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Evasione fiscale: i controlli sulle imprese apri e chiudi

 Uno dei “trucchetti” attraverso il quale le imprese tutt’altro che oneste evadono il Fisco è quello relativo alle cosiddette aziende “apri e chiudi”, ovverosia imprese che di norma cessano l’attività entro un anno magari dopo aver portato avanti un core business, se così possiamo dire, basato solo sull’emissione di fatture false. Queste imprese fittizie vengono comunemente definite come “cartiere”, proprio perché producono fatture legate a transazioni inesistenti su beni e servizi. Ebbene, grazie ad un apposito Decreto Legge, il numero 78 del 31 maggio del 2010, l’Amministrazione finanziaria dello Stato ha ora più margini di manovra per poter andare a scovare, controllare e sanzionare, spesso anche con rilevanze e risvolti di natura penale, queste imprese che a volte sono “apri e chiudi”, ed altre volte in perenne perdita agli occhi del Fisco.

E così il Fisco, anche grazie ad uno scambio informativo più fitto con l’Inps e con la Guardia di Finanza, potrà meglio controllare le posizioni potenzialmente evasive di queste imprese apri e chiudi o che dichiarano sempre bilanci in perdita senza che i soci le abbiano mai ripianate con un aumento di capitale.

Nell’ambito di queste attività anti-evasione rientrano anche i controlli relativi alla compensazione di crediti fittizi ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (Iva). Questo perché proprio le cosiddette “cartiere” nascono e muoiono o, se volete, aprono e chiudono dopo l’emissione di fatture false al fine di abbassare gli imponibili e pagare meno tasse. La “cartiera” è in tutto e per tutto una società fittizia in quanto si interpone nelle transazioni, spesso a livello commerciale con i Paesi esteri, proprio per frodare l’imposta sul valore aggiunto e spesso facendo accumulare ad una delle controparti, di conseguenza, crediti Iva per importi rilevanti. Per saperne di più sulla campagna di controlli sulle imprese apri e chiudi, e su quelle perennemente in perdita, è possibile consultare un’ampia sezione presente sull’Annuario del Contribuente 2011.