Finalmente trovato l’accordo tra gli esponenti del Governo e i rappresentanti parlamentari in tema di legge sulla stabilità. Dopo una riunione fiume ieri pomeriggio i relatori Brunetta e Baretta, insieme al relatore del ddl bilancio Ciccanti, hanno stretto la mano al Ministro Grilli in merito all’intesa raggiunta.
La notizia è che salta la riduzione irpef di un punto percentuale sulle aliquote più basse, ed il finanziamento resosi disponibile sarà quindi dirottato per finanziare interventi in materia di cuneo fiscale e per mantenere l’aliquota iva del 10 per cento invariata (mentre quella del 21 per cento sembra destinata comunque ad aumentare). Il nuovo testo normativo dovrebbe dare priorità innanzitutto a mantenere l’aliquota iva agevolata (10 %) invariata, mentre le ulteriori risorse saranno destinate ad incrementare il netto in busta paga ai lavoratori dipendente nel 2013, e la riduzione dei costi delle imprese nel 2014. Il fondo di 900 milioni di euro a disposizione invece di Palazzo Chigi sarà destinato a finanziare interventi nel campo delle famiglie, e alla stesso modo saranno destinati eventuali ulteriori stanziamenti a disposizione dell’esecutivo a seguito di risparmi derivanti da spending review o altri tagli.
Sul punto occorre registrare l’entusiasmo dei relatori per avere avuto una parte importante nella riscrittura del ddl, che adesso privilegia le famiglie e i lavoratori, garantendo equità, crescita e rigore.
Critico invece il Codacons che, conti alla mano, stabilisce che non vi è parità tra entrate e uscite. In particolare la mancata diminuzione di un punto percentuale delle prime due aliquote irpef garantisce introiti per circa 4,27 miliardi di euro, mentre lasciare invariata l’aliquota iva del 10 % comporta uscite per 2,34 miliardi di euro circa, generando quindi un forte saldo positivo. Inoltre la misura prevista della riduzione del cuneo fiscale, viene giudicata non positiva in quanto come priorità, secondo l’associazione dei consumatori , occorrerebbe innanzitutto incrementare il reddito disponibile dei consumatori.