Federalberghi, la federazione che raggruppa le catene alberghiere del nostro paese, ha deciso di esprimere la propria opinione in merito alla ormai celebre tassa di soggiorno: il giudizio proviene direttamente dal presidente dell’associazione, Bernabò Bocca, il quale non ha usato mezzi termini per definire questa misura fiscale come insufficiente e inopportuna nella sua conformazione attuale. Secondo Bocca, il governo avrebbe già dovuto provvedere a introdurre una serie di regole per una più corretta e comprensibile applicazione. In effetti, l’esecutivo poteva convocare le associazioni di settore e gli enti locali negli scorsi due mesi, ma il passaggio in questione è stato completamente saltato. La mancanza del regolamento sta provocando, come principale conseguenza, un’autonomia totale da parte dei Comuni, i quali sono chiamati a decidere praticamente da soli su come agire in tal senso: sarebbe dunque stato sufficiente indicare con precisione quali finalità si pone il gettito, come deve essere riscossa tale tassa e, in particolare, fissare un tributo uguale per tutti i casi e le realtà.
Allo stato attuale delle cose, la tassa di soggiorno introdotta dal Federalismo Municipale ha senso quanto il municipio decide di sostenere il turismo attraverso adeguate politiche ed è in grado di aumentare l’indice di utilizzazione delle strutture che ha a disposizione. I comuni coinvolti, inoltre, saranno costretti a dar vita a flussi turistici piuttosto intensi per tutta la durata dell’anno. Anche Assocommercio ha voluto avanzare le proprie valutazioni in merito.
L’applicazione tributaria, in questo caso, potrà avere luogo soltanto a fronte di una forte attività pubblicitaria nei confronti delle città, in modo da rilanciarne l’immagine. L’associazione che mira a promuovere il commercio è intenzionata a introdurre un sistema in cui tutti i contribuenti siano pronti a pagare un quantitativo superiore di tasse, compresa quella di soggiorno, a patto che questo sforzo serva a sostenere lo sviluppo urbano e territoriale, anche attraverso tavoli e confronti.
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