Home » News Fiscali » Ddl Stabilità: novità per esodati e cuneo fiscale

Ddl Stabilità: novità per esodati e cuneo fiscale

 Rush finale in Parlamento per l’approvazione del ddl stabilità, con i vari gruppi parlamentari impegnati nel proporre e votare i vari emendamenti. L’impianto originario del disegno di legge dovrebbe essere modificato con l’introduzione di numerose novità. Una prima sorpresa riguarda la sconfitta del Governo per quanto riguarda un emendamento proposto dall’onorevole Moffa in materia di esodati.  L’emendamento, per cui il Governo aveva espresso parere contrario, riguarda la possibilità di estendere le tutele degli esodati anche a colo che nel biennio 2013-2014 sono rimasti sena stipendio e sena pensione.

L’emendamento, sebbene votato con maggioranza alla Camera, passa ora alla Commissione Bilancio, la quale esaminerà se vi siano le coperture finanziaria, e qualora il responso sia positivo sarà inserito all’interno della legge stabilità. Secondo i firmatari dell’emendamento la copertura finanziaria sarebbe comunque assicurata dal fondo di 100 milioni di euro già previsto dalla legge di stabilità ed anche dall’introduzione di un contributo di solidarietà pari al 3 % del reddito per chi guadagna oltre 150 mila euro annui lordi.

Inoltre sono allo studio diverse ipotesi per la diminuzione del cuneo fiscale, nodo quasi centrale per diversi esponenti dell’Esecutivo. Il problema anche in questo caso sono le coperture finanziarie, e pertanto potrebbe essere ripensato anche il sistema che prevede il taglio di un punto irpef per le aliquote più basse (recuperando in tale modo circa 4,2 miliardi di euro). Sul provvedimento tagli irpef vi è infatti un numero abbastanza nutrito di contrari, tra cui anche esponenti della Confindustria che bollano come “modesti” gli effetti che si avrebbero dalla riduzione delle aliquote irpef. Si punta quindi a ridurre il cuneo così come venne fatto nel 2007, quando il Governo Prodi grazie ad un inasprimento di Iva, irpef e irap riuscì a diminuire il cuneo fiscale di 5 punti percentuali, destinando i proventi in parte alla retribuzione netta dei lavoratori ed in parte allo sgravio del carico fiscale delle imprese.