Normalizzazione fiscale, atto secondo. La Svizzera continua nel suo iter a seguito del riconoscimento proveniente dall’Ocse e ottenuto in virtù del grande impegno intrapreso.
Alcune settimane dopo l’ufficializzazione dell’intesa tra Berna e Roma arriva anche l’accordo tra il paese elvetico e Bruxelles in merito allo scambio automatico di informazioni fiscali che implica pertanto la fine del segreto bancario.
I residenti nell’Unione europea, dunque, non potranno in tal modo più dissimulare i redditi non dichiarati sui conti in Svizzera al fine di sfuggire all’imposizione. Gli stati Ue riceveranno ogni anno nomi, indirizzi, data di nascita e identificativi fiscali dei residenti che detengono conti bancari in svizzera oltre a una serie di altre informazioni finanziarie. L’accordo entrerà in vigore il primo gennaio 2017 per i dati bancari. Lo scambio automatico delle informazioni comincerà nel 2018.
L’accordo è stato firmato a Bruxelles ma deve ancora ricevere l’ok finale da Consiglio Ue e governo svizzero prima della firma vera e propria.
Cosa succede a seguito di questa operazione?
Con il nuovo accordo, negoziato nel quadro delle linee guida di Ocse e G20 contro l’evasione fiscale, i 28 e la Svizzera a partire dal 2018 si scambieranno ogni anno in modo automatico tutte le informazioni su nomi, indirizzi, numeri di identificazione fiscale e date di nascita dei residenti con conti in Svizzera, oltre a un’ampia serie di informazioni contabili e finanziarie. In questo modo, sottolinea Bruxelles, “i residenti Ue non potranno più nascondere redditi non dichiarati in conti svizzeri per evadere le tasse”.
C’è, naturalmente, la soddisfazione di Pierre Moscovici. Il Commissario agli affari economici e fiscalità dell’Unione europea ritiene che è stato fatto un grandissimo passo in avanti per raggiungere la trasparenza fiscale.