Come può un cittadino chiedere ed eventualmente ottenere l’annullamento parziale o totale di un debito tributario indicato in una cartella di pagamento? Ebbene, quando un cittadino riceve a casa una cartella, e ritiene che la pretesa tributaria da parte dell’ente creditore non sia dovuta, deve rivolgersi proprio a quest’ultimo al fine di poter chiedere quello che viene definito come lo “sgravio“; in questo modo, infatti, l’ente creditore va a verificare se le somme iscritte a ruolo siano effettivamente dovute, o se in effetti la cartella di pagamento, e quindi il debito, debba essere annullata in tutto o in parte. Questa procedura si può attivare attraverso la cosiddetta “richiesta di autotutela” presentata dal cittadino; nel caso in cui la cartella venga annullata in tutto o in parte, l’ente creditore dovrà poi comunicare lo sgravio all’agente della riscossione.
Un’altra possibilità, nel caso in cui sempre il contribuente ritenga la pretesa tributaria sostanzialmente illegittima in tutto o in parte, è quella di presentare il ricorso. La presentazione del ricorso, in accordo con quanto riporta la stessa Equitalia sul proprio sito Internet, deve essere effettuata entro un termine massimo di sessanta giorni dalla data di notifica della cartella di pagamento.
Il ricorso deve essere presentato dal cittadino all’Autorità giudiziaria competente, ad esempio alla commissione provinciale tributaria competente per territorio. Allo stesso modo, nel momento in cui il contribuente vince eventualmente la causa dinanzi alla commissione tributaria, può ottenere lo sgravio parziale o totale della cartella di pagamento. Anche in questo caso poi spetta all’ente creditore adottare il provvedimento di sgravio in forza alla sentenza e poi comunicare il tutto all’agente della riscossione. Nel caso in cui, nonostante tutto, l’ente creditore non adotti il provvedimento di sgravio, allora il cittadino/contribuente può andare ad attivare quello che viene definito come il giudizio di ottemperanza.
Io chiedo all’agenzia entrate o ministero finanze come mai quando paghiamo(per sbaglio)denaro in piu dobbiamo attendere anni prima di vengano restituite mentre quando l’ente le richiede le vuole entro termini precisi e puo’pignorare????loro si e noi no?!
comunque questo sistema economico Italiano ha messo in ginocchio tutta Italia!ci sono file di persone agli sportelli equitalia di ore,con personale spesso impreparato ed arrogante.Alla faccia della caccia all’evasione fiscale,io penso che in questo modo si porta una ditta o persona fisica in automatico a non dichiarare,fallendo rimanendo senza lavoro e arrangiandosi facendo del nero,perche’ se fa tutto in regola viene mangiato vivo dai contributi,tanto che molte persone non vogliono piu vivere in Italia,che con tutte le tasse che paghiamo il nostro paese dovrebbe essere d’oro.
P.S.e se poi a noi ci viene negato un pagamento,da inquilini morosi in mora,oppure lavori effettuati senza riscuotere le somme,a noi nessuno ci aiuta bel servizio che offre lo stato!!!!
Hai ragione Fabio…ci sono inspiegabili contraddizioni nel sistema Italiano, che finisce per penalizzare chi agisce in buona fede facendogli passare la voglia di muoversi in tal senso…la magra consolazione di “stare dalla parte della ragione” non sopperisce a quello che si è costretti a sopportare in alcune situazioni diventate insostenibili, ma continuo a pensare che sia uno dei modi per dimostrare che la buona volontà degli Italiani c’è ancora e la speranza che le cose cambino a nostro favore non è morta!