E’ in itinere il primo appuntamenti con la prima scadenza fiscale per chi ha assunto una colf o una badante: il 10 aprile 2014, infatti, scadranno i termini per il pagamento dei contributi per i collaboratori domestici riferiti al primo trimestre di quest’anno.
Se la data era già nota a tutti coloro che hanno assunto del personale domestico, in molti probabilmente non sapevano che, a causa dell’adeguamento dei contributi e delle retribuzioni al costo della vita, si dovrà pagare qualcosa in più rispetto allo scorso anno. Ma ci sono anche delle altre novità, vediamo quali sono.
Pur rimanendo stabile la suddivisione dei rapporti di lavoro in base alle ore settimanali lavorate dal collaboratore domestico – fino a 24 ore a settimana o più di 24 ore – sono state introdotte due diverse tabelle per il calcolo dei contributi: una è riferita ai rapporti di lavoro a tempo determinato e l’altra per quelli a tempo indeterminato.
La prima tabella prevede che il datore di lavoro debba pagare anche delle addizionali, cosa invece non prevista per chi ha assunto un collaboratore a tempo indeterminato.
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Alla suddivisione oraria dei rapporti di lavoro sono stati associati diversi tipi di contribuzione: nello specifico sono tre livelli per i collaboratori domestici che lavorano fino a 24 ore settimanali che si diversificano in base al livello retributivo, mentre per chi ha un collaboratore impiegato per più di 24 ore a settimana è previsto un solo livello di contribuzione, indipendentemente dalla retribuzione corrisposta.
Come si calcola la quota di contribuzione del collaboratore domestico? Per scoprire quanto si dovrà pagare per i contributi dei collaboratori domestici, il datore di lavoro dovrà considerare, oltre alla paga oraria corrisposta, le quote da versare per la tredicesima e le quote relative al vitto e all’alloggio: all’Inps dovrà essere versato l’importo che si ottiene moltiplicando il contributo orario per il numero delle ore retribuite nel trimestre al quale si riferisce il versamento.