Gli ultimi controlli di questa stagione estiva da parte della nostra amministrazione finanziaria si sono concentrati essenzialmente sulle coste della Liguria: in effetti, l’Agenzia delle Entrate ha sfruttato i flussi turistici per controllare in modo accurato le tipiche attive ad essi associati, in primis la ristorazione, le operazioni dei vari stabilimenti balneari, quelle delle gelaterie e di altri locali. Nel dettaglio, i controlli sono stati ben centosettanta, avvalendosi anche della collaborazione di due partner fondamentali, vale a dire l’Inps (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) e la Siae (Società Italiana degli Autori ed Editori).
Come è facile prevedere, la maggior parte di questi blitz hanno riguardato la provincia di Genova, seguita a ruota da quelle di Savona, La Spezia e Imperia. Che cosa è emerso di preciso? Le fatturazioni dei ricavi sono state caratterizzate da molti errori, senza dimenticare il consueto e purtroppo diffuso lavoro nero, un elemento che viene sfruttato da tali attività per non sottoporre a imposizione fiscale diverse fattispecie, oltre alla poca congruità che vi è stata tra gli incassi reali e quelli effettivamente registrati. Il trio in questione, poi, ha riscontrato come nell’89% dei casi vi fosse una qualche irregolarità, una percentuale davvero troppo alta.
Per quel che concerne gli studi di settore, al contrario, la fortuna ha voluto che la situazione sia stata migliore, ma c’è ancora molto da lavorare su questi fronti. Secondo quanto affermato dalla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, non bisogna giudicare in modo sbagliato determinate categorie professionali, anche perché queste verifiche sono state rivolte a dei casi molto selezionati e dopo aver analizzato nel dettaglio il rischio. Gli studi, poi, sono stati un importante deterrente. Non sono mancati i casi particolari, tra cui quello di una discoteca nel savonese in cui le attività di intrattenimento beneficiavano dell’Iva al 10%, quando invece avrebbero dovuto scontare quella al 21% (le consumazioni erano obbligatorie).
Italia stabilimenti di mare che evadono il fisco e NON solo.. vi sono pure tanti Lavoratori costretti a lavorare in nero intera giornata, o in mezza giornata parzialmente in nero con il part time ,ma vi sono anche TANTI pensionati invece che arrotondano la pensione sempre in nero.
Non è da pochi mesi che ciò accade ma da anni e anni, non sono pochi gli stabilimenti di Liguria coinvolti nella NON onestà in tutta Italia moltissimi sono gli stabilimenti balneari che evadono il fisco e hanno LAVORATORI in NERO ben visibili che lavorano sulle spiagge ,nei bar, nelle piscine,ristoranti, servizi di pulizia ecc.ecc. !!!Costretti al lavoro in nero in quanto se si parla..certi stabilimenti balneari pagano la multa ma non ti fanno più lavorare.. e la multa per codesti gestori del demanio pubblico ne vale la candela.. a confronto degli anni che hanno GUADAGNATO NON mettendo in regola tanti Lavoratori !
Inoltre non c’è solo continua evasione sulle spiagge in concessione demaniale, c’è anche evasione commerciale su quanto viene portato sulle spiagge..e poi venduto ma c’è anche riguardo ad i Lavoratori in nero un altro grave pericolo: LAVORANDO IN NERO molti Lavoratori NON avranno di conseguenza i corsi di legge obbligatori sulla propria ed altrui sicurezza anti infortuni ! Niente corsi 626/94 e niente di legge: D.L.gs 81/2008 cose raggirate pure con i nuovi contratti precari di lavoro autonomo con partita IVA facendo sempre i dipendenti..o con ritenuta d’acconto..a progetto o ripartito ecc. similari !
Ricordando che le spiagge sono del DEMANIO STATO ITALIANO e NON sono private !
E non tutti gli stabilimenti balneari sono in regola con le norme antisismiche , anti incendio ecc.ecc. anzi hanno cementificato sopra le spiagge di tutto !
Distruggendo la natura stessa! Tanto che da molte passeggiate della Liguria ecc. NON si vede neppure più il mare! Oltre ad evadere e a CONTINUARE ad avere Lavoratori costretti al nero e a violare la legge 81/2008..
Morando