Il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua ha riferito che si batterà per evitare qualsiasi taglio al personale, così come riduzioni alle retribuzioni.
L’Inps nei prossimi anni provvederà a ridurre i propri costi fino a 300 milioni di euro (facendo riferimento al processo di fusione di Inpdap ed Enpals in Inps), ma lo stesso presidente ha annunciato che esiste un limite al di sotto del quale non si può andare, se si vuole preservare l’efficienza del servizio, puntando il dito quindi contro la classe politica e i numerosi tagli che rientrano nella spending review del governo Monti.
Attualmente il personale Inps è composto da poco più di 33mila dipendenti (compresi anche quelli di INPDAP ed ENPALS) e questo numero è inferiore a quella degli Istituti di Welfare presenti in Francia o in Germania. Il processo di telematizzazione intrapreso dall’INPS è stato effettuato per garantire allo stesso tempo efficienza a fronte di un calo del personale, ma ora come ora non si può aggiungere alcun altro taglio, senza pregiudicare la qualità del servizio.
“I lavoratori esodati da proteggere sono circa 220.000“, ha detto il presidente dell’Inps Mastrapasqua. Il presidente dell’autorità italiana per la previdenza sociale sta valutando il numero di lavoratori che possono ricevere la pensione pur non essendo ancora nella condizione prevista dalla riforma previdenziale.
Mastrapasqua è stato intervistato durante un programma radiofonico della Rai, e ha dichiarato che la copertura finanziaria “è stata garantita per i 65.000 lavoratori inclusi nel decreto Salvaitalia, per 65.000 mila inclusi in due successive disposizioni, e infine 9.000 aggiunti di recente dal Ministro Fornero, insieme con gli 80.000 che sono riusciti ad andare in pensione entro il 31 dicembre 2012.
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