Equitalia avrà facoltà di intervenire sui conti correnti. Il via libera è giunto nei giorni scorsi dalla commissione Finanze del Senato, dove è stato approvato un parere che rischia di rovinare le vacanze agli italiani (o, almeno, al 50% che secondo i dati potrà permettersele).
La commissione Finanze di palazzo Madama ha dato il via libera a una serie di novità davvero sorprendenti e – c’è da aspettarsi – assai urticante per i contribuenti.
Dopo la richiesta avanzata da Lorenza Ricchiuti in quota Partito democratico, è stato dato l’ok a un parere che amplia i poteri attribuiti ai concessionari della riscossione, con conseguente flessione del gettito incassato negli ultimi tempi, dato certificato anche dalla Corte dei conti.
E non è tutto: viene anche confermato che, sì, Equitalia non potrà pignorare la prima casa, ma, a differenza dell’ente di riscossione, gli istituti di credito privato potranno continuare a farloe: in proposito, anzi, si è richiesto che lo sbilanciamento tra creditori di Stato e privati venga risolto. Che sia l’ennesimo tentativo di ripristinare il pignoramento da parte di Equitalia, dopo le numerose sentenze e normative che ne hanno decretato il divieto?
Aggio. C’è poi un altro punto all’ordine del giorno per l’attività di riscossione tributi: nel parere emanato dalla commissione Finanze si chiede di rivedere il taglio del 2% sull’aggio da riscossione. Si cerca di ridurre i compensi per l’attività di riscossione, che non vada oltre al 7%, cioè un punto percentuale in meno rispetto a oggi. Il contrasto alla riforma dell’aggio, poi, è proseguito con la richiesta di introdurre un periodo di avvicinamento progressivo alle nuove indicazioni normative, in modo che solo i ruoli affidati agli agenti a partire dal primo gennaio possano finire sotto il nuovo regime.
Autocertificazioni. Ancora, vengono messe in discussione le famose 72 rate entro cui può essere saldato un debito con il fisco, con la possibilità che emergano “comportamenti oppostunistici”. In sostanza, nel parere diramato dalla Commissione è presente una vera e propria stretta alle rateazioni tanto faticosamente approvate negli anni scorsi nel pieno della crisi e della recessione, che ha mandato sul lastrico migliaia di aziende e famiglie.