Altre novità ci attendono nei prossimi giorni e potrebbero essere annunciate dal nostro governo: un concordato fiscale (un intervento teso a proporre un condono, attraverso un concordato inducendo quindi i contribuenti che non dichiarano quanto dovuto al fisco ad uscire allo scoperto quindi stile scudo fiscale che fece rientrare i capitali tenuti illecitamente all’estero) da regolare con l’Agenzia delle entrate la situazione, in modo da regolarizzare la propria situazione fiscale. Ma rispetto allo scudo fiscale c’è un aggiunta: per rendere più importante la misura il governo starebbe pensando di introdurre il carcere per gli evasori, in modo che questi siano spronati (più dal timore delle manette che dal desiderio di venire allo scoperto) a rimettere in regola la propria situazione finanziaria. In relazione alle misure di contrasto all’evasione fiscale, si prevede un recupero di circa 700 milioni di euro nel 2012 per arrivare a 1,6 miliardi nell’anno successivo.
Il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari ha espresso però la sua perplessità per l’eccessivo peso che si da nella manovra alle entrate che dovrebbero arrivare dalla lotta all’evasione fiscale. L’Ue sottolinea che le entrate dalla lotta all’evasione non sono certe e comunque sarebbero inferiori al gettito derivante dal contributo di solidarietà. Si tratta di interventi che non consentono di prevedere con certezza quanto, in termini economici, queste misure possano aiutare le casse dello Stato.
Siamo sconcertati per le misure di contrasto all’evasione fiscale previste nell’emendamento presentato dal Governo – sostiene, in una nota, Confindustria – é da tempo condiviso l’obiettivo di una seria ed efficace lotta all’evasione fiscale e contributiva. Le misure presentate ieri risentono pero’ della fretta e dell’approssimazione con cui e’ stato predisposto l’emendamento, non sono coerenti anche sul piano tecnico e dovranno necessariamente essere riviste. Sono poco efficaci rispetto all’obiettivo di una seria lotta all’evasione e rischiano di penalizzare le imprese corrette nel rapporto con il fisco. Due esempi per tutti: innanzitutto la misura che considera presuntivamente societa’ di comodo le imprese in perdita per tre anni consecutivi. In questi anni di seria e diffusa crisi economica sono molte le imprese che si trovano in questa situazione e non per questo possono essere ulteriormente penalizzate considerandole a priori societa’ non operative.
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