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Controlli del fisco nelle zone turistiche

 La Guardia di Finanza non andrà in vacanza. Anzi, l’ipotesi prevalente è che i controlli saranno invece intensificati ed in particolare l’attenzione sarà riversata direttamente sui luoghi turistici, a costo di sembrare inopportuni. Dopotutto, se un commerciante non ha nulla da temere, questo è un buon momento per risultare negativi ad un controllo e rivalutare l’idea che i turisti dall’estero si sono fatti del Bel Paese.

I risultati dei primi sette mesi di controlli del 2012 effettuati dalla Guardia di Finanza su pressione del Governo Monti sono imbarazzanti; su oltre 20mila soggetti controllati è risultato che più di uno su tre (esattamente il 38%) ha emesso ricevute, scontrini o fatture irregolari. Con una situazione del genere è ovvio che il fisco non può permettersi pause, ed anzi dovrà andare ad agire esattamente li dove vengono spesi molti soldi.

I dati dei primi sette mesi di “raccolta” del fisco sono tutto sommato incoraggianti da un certo punto di vista; a fronte di un’evasione fiscale da record (l’Italia è tra i Paesi Europei con più problemi sotto questo punto di vista) c’è un recupero degli illeciti rilevante, che alcuni ancora sperano si trasformerà in una minore pressione fiscale. Al momento però questi effetti non sono ancora lontanamente tangibili e pure il fondo che doveva essere alimentato dal recupero dell’evasione fiscale è stato annullato.