L’intervento del Direttore del dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze riportato nel comunicato stampa numer o125 del 18 settembre 2012 non dice niente di particolarmente interessante;
Ho commentato le riflessioni che si stanno sviluppando sia a livello accademico sia a livello istituzionale su possibili interventi di modifica dell’Imu che riguardano, in particolare, la quota di gettito attualmente attribuita all’Erario e la tassazione degli immobili delle imprese. La decisione finale su un’eventuale modifica dell’attuale regime di tassazione patrimoniale degli immobili non potrà naturalmente che essere del governo
La dichiarazione rilasciata dalla Professoressa Fabrizia Lapecorella non risolve la questione, ancora aperta, relativa alla pressione fiscale generata dall’IMU; l’idea di abolire o di rivedere la tassa imposta dal Governo Monti non può sicuramente essere abbandonata con una dichiarazione sommaria come questa e sicuramente nei prossimi giorni si ritornerà sull’argomento, ancora al centro dell’attenzione.
In un momento in cui l’economia dovrebbe essere rilanciata, agendo anche sul settore immobiliare, la nuova tassa sugli immobili frena invece non solo la compravendita di case ed altri stabilimenti ma anche l’apertura di nuove attività visti i costi da sostenere. La pressione fiscale “zavorra” quindi la ripresa e mentre i cittadini e gli imprenditori si rendono conto di questo fattore, il Governo continua a mantenere una linea particolarmente dura in questo senso, senza rivedere le proprie scelte.
L’IMU supera ampiamente il vecchio ICI ed anche se i comuni nello specifico possono agire sulla tassa stessa “personalizzandola” a seconda della località, la loro azione è troppo limitata per garantire benefici ai cittadini, che ora sperano comunque in un cambiamento.
Si tornerà nei prossimi giorni sul tema, sopratutto ora che il precedente Premier è tornato in campo annunciando nuovamente che il suo Governo sarebbe in grado di abolire la nuova tassa come in precedenza aveva fatto con il vecchio ICI.