Dall’inizio della crisi, qual’è stato l’effettivo impatto sui posti di lavoro? Un rapporto congiunto dell’International Labour Organization (ILO) e dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha fatto chiarezza sui numeri della crisi ed il rapporto, pubblicato questa mattina, disegna un quadro allarmante.
Dall’inizio della fase di crisi e quindi dal primo crollo del mercato azionario causato nel 2008 dalle perdite legate ai titoli tossici, le perdite in termini di posti di lavoro sui Paesi del G20 ammontano a 21 milioni. L’occupazione ha un incremento attualmente pari ad 1,5% ed a questo tasso di crescita sarà impossibile stringere il divario creato con la crisi e far tornare la disoccupazione a livelli sostenibili.
I programmi di crescita e di sviluppo ancora non sono chiari, mentre “la strada (per la crescita) passa attraverso una migliore integrazione delle politiche economiche e sociali, con particolare attenzione per gli investimenti produttivi, l’occupazione e la dignità del lavoro al fine di generare nuove fonti di domanda” come spiega il direttore generale dell’ILO.
►TASSO DISOCCUPAZIONE ITALIA SFIORA IL 9%
La disoccupazione giovanile è quella che incide di più sul dato diffuso; con una media del 19,2%, questa è quasi in tutti i casi doppia rispetto alla disoccupazione degli adulti, anche se tra i Paesi presi in considerazione la variazione è altissima. Se verrà proposto un piano di crescita dopo i dati rilevati e diffusi nella giornata di oggi, quasi certamente sarà incentrato sui giovani i quali rischiano di perdere completamente il proprio posto nell’economia a causa della risposta praticamente assente al problema dell’occupazione.
Dal 2008, quando il problema è cominciato a diventare reale, fino ad oggi, non è infatti stato fatto molto in questo senso; incentivi e posti di lavoro sono diminuiti invece di aumentare e le assunzioni sono prossime allo zero.
►MODELLO DOMANDA DI DISOCCUPAZIONE REQUISITI RIDOTTI
Con la stabilità della Francia dopo le elezioni il mondo attende la risoluzione del problema del Governo di Atene per poi guardare al futuro.
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