La Gazzetta Ufficiale della Repubblica dello scorso 24 febbraio contiene due disposizioni molto importanti dal punto di vista degli accordi fiscali internazionali: in questo supplemento, infatti, sono inseriti due testi normativi che hanno di fatto ratificato e reso esecutive le intese poste in essere dal nostro paese con due nazioni, l’Azerbaigian e la Moldova. Il Parlamento aveva già fornito da tempo il proprio parere positivo in questo senso. Di cosa si tratta esattamente? Anzitutto, bisogna precisare che la convenzione con la Repubblica Azera è stata stipulata a Baku nel 2004, mentre quella con l’ex stato sovietico risale al 2002 quando il nostro governo e quello di Chisinau si incontrarono a Roma. Nel dettaglio, gli accordi contemplano tutte le misure che sono volte ad evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, oltre che a prevenire le evasioni fiscali.
Il protocollo non aggiunge molti altri dettagli, ma entrambe le leggi constano di una trentina di articoli: in pratica, ci troviamo di fronte a delle intese che vengono sfruttate per la loro efficacia in politica internazionale e tributaria, dato che l’obiettivo finale è quello di agevolare la collaborazione tra i vari paesi e di garantire un adeguato scambio di informazioni in merito al prelievo del fisco tra la nazione in cui si produce il reddito e quella di residenza dei contribuenti che ne beneficiano. Perché proprio l’Azerbaigian e la Moldova?
Nel primo paese le imposte sono divise sostanzialmente in tre grandi tronconi, i tributi statali (obbligatori in tutto il territorio), i tributi della Repubblica autonoma del Nakhichevan e le imposte comunali, mentre in Moldova l’imposizione è articolata su due livelli, statale e locale. Le doppie imposizioni si verificano quando una determinata fattispecie viene tassa in maniera contemporanea: quindi, le autorità dei paesi coinvolti da traffici economici transfrontalieri impongono il tributo due volte, un ostacolo che viene però rimoss proprio con convenzioni di questo tipo.