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Enna: ateneo restituisce tasse ai meritevoli

 In Italia studiare è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione italiana nell’articolo 34. Il nostro ordinamento prevede particolari aiuti per i più meritevoli e i meno agiati con l’attribuzione di borse di studio, assegni alle famiglie e altri contributi erogati dallo Stato. Ogni università poi può prevedere riduzioni ed esoneri tasse decidendo in piena autonomia i piani di studio, l’importo e le modalità di pagamento.

Venerdi 26 febbraio, nel corso di una cerimonia pubblica nell’aula magna dell’ateneo, l’università Kore di Enna restituirà alcune centinaia di migliaia di euro agli studenti più meritevoli, che sono in regola con il proprio piano di studi: quelli che hanno superato tutti gli esami annuali del loro corso di laurea, riceveranno fino a 1.500 euro (rimborso tramite assegni nominativi direttamente consegnati ai ragazzi).

Negli ultimi anni le tasse universitarie sono aumentate in diversi atenei e diminuite in altre proprio in ragione dell’acquisita autonomia degli atenei nella determinazione dei livelli delle tasse universitarie e l’eccessivo moltiplicarsi negli ultimi anni dei decreti in tema di contribuzione.

E se qualcuno premia i meritevoli, ovviamente c’è chi se la prende, giustamente o meno, con i fuori corso: il Ministro Mariastella Gelmini, ormai da anni, cerca di sollecitare questi ragazzi un pò lenti. Il Ministro Brunetta chiama “bamboccioni” coloro che a una certa età non hanno ancora una propria autonomia.

E fate anche attenzione “bamboccioni”. E’ di pochi giorni fa la notizia di un uomo di trent’anni che, iscritto alla facoltà di Ingegneria, può vantare sul suo solo pochissimi esami. Il padre, separato, ha così deciso di non pagare più le tasse annuali dell’ateneo e il tribunale di Palermo lo ha assolto, dopo che il figlio lo aveva denunciato per essere venuto meno agli obblighi sanciti al momento del divorzio.

Nel corso del giudizio abbiamo sostenuto che il ragazzo non rientrava in nessuna delle categoria a cui spetta il mantenimento – ha sottolineato l’avvocato Fabrizio Biondo -. È stato facile dimostrare che il giovane non fosse nè minorenne nè inabile al lavoro. Restava da provare che il giovane non fosse impossibilitato a svolgere alcuna attività, ma i suoi scarsi risultati universitari ne darebbero, a nostro giudizio, conferma. E su questo punto che abbiamo insistito per l’assoluzione.