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Evasione fiscale: DJ e cubiste nel mirino del fisco

 E’ stata a tutto campo quest’anno la campagna estiva antievasione dell’Agenzia delle Entrate. Dopo i “blitz” delle scorse settimane che, in materia di lotta all’evasione fiscale internazionale, hanno riguardato le filiali di banche estere in Italia, di recente gli “007” del Fisco hanno infatti passato al setaccio i litorali nel momento più “caldo” delle vacanze estive al fine sia di scovare sacche di evasione tra gli operatori economici, sia di “pizzicare” contribuenti con una capacità di spesa ben superiore ai livelli di reddito indicati al Fisco. Nell’ambito di questi controlli a tappeto prima del Ferragosto, nella Regione Friuli Venezia Giulia, è scattato un “blitz” congiunto tra i funzionari dell’Agenzia delle Entrate e quelli della Siae con l’obiettivo di “setacciare” i ritrovi della vita notturna durante i weekend: dai bar ai ristoranti e passando per le discoteche senza “risparmiare” neanche i camerieri ai tavoli, i DJ e le ballerine di lap dance.

Il Fisco al riguardo ha rilevato, a seguito del lavoro notturno di verifica e di controllo da parte di undici ispettori della Società Italiana degli Autori ed Editori, e ben 29 dell’Agenzia delle Entrate, che le ballerine di lap dance hanno dichiarato d’aver iniziato l’attività, guarda caso, proprio nella sera in cui gli “007” dell’Amministrazione finanziaria dello Stato sono entrati in azione. Nelle principali località turistiche della regione i funzionari hanno raccolto dati ed elementi utili con particolare attenzione agli studi di settore ed alla posizione dei lavoratori, compresi come accennato i DJ, i camerieri ai tavoli e le cubiste.

Tra le violazioni più frequenti riscontrate, oltre a buona parte del personale non in regola, il Fisco e la Siae hanno rilevato irregolarità in materia di mancata emissione di scontrini fiscali e dei biglietti di ingresso. Uno di questi soggetti passati al setaccio è stato tra l’altro pizzicato ad operare quando agli occhi del Fisco risultava essere formalmente inattivo; inevitabile, di conseguenza, è stato il disporre la chiusura della corrispondente partita IVA.

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