Cosa sono le tasse sotterranee

Un capitolo fiscale di sicuro interesse e di necessario approfondimento è quello delle cosiddette “tasse sotterranee”: ve ne sono diverse nel nostro paese, alcune possono sembrare bizzarre, ma sono comunque previste in maniera dettagliata. Il primo esempio è quello dell’imposta sui tubi. Si tratta di un tributo ambientale che esiste ormai da sei anni, anche se in Sicilia è stata introdotta come una imposta fissa di tipo patrimoniale. Col passare degli anni, essa si è evoluta e al giorno d’oggi non è altro che una tassa fatta rientrare all’interno di un’altra, vale a dire quella per l’occupazione del suolo pubblico.

Gli ambiti colpiti sono le condutture sotterranee per la distribuzione di acqua, gas ed elettricità, oltre agli intercapedini e alle camerette di ispezione. La tassa sulle botole, invece, è una imposta di tipo patrimoniale che alcuni comuni sono soliti riscuotere. In pratica, si vanno a colpire i pozzetti, le botole, i tombini, le griglie e gli altri manufatti che si trovano sul suolo pubblico. Anche per l’imposta sulle discariche si è parlato a ripetizione delle finalità ambientali ed ecologiche. Nel dettaglio, tale tassa è di tipo speciale e riguarda i conferimenti in discarica, con l’obiettivo nobile di ridurre la produzione di rifiuti, recuperandoli al tempo stesso: l’applicazione ricomprende i rifiuti solidi e i fanghi che sono conferiti in discarica e agli inceneritori, senza alcuna possibilità di recuperare l’energia. Infine, non si può dimenticare la cosiddetta tassa sulle fogne.

Nonostante la Corte Costituzionale abbia dichiarato illegittimo il pagamento di un servizio che non viene erogato, questa tassa ha senso anche quando le fogne non ci sono; in effetti, con un apposito decreto le società idriche sono riuscite a inserire all’interno della bolletta tutte le note di pagamento che si riferiscono alle fognature e alla depurazione, senza alcuna distinzione sul fatto che esse possano ancora non esistere o essere in fase progettuale.