Grazie all’ottimo lavoro svolto dalle Fiamme Gialle nel periodo dal 2001 al 2008, la lotta all’evasione fiscale ha portato in Italia ad una media di 50 milioni di euro al giorno di imponibile evaso che è venuto “a galla”. A far presente questo dato è stato Giuseppe Bortolussi della CGIA di Mestre in scia al fatto che in otto anni di lotta e contrasto all’evasione, dal 2001 al 2008, sono stati recuperati la bellezza di 147 miliardi di euro di imponibile a fronte di 276 mila furbi, ovverosia evasori totali o parziali a vario titolo sia nel lavoro autonomo, sia in quello dipendente con le assunzioni in nero. L’Ufficio Studi della CGIA di Mestre ha analizzato l’andamento dell’imponibile evaso dal 2001 al 2008, rilevando come il biennio 2007-2008 sia stato il migliore, e come dai 15,28 miliardi di euro di imponibile evaso ed emerso nel 2001 si sia arrivati, con una crescita dell’80%, ai 27,49 miliardi di euro del 2008.
Secondo Giuseppe Bortolussi, la crescita esponenziale dell’imponibile scoperto e non dichiarato negli ultimi due anni è frutto sia di un’azione più intensa e mirata nella lotta all’evasione, sia di maggiori controlli a carico dei cosiddetti “grandi evasori“. Riguardo ai 276 mila furbi “stanati” in otto anni, ben 214 mila sono stati “pescati” ad esercitare un’attività in via totale o parziale in nero; i restanti 62 mila, invece, o erano contribuenti completamente sconosciuti al fisco, oppure erano evasori paratotali, ovverosia soggetti che occultavano almeno la metà del proprio giro d’affari per “dribblare” il Fisco e, quindi, pagare meno tasse.
In ogni caso, secondo Giuseppe Bortolussi la strada che porta ad un contrasto più ampio e netto dell’evasione fiscale è ancora lunga; stando infatti ai più recenti dati forniti e stimati dall’Istituto Nazionale di Statistica, ogni anno nel nostro Paese il monte imponibile evaso è pari a ben 230 miliardi di euro, il che significa che nel 2008 l’imponibile evaso che è stato scovato è pari all’incirca solo al 12% del totale.