E’ giusto andare avanti nel nostro Paese a colpi di condoni e di scudi fiscali? Ebbene, secondo il Presidente di Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, Vittorio Carlomagno, quella dei condoni e degli scudi è una stagione che nel nostro Paese occorre chiudere al più presto visto che in questo modo altro non si fa che arricchire i grandi evasori. Il Presidente dell’Associazione sottolinea inoltre come quello dell’evasione fiscale sia diventato nel nostro Paese, purtroppp, lo sport più praticato dagli italiani. E allora, come sovvertire questa situazione critica? Ebbene, secondo Vittorio Carlomagno occorre innanzitutto rendere la tassazione meno opprimente abbassandola di cinque punti percentuale; dopodiché occorre anche tagliare gli sprechi di denaro pubblico, migliorare la qualità dei servizi resi dalle Amministrazioni Pubbliche, ed istituire dei premi/incentivi a favore del personale dell’Amministrazione finanziaria dello Stato ogni volta che grazie al loro operato le grandi imprese vengono pizzicate ad evadere il Fisco.
D’altronde il quadro relativo all’evasione fiscale è sia preoccupante, sia per certi versi sconcertante; basti pensare che, in base ad un’indagine di KRLS Network of Business Ethics realizzata proprio per conto di Contribuenti.it, Associazione Contribuenti Italiani, nei primi quattro mesi di quest’anno l’imponibile evaso in Italia è cresciuto del 6,7%. Come diretta conseguenza l’Italia nel 2010 conferma la propria leadership di campione europeo proprio nell’evasione fiscale con una percentuale pari a ben il 54,4% del reddito imponibile annuo che non viene dichiarato.
Nessun Paese europeo sembra al momento essere in grado di batterci visto che anche nei Paesi dell’Est, dove l’evasione fiscale è allo stesso modo diffusa, le percentuali di imponibile non dichiarato sono comunque più basse. Al secondo posto, staccata di oltre 12 punti percentuali, c’è infatti la Romania con il 42,3% di imponibile evaso mentre Estonia e Bulgaria seguono a ruota con una percentuale di imponibile evaso pari, rispettivamente, al 38,3% ed al 39,8%.
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