Un reddito, al lordo degli oneri deducibili, pari nell’anno di imposta di riferimento a non oltre 2.840,51 euro. E’ questa la soglia di reddito per un familiare a carico, che non deve essere superata affinché un contribuente che presenta la dichiarazione dei redditi possa fruire di eventuali detrazioni fiscali tra quelle ammesse. Le detrazioni per i carichi di famiglia, inoltre, il Fisco italiano le concede anche ai contribuenti non residenti; il tutto a patto che, in accordo con quanto riporta l’Agenzia delle Entrate nell’Annuario del Contribuente 2011, il contribuente nel Paese in cui risiede non goda di un beneficio fiscale che risulti essere assimilabile proprio a quello per i carichi di famiglia.
Il lavoratore dipendente, grazie al modello 730, può ottenere le detrazioni per i carichi di famiglia direttamente nella busta paga; il tutto a patto che oggi anno, se il beneficio rimane fruibile, dichiari nei termini previsti al proprio datore di lavoro di averne diritto. Al riguardo l’Agenzia delle Entrate fa presente come le detrazioni per i carichi di famiglia debbano essere richieste anno dopo anno di imposta fino a decadenza, e non vale più la regola del passato che faceva scattare il beneficio in assenza di intervenute variazioni da un anno all’altro.
Le detrazioni per i familiari a carico, inoltre, non sono fisse, ma partono da un importo base, quello massimo, e tendono a decrescere fino ad azzerarsi in funzione del reddito del contribuente. Ad esempio, un contribuente con un figlio a carico non può avvalersi di alcuna detrazione per i figli se il suo reddito supera i 95 mila euro, mentre per il coniuge e per gli altri familiari il limite scende ad 80 mila euro. Anche questi limiti sono comunque “mobili” in quanto, ad esempio, la detrazione in presenza di due figli non si azzera a 95 mila euro, ma a 95 mila + 15 mila (per ogni figlio), ovverosia a 110 mila euro di reddito.