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Gli effetti della tassa verde in Irlanda

 La “tigre celtica” non riesce più a ruggire né a graffiare: l’Irlanda sembrava aver messo alle spalle la grave crisi economica che l’ha coinvolta già nel 2008, ma la congiuntura negativa è ancora ben presente nella repubblica nordeuropea. Ecco allora che le misure fiscali sono diventate una vera e propria manna dal cielo. Ne è un chiaro esempio la cosiddetta “tassa verde” che il governo di Dublino ha sfruttato al massimo nel corso degli ultimi tre anni, cercando di ottenere un gettito in grado di risollevare le casse statali. Di cosa si tratta esattamente?

Si sta parlando di una imposta che grava sui combustibili fossili e che si basa essenzialmente sulla quantità di carbonio che viene emesso, senza dimenticare la quantità totale di rifiuti che non vengono sottoposti a riciclaggio. Tra l’altro, si è parlato di recente proprio dell’Irlanda dal punto di vista tributario, dato che Facebook e Google usano i paradisi fiscali per eludere le tasse, tra cui proprio la nazione a cui si sta facendo riferimento. Questa tassa verde ha avuto due effetti meritevoli di nota. Anzitutto, le tariffe della benzina e quelle del gas naturale hanno fatto registrare aumenti piuttosto consistenti, ma allo stesso tempo le emissioni di gas a effetto serra (i cosiddetti Ghg) si sono ridotte di ben quindici punti percentuali rispetto ai valori di quattro anni fa.

Il 2011, inoltre, è stato un anno di ripresa economica moderata e leggera, ma con il vanto di aver ridimensionato le emissioni in questione di quasi il 7%. Anche i cittadini si sono dovuti adeguare. In particolare, sono aumentati gli acquisti di vetture meno inquinanti, oltre a un boom vero e proprio della raccolta differenziata e del riciclo: le energie alternative, in primis quella eolica, stanno spopolando, per non parlare dei ricavi finanziari, dato che il gettito complessivo è stato superiore al miliardo di euro nel giro di un triennio.