chi deve pagare pagherà. Non saranno tuttavia più applicati gli interessi e le more spropositate che caratterizzavano il vecchio modello, la filosofia della vecchia Equitalia. Chi deve pagare, dunque, non vedrà rottamare le proprie cartelle, ma pagherà il giusto, senza incorrere in sanzioni vessatorie e ancora più pesanti da sostenere.
Si profila quindi all’orizzonte un tempo di distensione per i morosi. Ci sarà in futuro tutto il tempo e tutte le possibilità per ravvedersi. Una stessa strada conciliatoria è stata di recente intrapresa anche dall’Agenzia delle Entrate, che offre, da alcuni mesi a questa parte, diverse possibilità di ravvedimento per gli errori in cui possono incappare i contribuenti nel calcolo delle imposte e dei contributi.