Reintrodotto nel 2015 dal Jobs Act, stavolta con leggi generali applicabili in assenza di specifiche disposizioni da parte dei Ccnl, in teoria in vigore dal 25 giugno, a tutt’oggi il congedo parentale è ancora in sospeso dal momento che è in attesa di una circolare Inps che sembra essersi persa tra le carte di questo mese afoso.
La storia del congedo parentale, dunque, sembra essere una storia senza fine:
Il 16 luglio l’Inps annuncia agli utenti che è disponibile l’applicazione per l’invio telematico delle «domande di congedo parentale su base oraria». Significa che per i dieci mesi di permesso facoltativo (accordato ai genitori fino a quando il figlio compie 12 anni) si potrà scegliere tra la fruizione giornaliera e quella oraria, un’opportunità che permette di occuparsi dei bambini senza però lasciare il lavoro. Molti genitori dunque si affrettano ad avviare la procedura, anche perché la normativa al momento è in vigore fino al 31 dicembre, dunque è una possibilità offerta per pochi mesi. Cosa succede dopo, ce lo raccontano alcune lettrici: «Collegandomi con il Pin dispositivo scrive a Repubblica Luisa Calistri – sono riuscita ad inserire la domanda.
Preciso che ancor oggi la mia domanda risulta in stato di “acquisita”. Inspiegabilmente, il 27 luglio l’Inps cancella tutto dal sito: la procedura, le istruzioni, il manuale utente. Da quella data non c’è più traccia di nulla. La circostanza più grave, tuttavia, è che l’Istituto lo ha fatto, in spregio a qualunque principio di trasparenza, senza pubblicare alcuna nota ufficiale in merito e senza disporre alcuna comunicazione, anche di natura transitoria, relativamente alle domande già presentate, nemmeno, al limite, rifiutando le stesse».