Come quasi tutti sanno lo Stato necessita di entrate monetarie al fine di far funzionare la macchina burocratica. La maggior parte dei servizi (parliamo di mantenimento e gestione delle forze armate, della costruzione e manutenzione delle grandi infrastrutture, del funzionamento della macchina burocratica, ecc.) funziona quindi grazie alle entrate, che per lo più sono di natura fiscale. Infatti, grazie a quanto disposto dal testo costitutivo, lo Stato può in autonomia decidere di imporre ai cittadini il pagamento di alcune somme.
Tali somme prendono il nome di tributi, che null’altro sono che prestazioni coattive pecuniare imposte dallo Stato in base alla propria sovranità. Il termine tributi è quindi un termine generico ma le differenti tipologie hanno nomi diversi in funzione del lo presupposto. Anche se quindi nel linguaggio comune il termine tassa o imposta o contributo viene usato per definire un qualunque prestazione pecuniaria, il significato giuridico dei termini appare differente.
Infatti con il termine tassa viene identificato un tributo per il quale il cittadino ottiene un beneficio personale che in genere è proporzionale a quanto versato. La caratteristica di tale tributo è quindi la divisibilità, che permette di quantificare la controprestazione che il cittadino riceve in base a quanto versa. Inoltre in genere il servizio viene reso dallo Stato in base ad una richiesta dello stesso cittadino. Rientrano nel novero di questo tributo la tassa sui rifiuti (leggi anche Tares in arrivo dal 1 gennaio 2013), la tassa di concessione governativa, tasse scolastiche.
Con il termine imposta viene invece identificato un tributo in base al quale alla prestazione resa dal cittadino non corrisponde un servizio reso da direttamente da parte dello Stato. Ad esempio è considerata un imposta l’irpef, imposta sul reddito delle persone fisiche. L’irpef, pagata da qualunque lavoratore dipendente, viene prelevata direttamente dal datore di lavoro e versata all’erario. Tuttavia, sebbene il prelievo sia effettuato con natura progressiva, al cittadino non viene reso direttamente un servizio direttamente connesso al prelievo effettuato (ad esempio l’erario può utilizzare la somma per manutenzioni edifici o l’istruzione, di cui beneficeranno tutti).