A carico dei contribuenti occorre prendere misure tali che a livello fiscale si eviti l’oppressione. E questa, in estrema sintesi, la posizione delle parti sociali che da quanto si vede e si legge sui giornali stanno sempre di più incalzando il Governo in carica attuale, quello di centrodestra, dopo che anche l’Italia è finita nel vortice della speculazione sul debito sovrano. Il Governo, stando all’ultimissima conferenza stampa Berlusconi-Tremonti, sembra intenzionato ad anticipare il pareggio di bilancio di un anno, dal 2014 al 2013; ma questo basterà per calmare i mercati ed in particolare l’azione ribassista sui prezzi dei titoli di Stato e sui corsi azionari a Piazza Affari? Ebbene, proprio le parti sociali giovedì scorso hanno presentato un documento in sei punti, nel quale innanzitutto viene messo in evidenza come l’attuale momento sia grave, e come debba essere affrontato senza scappatoie.
Le parti sociali chiedono non solo il pareggio di bilancio, con il relativo inserimento nella Costituzione, ma anche un taglio deciso e concreto ai costi della politica, liberalizzazioni e privatizzazioni, lo sblocco degli investimenti, ma anche semplificazioni burocratiche ed una riforma strutturale ed incisiva della Pubblica Amministrazione. E riguardo al mercato del lavoro, nel bene e nell’interesse dell’Italia, le parti sociali hanno confermato quello che è il loro impegno a modernizzare le relazioni sindacali.
Intanto le opposizioni al Governo Berlusconi si chiedono quali margini di manovra abbia ora l’Italia rispetto ad istituzioni come la Bce, che potrebbero letteralmente dettarci la linea da seguire affinché il nostro Paese venga sostenuto in questa fase difficile. In particolare, la Banca centrale europea sembra intenzionata ad avviare programmi di acquisto dei titoli di Stato italiani ma a patto che probabilmente non solo venga anticipato il pareggio di bilancio, ma che si mettano a punto anche nuove misure di risanamento tali da rasserenare i mercati.