Tra gli strumenti a disposizione del fisco per prevenire e contrastare l’evasione fiscale, rientra anche lo spesometro, attivo dal 2011. Il sistema consente alle autorità di tracciare le spese oltre una certa soglia su cui vengono poi fatti gli accertamenti del caso; in pratica per ogni acquisto superiore ad una certa soglia (corrispondente a 3600 euro iva inclusa) il commerciante è costretto a richiedere il codice fiscale del cliente ed a comunicarlo all’Agenzia delle Entrate insieme alla cifra spesa per l’acquisto dei beni.
I dati raccolti vengono poi passati al vaglio alla ricerca di un elemento ben preciso; viene fatto un confronto tra le spese sostenute dal singolo e la sua dichiarazione dei redditi (che, in molte circostanze, non viene neanche fatta) e si valutano eventuali anomalie tra le spese sostenute (e quindi il tenore di vita) ed i guadagni dichiarati.
I casi limite sono presto serviti; da chi non fa’ la dichiarazione dei redditi a chi possiede auto di lusso e dichiara meno di un operaio. Questo è il range di persone che emerge immediatamente e su cui scattano i controlli specifici con tutte le conseguenze del caso.
Il redditometro invece è uno strumento che ricalcola il reddito imponibile dei soggetti valutando le spese sostenute, i beni di proprietà ed altri parametri propri del soggetto in questione, ed anche se il fine è lo stesso la differenza è sostanziale; nello spesometro il commerciante ha l’obbligo di comunicare i dati all’Agenzia delle Entrate e questi riguardano in sostanza solo le spese del soggetto. Il redditometro invece si riferisce al quadro complessivo e va’ compilato e comunicato dal singolo che sceglie, insieme al commercialista, cosa comunicare e cosa no.
La valutazione del reddito nel secondo caso include nel calcolo anche i mutui in corso, le ristrutturazioni sulla casa, le auto, le vacanze e le assicurazioni.
►CONTROLLO CONTI CORRENTI REDDITOMETRO 2012
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