Spesso si pensa che il fenomeno dell’evasione fiscale non possa coinvolgere tutti i settori e gli aspetti quotidiani, ma è proprio qui che ci si sbaglia: in effetti, l’Agenzia delle Entrate, più precisamente la Direzione Provinciale di Brescia della nostra amministrazione finanziaria è riuscita a far emergere un diffuso problema di fatturazioni inferiori a quanto richiesto in relazione al rapporto tra i servizi funebri e il numero totale di decessi. Il giro di affari non è indifferente, visto che si tratta di ben un milione di euro che sono stati nascosti in maniera “opportuna”, così come è stato accuratamente accertato in questo caso. L’operazione in questione ha riguardato la città di Salò, nel cui territorio sono state controllate le attività di gran parte delle ditte che operano in questo specifico settore; in particolare, si è voluto suddividere l’accertamento in due fasi. Anzitutto, le Entrate hanno provveduto ad acquisire tutti i documenti necessari, tra cui gli elenchi delle persone decedute tra il 2005 e il 2006 nei vari comuni della cittadina lombarda.
La raccolta è stata molto utile, visto che è stato possibile ricostruire in maniera adeguata quanti sono stati i decessi e quante le imprese che si sono occupate dei relativi servizi. Ed è proprio sulle prestazioni che l’Agenzia doveva soffermarsi, anche perché in questo modo si è capito oltre duemila non erano state fatturate ed abilmente occultate.
La seconda fase, poi, ha coinvolto la procedura delle fatturazioni e il loro effettivo numero: il calcolo è stato molto preciso ed ha fatto riferimento soprattutto al valore medio che risultava da ogni prestazione delle ditte di pompe funebri. Ebbene, proprio questo secondo momento dell’accertamento fiscale è stato decisivo, tanto che ha svelato la diffusa sottofatturazione: gli avvisi emessi dal Fisco, quindi, sono stati ben quaranta e addirittura è stata persino evitata la lite fiscale, visto che i contribuenti coinvolti non potevano controbattere in alcun modo a elementi così poco confutabili.