La riscrittura del decreto legislativo che mette in atto la delega fiscale è in programma. Parola del presidente del Consiglio Matteo Renzi, il quale ha provato a tranquillizzare le parti in causa prima dell’incontro con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per il fare il punto, rinviando ogni soluzione tecnica.
Nello specifico, il Governo ha confermato la sua pianificazione: prendere tempo e poi presentare un pacchetto di leggi che mireranno ad appesantire le sanzioni per le frodi, alleggerendo quelle per gli errori nelle dichiarazioni, accennando a novità anche su accertamento e contenzioso.
Per ora ci sono indicazioni di carattere generali. Ma di ipotesi di modifica dettagliate già ne circolano e sono più che corpose.
La Commissione Gallo, organismo del ministero dell’Economia che ha il compito di attuare la delega, starebbe ad esempio programmando la riscrittura della depenalizzazione per le fatture sotto i mille euro e anche delle dichiarazioni fraudolente sotto questa soglia. La modifica penalizzerebbe, in particolare, professionisti o le piccole imprese.
Contro tale depenalizzazione, in novembre, prima che entrasse nel decreto legislativo, si era espressa Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle entrate:
Sarebbe come se un furto di una borsetta fosse considerato diverso rispetto a quello nel caveau di una banca. Ma la condotta che qualifica il reato è la stessa.
A rischio modifica anche l’incremento delle soglie per omesso versamento Iva e ritenute, che andrebbe da 50 a 150mila euro. Un alleggerimento per un reato fiscale figlio della crisi, che potrebbe essere procrastinato o annullato. Non va bene nemmeno un’altra parte del decreto, quella sulla soglia oltre la quale diventa reato la dichiarazione infedele, passata da 50 a 150mila euro.