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Confesercenti: occorre ridurre le tasse al 40%

 L’Italia si colloca tra i primi posti nella scala Ue, ma non relativamente a una buona performance del Pil, ma purtroppo, per il livello delle tasse. In base ai dati dell’Istat dal 2008 al 2009 la pressione delle imposte è salita al 43,2%, oltre la spesa pubblica salita al 52,5% del Pil.

Per rilanciare l’Italia bisogna ridurre la pressione fiscale dal 43,2% attuale al 40% in tre anni – suggerisce Marco Venturi, presidente di Confesercenti -. Occorre tagliare le tasse di un punto all’anno, con l’obiettivo di favorire gli investimenti ed incentivare i consumi.

L’Italia si colloca così al quinto posto nella scala della pressione fiscale, insieme alla Francia e dopo Danimarca, Svezia, Belgio e Austria, mentre nel 2008 era al settimo. L’aumento della pressione fiscale è dovuto, secondo quanto affermato dagli analisti, soprattutto alla diminuzione del Pil dell’Italia che è stata maggiore della diminuzione delle entrate.

Il presidente di Confesercenti ha indicato anche altri suggerimenti: tagliare significativamente i costi ed in particolare quelli correnti che hanno quasi raggiunto il 50% del Pil, varare un piano di investimenti per dotare il Paese di una maggiore autonomia energetica (soprattutto nel settore del solare, del fotovoltaico, dell’eolico, del nucleare di nuova generazione).

Confesercenti accoglie con favore la proposta di legge bipartisan relativa a uno Statuto che potrebbe garantire i diritti delle piccole e medie imprese – continua il presidente -, salvaguardare il loro valore economico e sociale e rappresentare una tutela nei confronti del fisco e della Pubblica amministrazione. Liberalizzazione per far aprire nuove attività e per assicurare un servizio migliore, si continua dire e invece, con gli attuali ritmi di apertura di grandi strutture commerciali, nel giro di cinque anni ci troveremo con 5.000 comuni e tantissimi quartieri senza negozi. Chiediamo che gli eventuali benefici sui conti pubblici siano immediatamente trasferiti sui contribuenti che dovranno comunque essere garantiti da un tetto complessivo al prelievo imposto, come avviene in Francia con il bouclier fiscal.