Lo scorso anno nella Regione Veneto l’Agenzia delle Entrate, nell’ambito delle azioni di contrasto e di lotta all’evasione fiscale, ha incassato complessivamente 500 milioni di euro, riportando così un incremento dell’1% rispetto all’anno precedente. Ildebrando Pizzato, direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate del Veneto, ha in particolare messo in evidenza come la qualità degli accertamenti effettuati induca sempre di più i contribuenti ad assolvere spontaneamente ai propri obblighi tributari senza quindi arrivare al contenzioso, all’iscrizione a ruolo e, nei casi limite, al fermo amministrativo. Non a caso, dai dati sugli accertamenti del 2008 emerge come questi, per quanto riguarda gli accertamenti con pagamento immediato, e senza alcuna contestazione, siano cresciuti del 31% superando la quota dei 26 mila. Tra gli ambiti dove gli accertamenti ed i controlli sono stati rafforzati, c’è quello relativo ai contribuenti che nel 2008 hanno proceduto a presentare un rimborso IVA: per questi casi gli accertamenti sono aumentati del 20% ed hanno portato, rispetto al 2007, ad un incremento del 72% del minor credito effettivamente spettante ai contribuenti.
Giro di vite anche su quelle imprese che lo scorso anno hanno presentato una dichiarazione dei redditi riportando a bilancio delle perdite: ebbene, per tali casi, il numero degli accertamenti è balzato del 94%, ed ha permesso di rilevare quasi 100 milioni di euro di minor perdite riscontrate rispetto a quanto in effetti era stato dichiarato. Grandi risultati lo scorso anno sono stati inoltre conseguiti con le indagini finanziarie ed il redditometro.
In merito, infatti, sono stati eseguiti ben 517 accertamenti sintetici, con un rialzo del 450% rispetto ai 94 effettuati nel 2007: ne sono scaturite maggiori imposte per 3,7 milioni di euro, con un rialzo del 705% rispetto ai circa 500 mila euro dell’anno precedente. Tali risultati sono anche frutto del piano straordinario 2009-2011 che vede i comuni, contestualmente con le Entrate e la Guardia di Finanza, impegnate nell’utilizzo del redditometro, con un premio del 30% delle somme, che poi vengono effettivamente riscosse, retrocesse agli Enti locali.