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Entrate: Befera chiama a raccolta gli enti locali contro l’evasione

 Sono ambiziosi gli obiettivi illustrati da Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, nel corso dell’ultima audizione presso la Commissione Finanze del Senato: ambiziosi, ma non irraggiungibili, specialmente nel caso in cui venissero potenziate determinate collaborazioni. Befera ha voluto sottolineare soprattutto l’impegno profuso dall’amministrazione finanziaria per spingere i comuni italiani a inviare il maggior numero possibile di segnalazioni, sfruttando magari i cosiddetti flussi informativi. Un altro strumento da sviluppare ulteriormente è poi quello della formazione, visto che i funzionari che hanno beneficiato di corsi di aggiornamento e di istruzione alle nuove tematiche sono sempre più numerosi. L’intento principale, comunque, rimane uno, solo e indistinto: il contrasto all’evasione fiscale, senza però tralasciare il recupero del gettito attraverso il trionfo della legalità tributaria.


Il 2011 dovrebbe essere un anno decisivo in questo senso, visto che è pronto a fare il suo esordio un apposito decreto che introdurrà un regime di tassazione dei proventi che derivano dalla locazione, un sistema alternativo all’Irpef che viene usata tradizionalmente. Fra quattro anni, poi, il nostro paese comincerà a acquisire dimestichezza con l’imposta municipale unica sostitutiva dei tributi sugli immobili (fatta esclusione per l’Imposta sul Valore Aggiunto). Ma le novità non si fermano qui e lo stesso Befera è stato un vero e proprio fiume in piena.

Anzitutto, le riforme del nuovo anno beneficeranno di una aliquota del 20% sul canone di locazione annuo, uno scenario che non coinvolgerà comunque gli enti non commerciali, mentre molte saranno le distinzioni relative alla cosiddetta cedolare secca, la cui applicazione riguarderà i comuni ad alta densità dal 2011 e le locazioni di immobili a uso abitativo dal 2014. Infine, un cenno è andato anche alle sanzioni pecuniarie: nell’ipotesi, infatti, di una mancata registrazione del contratto o di un importo che è stato diminuito, l’affitto sarà tre volte superiore alla rendita catastale, con un adeguamento del 75% in base a quanto rilevato dall’Istat.