In questo periodo di crisi é doveroso stimolare la ripresa dei consumi e si potrebbe giungere a tal fine tramite uno o più interventi di natura fiscale sulle famiglie. Lo afferma il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, nell’audizione in Senato sulla Finanziaria.
Il presidente pone l’accento sulla riduzione degli interessi sui titoli pubblici (la cui remunerazione é ormai quasi nulla) che ormai hanno smesso di generare anche quei piccoli introiti ai risparmiatori. Tuttavia
quello che non incassano le famiglie in termini di interessi sui titoli pubblici – ha affermato Faissola – si traduce in risparmio per lo Stato. Quei soldi potrebbero allora essere utilizzati per alleviare il carico fiscale alle famiglie magari anche attraverso interventi congiunturali.
La finanziaria 2010, approvata dal Governo solo poche settimane fa, contiene una manovra proprio relativa a questo punto: tutti i risparmi che si realizzeranno nel 2010 saranno impiegati per ridurre le aliquote fiscali alle famiglie più povere per rilanciare i consumi.
Il ministro dell’economia Giulio Tremonti pone l’attenzione sull’operato del governo e non ritiene indispensabile nuove manovre, dichiara anzi:
Dall’inizio della crisi il governo ha varato sei decreti legge, l’ultimo la scorsa estate con lo scudo fiscale, la Tremonti-ter, la sanatoria per colf e badanti, l’intervento sulle pensioni. e non prevediamo altri interventi di manovra: fare altro deficit sarebbe stato da irresponsabili.
In realtà le maggiori disponibilità di finanza pubblica che si dovessero realizzare nel 2010, destinate a ridurre la pressione fiscale nei confronti delle famiglie meno abbienti, è una clausola che finora é sempre stata presente nelle manovre di bilancio, ma che non in tutti i casi ha sortito gli effetti sperati.
Il giudizio del segretario della Cgil Guglielmo Epifani, e’ molto critico nei confronti dell’esecutivo:
Il governo con la crisi finora ha galleggiato invece di effettuare interventi. Non fa tutto quello che bisogna fare e abbiamo problemi enormi nel Mezzogiorno e in molte aziende. I lavoratori si sentono soli anche perchè la politica e giornali non parlano dei loro problemi come un tempo.