Emersione degli affitti in nero a Roma e Milano

Affitti in nero a Roma: l’evasione vale 272 milioni di euro all’anno in termini di maggiore Irpef versata, il federalismo fiscale promette di far lievitare i nuovi tributi incassati dai comuni fino quasi a raddoppiarli. 400 milioni di euro é invece la cifra che si otterrebbe annoverando anche il comune di Milano. Tanto potrebbe il gettito, complessivamente, nelle casse del comune di Roma e in quelle del comune di Milano tassando gli affitti sommersi con la cedolare secca al 20%. I dati emergono da un’indagine del Sole 24 ore, che riporta anche una classifica delle città con il maggior numero di affitti in nero.

L’emersione degli affitti in nero a Roma é stato quindi stimato a 272 milioni di euro all’anno in termini di maggiore Irpef versata, toccano invece i 91 milioni a Napoli. Nelle città in cui il sommerso è più diffuso, come Potenza o Catanzaro, l’incremento di introiti legato alla cedolare secca sugli affitti in nero può raggiungere addirittura 90% del gettito dei nuovi tributi locali. Ricordiamo che la cedolare secca, varata dall’Esecutivo insieme ai decreti del federalismo fiscale, prevede la possibilità da parte dei Comuni di tassare con un’imposta compresa tra il 20 e il 25 per cento i contratti di locazione: i comuni quindi, potranno accrescere autonomamente le risorse disponibili. Lo studio pubblicato dal Sole 24 Ore secondo cui la cedolare secca darà una strigliata al fenomeno dell’evasione dei redditi da locazione favorendo l’emersione fiscale.

Il giornale di Confindustria ricorda che

la cedolare è uno dei pilastri del federalismo fiscale e pone le amministrazioni locali in prima linea nel contrasto all’evasione immobiliare, creando un incentivo diretto a stanare i furbetto del mattone.

Le agevolazioni ora previste per il canale contrattato – si legge in una nota stampa del Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari – vengono praticamente azzerate per la forte riduzione fiscale praticata sugli affitti liberi.