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Evasione fiscale, gap tra Nord e Sud

 Le tasse non pagate si attestano mediamente al 17,87% e se si sottraggono i redditi di chi le tasse le deve pagare per forza, come i dipendenti e i pensionati, l’evasione media raggiung il 38%. La situazione peggiora al Sud Italia, in alcune zone del Mezzogiorno si registra un’evasione vicina al 66%. I dati arrivano da una nuova banca dati (databasegeomarket) dell’Agenzia delle entrate, da cui emerge un tasso di evasione minima (10,93%) che si riscontra nelle Province dei grandi centri urbani: Milano, Torino, Genova, Roma, Lecco, Cremona, Brescia. Il tasso più alto invece si registra a Caserta, Salerno, Cosenza e Reggio Calabria, Messina, con punte fino al 65,7% dell’imposta evasa, una differenza veramente importante tra Nord e Sud.

Dal 1996 al 2001 i dati dicono che l’evasione Iva calò di 20 punti – sottolinea Bersani -. Nel 2007 si ridusse di cinque punti, tornando a crescere appena tornò il centrodestra. Noi non siamo giustizialisti fiscali. Noi vogliamo portare la fedeltà fiscale alla media europea. Abbiamo presentato una riforma fiscale che mette le risorse rivenienti dalla lotta all’evasione in alleggerimento fiscale per l’impresa, il lavoro e le famiglie numerose. Si può fare, ma non in questo quadro politico.

Il federalismo fiscale dovrebbe essere un aiuto anche nella lotta all’evasione – ha ricordato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi – Quando ci troviamo di fronte a nuove spese e’ molto difficile prendere decisioni, siamo sempre in affanno cercando fondi che non ci sono. E nella direzione di eliminare gli sprechi abbiamo introdotto il federalismo fiscale e questo dovrebbe aiutarci anche nella lotta all’evasione. La gente che compone la sua dichiarazione dei redditi sapendo che non va a un ente centrale, lontano, che non conosce il suo livello di vita ma va invece al Comune, dovrebbe aumentare di una percentuale importante la dichiarazione dei redditi. Sono cose non del presente – ha così concluso il premier – ma del futuro prossimo.