L’Italia vanta ben due primati mondiali in materia fiscale, e si tratta di due record che nessuno Stato vorrebbe dalla sua; il primo riguarda la pressione fiscale. Secondo i dati ufficiali l’Italia è uno dei Paesi dove si pagano più tasse, con una pressione fiscale che si attesta al 55% del PIL. Il secondo record che il Bel Paese può “vantare” è quello relativo all’economia sommersa ed all’evasione fiscale. Le imposte evase sono di 154 milioni di euro, pari al 17,5% del PIL.
La lotta all’evasione fiscale è sicuramente iniziata troppo tardi; da ormai decenni in “tacito silenzio” vengono praticate evasioni fiscali a tutti i livelli, dal piccolo commerciante fino al grande imprenditore, passando anche per i “vip” del mondo dello spettacolo, caduti anche loro nella tentazione dell’evasione fiscale. Da quando il Governo Monti ha aumentato la pressione fiscale, per bilanciare la situazione ed illudere in un futuro più “leggero” per i conti delle imprese italiane si è anche avviata una “caccia all’evasione” che però a conti fatti non è riuscita a ribaltare la situazione.
Anche se i casi più eclatanti si sono guadagnati anche gli onori della cronaca alla fine l’evasione è rimasta alta; un detto italiano, più di tutti, rispecchia la situazione attuale: “fatta la legge, trovato l’inganno”.
Sembra infatti che il sistema italiano di raccolta delle imposte continui a fornire, in un modo o nell’altro, i presupposti per evadere le tasse ed anche se le metodologie non cambiano il risultato è lo stesso; l’economia sommersa aumenta, così come il lavoro in nero non diminuisce e di questo passo la pressione fiscale non potrà far alto che confermarsi sui livelli attuali, dando seguito al circolo vizioso per cui più la pressione fiscale aumenta, più l’evasione è incentivata.