Le regioni autonome del nostro paese presentano sempre una casistica piuttosto particolare e variegata per quel che concerne l’ambito fiscale: non è da meno la Sardegna, la quale ha recentemente concluso un accordo fondamentale con la nostra amministrazione finanziaria. Che cosa ci si può aspettare dalla collaborazione tra l’Agenzia delle Entrate e la seconda isola più estesa di tutto il Mediterraneo? I due cardini della partnership prevedono disposizioni molto interessanti in riferimento all’Imposta Regionale sulle Attività Produttive e sulle addizionali dell’Irpef, un argomento, quest’ultimo, di cui si discute moltissimo alla luce dell’introduzione del federalismo municipale. Le due gestioni tributarie in questione verranno affidate ancora ed esclusivamente al fisco, così come hanno deciso Franco Sardi, il quale fa parte del’assessorato sardo per il bilancio e il credito, e Libero Angelillis, il direttore regionale della stessa Agenzia.
In questo caso, sarà assicurata un’ampia assistenza a tutti quei contribuenti che dovranno applicare in maniera corretta questi specifici tributi e imposte, ricordando inoltre le altre attività che sono collegate: gli esempi sono davvero molti, possiamo citare la liquidazione fiscale desunta dalle dichiarazioni che vengono presentate, l’accertamento dell’imponibile non dichiarato e delle imposte dovute e la gestione dei rimborsi che spettano ai contribuenti. In aggiunta, non bisogna dimenticare nemmeno la riscossione spontanea e di tipo coattivo, l’esercizio delle attività di autotutela e la cura del contenzioso tributario.
Ma tale convenzione va anche oltre e si conferma una preziosa alleata dell’operatività della commissione paritetica, un organo che continuerà a svolgere il suo compito di coordinatore e moderatore delle attività che sono previste. La Sardegna ritorna alla ribalta fiscale un mese dopo la risoluzione che è stata presentata alla Camera in relazione agli adempimenti a cui sono stati spesso costretti i commercianti della regione: il problema continua ad attanagliare famiglie e piccole imprese, alle prese anche con la crisi occupazionale e con la carenza cronica degli investimenti finanziari.